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Dalla redazione
mercoledì 26 febbraio 2020

San Leonardo: un grande bordolese in Vallagarina

Una degustazione lunga vent'anni

Giulio Fanton


In Vallagarina la vendemmia del 1982 fu generosa e il Marchese Carlo Guerrieri Gonzaga decise quell’anno di mettere la firma al taglio bordolese con il quale egli - e prima di lui il Marchese Anselmo - si era cimentato nel corso degli anni alla Tenuta San Leonardo.

 

San Leonardo: un vino raccontato da Mario Soldati

Già Mario Soldati, nel suo primo viaggio attraverso l’Italia alla ricerca dei vini genuini, aveva scritto: «Tutti e tre i vini (di San Leonardo) sono di grande classe. Dei tre, quello che preferisco è il Cabernet. Colore rosso cupo, denso, profumato, vecchio, un vino di corpo e di soddisfazione, ma serio, da bere adagio, soprattutto sugli arrosti». Nacque così uno dei grandi vini italiani, punto di riferimento non solo per l’enologia del Trentino, ma per quella nazionale e in particolare nella linea dei vini di ispirazione bordolese.

 

Una degustazione di sei annate che percorrono vent’anni di vita del San Leonardo

A distanza di quarant’anni, lo scorso 6 febbraio 2020, la Delegazione veronese di AIS Veneto ha dedicato una serata al San Leonardo, con una degustazione di sei annate che coprono il ventennio che corre dall’anno 2000 ad oggi. Il Marchese Anselmo, figlio del Marchese Carlo e omonimo del nonno, ha onorato la serata con la sua presenza e con un gustosissimo racconto dell’azienda, della famiglia e del loro “fare vino”. La degustazione si è tenuta nello splendido contesto del Ristorante Vittorio Emanuele di Verona e si è conclusa con due piatti preparati appositamente dallo chef: girello di black angus cotto sotto sale con mousse di caprino e carciofini e filetto di vitello lardellato in crosta di frutta secca con verdure di stagione. Al successo della serata hanno contribuito anche la professionalità, l’eleganza e la simpatia del servizio dei sommelier AIS.

 

La Tenuta San Leonardo e il suo primo vino

San Leonardo è una splendida tenuta situata in località Borghetto nel comune di Avio, in provincia di Trento. La sua storia risale all’anno mille con l’erezione di un capitello dedicato al Santo, ma si afferma nei primi anni del Settecento con documenti che certificano la vendita di vino.

Oggi comprende 300 ettari, di cui 30 destinati al vigneto a bacca rossa. Vi trovano ospitalità: cabernet sauvignon, carménère e merlot, in terreni prevalentemente sabbiosi e in parte ricchi di ciottoli sedimentari posti ad una altitudine tra i 150 e i 200 metri s.l.m..

Grande impulso all’attività vitivinicola della Tenuta è stata opera del Marchese Carlo che studiò enologia a Losanna, collaborò con il Marchese Mario Incisa della Rocchetta alla creazione di quello che sarebbe diventato il Sassicaia e, tornato nell’azienda di famiglia, introdusse la vinificazione separata delle diverse uve che contribuiscono al San Leonardo e, fra i primi in Italia, investì nell’affinamento del vino in barrique.

Dopo Giacomo Tachis, dal 2001 è Carlo Ferrini a governare i processi fermentativi e di affinamento del vino in cantina. Dal 2005 San Leonardo ha iniziato il percorso di conversione all’agricoltura biologica che si è concluso con successo nel 2018.

Vendemmiata l’uva, i mosti che daranno vita al San Leonardo fermentano spontaneamente in vasche di cemento, senza l’ausilio di alcuna tecnologia e con frequenti rimontaggi e délestage e, dopo l’assemblaggio, i vini in affinamento riposano per almeno 24 mesi in barrique.

Il San Leonardo viene prodotto solo nelle annate giudicate adeguate e nei quarant’anni di vita dell’etichetta ne sono state saltate sette.

Oltre al primo vino, l’azienda produce tre altri vini rossi nella Tenuta e due bianchi da uve in Val di Cembra.

La degustazione.

La cifra stilistica del San Leonardo è racchiusa in tre parole: eleganza, equilibrio, freschezza. È un vino che riflette in maniera molto evidente l’andamento delle annate e la vocazione del territorio dal quale proviene. In generale, il sorso rivela un vino rosso di grande rotondità e persistenza aromatica. Il paniere aromatico è un’ampia composizione di frutti rossi intessuti di note balsamiche, cioccolato, leggero tabacco, pepe e la deliziosa sfumature di peperone che è la firm del carménère.

 

Annata 2014.

Il bouquet è ampio ed elegante all’olfatto: fresco ed esile al primo approccio, le note di marasca si arricchiscono successivamente dei sentori di mora e di fresche viole e qualche rosa. Il sorso conferma l’impressione olfattiva con un frutto croccante e le prevalenze delle note fresche; il tannino è maturo e fine. Chiude lungamente con note sottili di tabacco che impreziosiscono il frutto.

 

Annata 2010.

Il vino ha un carattere più “scuro” e potente del precedente. Il bouquet è avvolgente e polposo, ricco di sentori legati all’affinamento in legno e varietali; il sorso deciso e vigoroso, ma mai pesante. Il vino è importante, ma la piacevolezza di beva nulla cede alla sua monumentalità.

 

Annata 2008.

Anche senza sapere che l’annata è stata asciutta e caratterizzata da intenso calore, lo si intuirebbe. Luminoso nel calice e brioso al naso con note ampie di ribes e marasca, tè, peperone maturo, tabacco leggero, pepe nero appena macinato, cioccolato. Il sorso è equilibrato, complesso, atletico, armonico, appagante e piacevole.

 

Annata 2005.

Gli anni corrono via e il San Leonardo si impreziosisce di sentori eterei, mantenendo agilità e freschezza al palato. Ecco allora l’alloro a condire prugne ed amarene, su uno sfondo ancora di tabacco e cioccolato. La complessione è più potente, mantenendo sempre grande piacevolezza di beva e freschezza.

 

Annata 2003.

Solare, accattivante e ridente, ma anche caldo e potente con un equilibrio di agilità e forza che lo rende unico. Nel frutto carnoso esprime l’annata molto luminosa e calda e nel tannino vigoroso e nobile la maturità del tempo che è passato ed ha smussato in bottiglia l’irruenza della gioventù.

 

Annata 2000.

Vent’anni in bottiglia sono un test senza sconti alla qualità di un vino, del territorio che esprime e della mano che lo ha messo al mondo. Un test che San Leonardo supera con eleganza e disinvoltura. Accarezza l’olfatto con note di paglia, caffè d’orzo e carruba che accompagnano quelle varietali di marasca, piccoli frutti macerati, pepe e peperone, ma anche i dolci sentori di cioccolato e tabacco già ben noti dagli assaggi precedenti. Un sorso morbido ed affilato al tempo stesso. Emozionante.

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