Giulio Fanton
L’Etna è la fucina di Efesto, dio della metallurgia, ma è anche un ossimoro, coacervo di opposti formidabili: roccia mobile, caleidoscopio di minerali, canicola estiva e gelo invernale, umide brezze marine e sottili venti d’altura. Non è esagerato dire che sia un “essere vivente” che “respira”, continuamente alimentato dalle forze telluriche.
La viticoltura che si sviluppa sulle sue pendici è altrettanto straordinaria, forse unica al mondo, per le caratteristiche pedologiche e climatiche, per la forma di allevamento della vite ad alberello, per l’ambiente che favorisce l’agronomia biologica e biodinamica, per il numero ristretto di vitigni coltivati che consente di mettere in risalto le specificità di ogni parcella di terroir e il savoir faire degli uomini e delle donne che vi dedicano il loro lavoro.
Lo aveva intuito Mario Soldati nel suo primo viaggio su e giù per l’Italia alla ricerca dei vini genuini. Lo hanno capito i siciliani che abitano le spalle del vulcano e che hanno dato una svolta alla loro produzione di vino a partire dagli inizi del nuovo millennio assieme agli imprenditori giunti sull’isola negli anni successivi. Infatti, negli ultimi dieci anni, il numero di aziende vinicole etnee è passato dalla trentina del 2008 alle centoquaranta dei giorni nostri.
Di questa spettacolare realtà vinicola si è fatto ambasciatore Mauro Cutuli nella serata dedicata ai “vini del vulcano” dalla Delegazione di Verona di AIS Veneto nello scorso mese di giugno.
Mauro Cutuli è catanese di nascita, laureato in Economia e Commercio, a suo tempo operatore nei mercati internazionali di vini francesi e sommelier in diversi ristoranti fra i quali l’Osteria Francescana di Massimo Bottura ed ora produttore di vino e olio sul versante meridionale dell’Etna con l’azienda Grottafumata.
La sua presentazione ha spaziato fra la geologia, la storia, l’antropologia di un territorio in bilico fra conservazione e slancio ad inseguire l’interesse che i vini etnei destano nel pubblico internazionale, ma soprattutto ha guidato la degustazione di una ampia batteria di vini bianchi e rossi, mettendone in evidenza la territorialità, l’influenza delle diverse colate laviche, del versante idrografico, del microclima.
Quella che segue è una carrellata sommaria dei vini degustati, denominatore comune una straordinaria sapidità ed esuberanza delle note “minerali”.
Cantine Russo: Mon Pit, Spumante Brut Metodo Classico VSQ 2015. Alcol: 12,5%.
Da uve carricante e catarratto. Affinamento sui lieviti per almeno 20 mesi.
Giallo paglierino con riflessi dorati. Brillante. Bollicina sottile. Profumo intenso e fine di fiori bianchi, leggero sentore di crosta di pane, frutta tropicale e macchia mediterranea. Attacco in bocca deciso e avvolgente. Sapido, fieno note burrose. Finale piacevolmente ammandorlato.
Cantine Russo: Rampante, Etna Bianco DOP 2018. Alcol: 12,5%.
Da uve carricante 70% e catarratto 30%. Matura 12 mesi in acciaio e affina 6 mesi in bottiglia.
Giallo paglierino con riflessi dorati, ha un profumo intenso e piacevole di ginestra, pompelmo e frutta tropicale, pietra bagnata. Fresco, sapido, di corpo medio e persistente.
Barone di Villagrande: Etna Bianco DOC Superiore 2017. Alcol: 12,5%.
Da uve carricante 90%, minnella-inzolia-grecanico 10%. Affina 10 mesi in acciaio.
Paglierino brillante. Fine ed inizialmente esile, sprigiona nel bicchiere profumi di fiori e frutta bianca: melone, litchi. Vibrante di freschezza, sapido, elegante e consistente, con sentori finali di nocciola.
Tenuta Masseria Setteporte: N’Ettaro, Etna Bianco DOC 2017. Alcol: 13,5%.
Da uve carricante 90% e catarratto 10%.
Giallo paglierino con leggere sfumature verdoline. Sentori di mela verde, note di pietra focaia, margherita, erbe aromatiche. Piacevolmente fresco, sapido, di ampia presenza al palato e gradevole persistenza aromatica.
Tenuta Masseria Setteporte: Nerello Mascalese, Etna Rosso DOC 2016. Alcol: 13,5%.
Da uve nerello mascalese 95% e nerello cappuccio 5%. Fermenta e affina 9 mesi in acciaio.
Rosso rubino con profumi fruttati spiccati e note silvestri. Il sorso è equilibrato, consistente e fine, sapido e sulfureo, i tannini sottili e morbidi. Di media lunghezza e con un finale di frutto maturo.
Azienda Agricola Grottafumata: Lato Sud Rosso, IGT Terre Siciliane 2017. Alcol: 13,5%.
Vitigni: nerello mascalese 95%, nerello cappuccio 5%. Vino da fermentazione spontanea di grappoli interi, senza aggiunta di lieviti, né controllo della temperatura, né chiarifiche.
Vino potente e succoso che propone all’olfatto espressioni di ciliegia, marasca e fragola. Riempie il palato di sostanza e di una trama alcolica importante e bene integrata che si prolunga piacevolmente.
Theresa Eccher: Alizée, Etna Bianco DOC 2016. Alcol: 12,5%.
Da uve carricante 70% e catarratto 30%. Fermenta in acciaio e affina in acciaio e bottiglia.
Giallo paglierino luminoso. Accarezza il naso con profumi di fiori di zagara, miele ed erbe di macchia mediterranea, finocchietto selvatico in particolare. Sontuoso e suadente il sorso, equilibrato e fine, lungo.
Theresa Eccher: Altero, Etna Rosso DOC 2013. Alcol: 13,5%.
Vitigni: nerello mascalese 98%, nerello cappuccio 2%. Vinifica in acciaio e affina in botte grande esausta di rovere francese per 40 mesi.
Vino di grande carattere dal colore rosso granato cristallino. Profumi intensi e complessi di peonia, rosa, piccoli frutti rossi, ciliegia, tabacco e una leggera nota balsamica. Elegante, equilibrato, fresco, sapido e persistente.
Cantina Calcagno: Feudo di Mezzo, Etna Rosso DOC 2016. Alcol: 14%.
Vitigni: nerello mascalese 90%, nerello cappuccio 10%. Fermenta in acciaio e affina in botti di rovere da 20 HL per 12 mesi e in bottiglia minimo 4 mesi.
Colore rosso rubino. Profumi ricchi ed eleganti di frutti rossi e neri, ciliegie e prugne, pepe bianco e un intenso sentore di roccia. Elegante ed armonico al palato, sapido e vellutato nei tannini.
Cantina Calcagno: Arcuria, Etna Rosso DOC 2016. Alcol: 14%.
Da uve nerello mascalese 90% e nerello cappuccio 10%.
Rosso rubino. Delicato ed elegante all’olfatto con sentori di ciliegie, lamponi e note di erbe selvatiche e spezie scure. Fresco, alcolico equilibrato e consistente al palato con struttura tannica pronunciata e buona persistenza gustativa.
Interessante la comparazione fra i due vini dei fratelli Calcagno che, a parità di vitigni, conduzione agronomica e di cantina, mostrano chiaramente l’impatto del terreno nel prodotto finale: più austero il Feudo di Mezzo e più amichevole l’Arcuria.
SRC Vini: Rosso Alberello, Etna Rosso DOC 2016. Alcol: 13,5%.
Da uve nerello mascalese 100%. Fermentazione spontanea con macerazione per 3 settimane. Affinamento in vasche di cemento per 13 mesi e imbottigliamento durante la luna calante.
Rosso rubino profondo. Intenso all’olfatto con aromi di frutta rossa, sfumature speziate e una leggera nota di macchia mediterranea. Bocca potente, materica e densa, tannino robusto e gustosa rusticità.
I Vigneri: Vinudilice, IGT Sicilia Rosato 2017. Alcol: 13,5%.
Vitigni: alicante, grecanico, minnella. Le uve fermentano in tini di legno da 500 l, con lieviti spontanei, senza controllo della temperatura e senza filtrazioni. Affina in bottiglia.
Colore ramato. Sentori di lampone, melagrana e fiori di tiglio. Affusolato al palato, con tannini accennati e un gustoso ritorno dei frutti a bacca rossa.