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Dalla redazione
sabato 28 marzo 2020

La sciabolata

Ti conosco mascherina

Redazione


Di epidemie io, Yanez de Gomera, ne ho viste molte, e so che la cosa migliore è starsene lontano, quindi per un po’ me ne starò buono buono qui a Barbuda, un’isoletta nei Caraibi, a bermi rum con il mio amico Malik.

Ho letto che i vecchi medici di Venezia visitavano gli appestati con una paurosa maschera a testa di uccello. Non era per far paura o far ridere i malati, ma all’interno del lungo becco ci mettevano un fazzoletto impregnato di aceto ed erbe aromatiche, perché pensavano che il contagio avvenisse attraverso l’olfatto.

In Europa esiste anche un vecchio modo di dire: “Ti conosco mascherina”. L’espressione viene usata con questi significati: “non mi inganni, ti conosco molto bene, so benissimo qual è il tuo intento”. Un tempo, in epoca rinascimentale, le feste in maschera erano molto frequenti tra la nobiltà e l’espressione veniva usata per comunicare ad una dama o spasimante che lo si era riconosciuto, anche se aveva il volto coperto da una maschera. Ci sarebbe anche l’opera “Il ballo in maschera” del vostro Giuseppe Verdi, ma l’ultimo marinaio che continuava a canticchiarne le arie era stonato, l’abbiamo abbandonato su un’isola deserta, se starà zitto anche i macachi indonesiani lo lasceranno stare. Le maschere erano da voi delle figure professionali nei teatri e nei cinema fino agli anni 60, erano le ragazze che dovevano verificare il possesso del biglietto e accompagnare poi gli spettatori al proprio posto con l’ausilio di una piccola torcia elettrica.

Ora lì da voi il termine mascherina è molto usato, non parlo della mascherina dell’auto davanti al radiatore, o di quella che le donne si fanno dall’estetista con cetrioli e fogliame vario, o di quelle di carnevale come Papà del Gnoco o Zorro. Parlo delle mascherine protettive che ora tutti vi mettete sul viso da quando vi è arrivato un virus strano dai cattivi pipistrelli, come dite voi. Strano è invece questo vostro odio-amore verso i pipistrelli, li avete sterminati in Europa perché vi fanno schifo, ma ne fate un simbolo di giustizia con Batman. Che sia la vendetta dei pipistrelli europei? Quelli della Malesia sono animali simpatici, nelle isole dell’oceano Indiano sono tutti mangiatori di frutta e grandi impollinatori, utili come le api, meno brutti di tanti umani che conosco.

E i vini con la mascherina? Ci sono, ci sono, sono quelli con la bottiglia serigrafata, curiosa, grossa, due chili di solo vetro per inquinare di più nel trasporto, con l’etichetta vistosa, con tanto oro, caratteri elaborati, nomi roboanti o privi di senso. Dentro di solito c’è un vino modesto che può ambire al massimo alla sufficienza. Sono bottiglie buone da regalare a chi non se ne intende, dove serve l’apparire e non l’essere, ma si spacciano benissimo.

 

Yanez

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