Germano Premier
Quando incontriamo nella stessa frase le parole “Piemonte” e “vino”, quasi sicuramente stiamo parlando di vini rossi. Non a caso questa regione è considerata la terra dei grandi vini rossi per eccellenza. All’interno della sua produzione, due sono i vitigni più significativi: la barbera e il nebbiolo.
Entrambi vengono coltivati fin dal 13° secolo, ma, mentre per il nebbiolo ci sono fonti certe che ne indicano il suo utilizzo, per la barbera le informazioni sono più incerte a causa dei diversi nomi con cui era conosciuta.
Nel corso dei secoli barbera e nebbiolo, per le loro diverse caratteristiche, hanno avuto alterne vicissitudini, sia positive che negative, che li hanno portati a percorrere strade diverse. La prima segue una vocazione più “mercantile” di vino “comune”, ma di qualità e di alta diffusione, mentre il secondo si indirizza verso una produzione minoritaria di vini di “lusso”. La prima in alcuni periodi arriva ad essere il vino più venduto e consumato in Piemonte e nelle regioni limitrofe, mentre il secondo viene servito sulle tavole dei nobili di mezza Europa.
La fama e la diffusione di questi due vitigni è dovuta anche al fatto di aver incrociato nella loro storia numerosi personaggi famosi e importanti che hanno creduto in loro e su di loro hanno investito. Dalla Marchesa Giulia Colbert Falletti e dal Conte Camillo Benso di Cavour per il Barolo, a Domizio Cavazza Rettore della Scuola Enologica di Alba per il Barbaresco, al Marchese Filippo Asinara di San Marzano per il Barbera.
Arriviamo quindi ai giorni nostri, dove la barbera è il vitigno più diffuso in Piemonte, presente in tutte le macrozone di produzione e declinata in ben otto denominazioni. Ha mille sfaccettature ed è il più generoso e versatile tra i vitigni piemontesi con punte di vera eccellenza.
Classicità e nobiltà è invece la miglior definizione per il nebbiolo. Un vitigno che più di altri comunica storia, territorio e personalità. È diffuso nelle Langhe e nell’Alto Piemonte, patria di vini ricercati e celebrati. Vini che sanno emozionare l’appassionato e chiunque si aspetti da questi vini qualcosa in più.
Durante un’intera giornata dedicata, Mauro Carosso, Delegato AIS di Torino e Responsabile Nazionale AIS per la Formazione, ci accompagnerà in un percorso attraverso le zone più significative e vocate dove questi due vitigni si esprimono al meglio. Vini di forte impronta territoriale, presenti da secoli nella cultura enologica di una regione sempre al vertice nella qualità.
A breve sul portale la pubblicazione dell’evento