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Dalla redazione
domenica 11 agosto 2024

Cantina Salgari

Lo spirito che suona

Aldo Naddeo


Per i non troppo appassionati di musica, Lo spirito che suona è il titolo di un album molto importante che ha segnato un po’ la musica underground del panorama musicale di una decina circa di anni fa.

Non è un riferimento casuale, è voluto perché non appena ho varcato la soglia della cantina Salgari le vibrazioni, la potenza, la gioia che ho visto nel volto dell’intera famiglia mi ha immediatamente ricordato la felicità che provo ogni volta riascoltando proprio quell’album.

Una bellissima storia familiare che risale al 1840 con la costruzione della casa padronale e una corte che ricorda molto le vecchie usanze di un tempo a partire dai gelsi per i bachi da seta, ai cipressi che delimitano l’area oggi non solo simbolo dell’azienda, ma raffigurazione del logo aziendale. Siamo nella Valpolicella più classica a Negrar: qui grandi cantine hanno messo le radici più solide e ormai il nome del territorio è in grado di parlare da solo e loro di certo hanno contribuito per portare fama, qualità ma soprattutto continuità a questi posti unici.

E’ dal 1989 che decisero di dedicare tutte le loro forze alla campagna partendo fin da subito con un occhio di riguardo al rispetto per la vigna in primis e a una viticoltura attenta, ma sempre di tradizione. Corvina, corvinone, rondinella e molinara. Quest’ultima spesso bistrattata e conseguentemente abbandonata ma dalla famiglia Salgari è più che valorizzata perché rappresenta la vera Valpolicella che con i dovuti accorgimenti è in grado di dare un valore aggiunto alle loro produzioni.

Vecchi contenitori di cemento riammodernati e costantemente usati per i loro vini, inox creato su misura per mantenere i locali storici dove tutto è nato e una forte propensione al guardare avanti approfondendo nuove tecniche di vinificazione e nuovi approcci in vigna. Qui si respira un profumo particolare, quel profumo che ricorda l’idea di non essere mai arrivati, dove un miglioramento è sempre possibile con studio e ricerca.

 

In degustazione:

 

Le pesse di saga, Valpolicella classico superiore Doc 2018

Solo acciaio per questa beva incredibilmente fresca con palesi richiami succosi di ciliegia, ribes rosso, amarena e un tannino molto gradevole splendidamente amalgamato in un sorso veramente molto piacevole. Grande beva estiva, servito 2-3  gradi più fresco non disdegna per nulla in mezzo ai grandi calori estivi, provare per credere.

 

Vajoi, Valpolicella ripasso classico superiore Doc 2015

Carminio intenso e luminoso con un naso molto accattivante. Richiami balsamici e speziati, cannella dolce, radice di liquirizia ed erbe aromatiche. Palato che stupisce, vellutato, molto pulito ed elegante, ottima la sua freschezza invoglia la beva continua. Un gran prodotto.

 

Monego, Recioto della valpolicella classico Docg 2015

Rubino intenso di media concentrazione e luminosità. Naso floreale di rosa macerata e violetta selvatica, mora di rovo, ciliegia per la parte fruttata il tutto contornato da accenni vanigliati e lievemente balsamici. Sorso per nulla stucchevole, dolce al punto giusto conserva una grande freschezza.

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