Wine Experience
Dalla redazione
lunedì 24 febbraio 2020

Montalcino, viaggio al centro del terroir

Un solo comune, Montalcino, poco più di duemila ettari destinati alla DOCG ma mille diverse espressioni di Brunello, ciascuna frutto della combinazione tra territorio, clima, altitudine e stile produttivo

Marco Gallinaro


Protagonista della serata è stato il Brunello di Montalcino, uno dei vini più famosi e celebrati al mondo.

A condurci per mano in questa serata l’ospite d’eccezione Cristiano Cini, Presidente di AIS Toscana e Responsabile Nazionale della Scuola Concorsi. Un relatore “autoctono”, dunque, che non solo è riuscito a descriverci le particolarità e le differenze del territorio ma che ha saputo anche, e forse soprattutto, raccontarci storie e aneddoti sui produttori e sulle aziende in degustazione.

Non esiste, in effetti, un solo Brunello di Montalcino ma all’interno di questo territorio possiamo individuarne diverse espressioni, ciascuna caratterizzata dalla sua tipicità.  A fare la differenza è, innanzitutto, il versante della collina ove sono situati i vigneti: se infatti i terreni esposti a sud si caratterizzano per il calore e la potenza che trasmettono al vino, l’area più settentrionale è invece sinonimo di piacevolezza di beva e la vibrante acidità. I vigneti esposti ad est, invece, garantiscono longevità ai vini mentre il terreno roccioso ed i venti caldi provenienti dal mare conferiscono ai vini di sud ovest acidità ma anche struttura, forza e concentrazione di estratto.

In degustazione sei diverse espressioni di Brunello, cinque delle quali fortemente caratterizzate dal territorio di provenienza mentre l’ultima legata all’ interpretazione che la sapiente mano del produttore ha saputo imprimere al vino.

Il nostro viaggio comincia con il Brunello di Montalcino 2015 dell’azienda Pietroso, un blend delle uve di tre diversi vigneti situati rispettivamente sul versante ovest, a nord est ed a sud. Il calice si presenta granato, con qualche riflesso leggermente aranciato a colorare la trasparenza tipica del sangiovese in purezza. Al profilo olfattivo emerge una marcata nota ematico/ferrosa che lascia presto il posto a sentori vegetali e di frutta matura e a note speziate di cuoio e caffè. Al palato, invece, sorprende il grande equilibrio dove la sostenuta ma piacevole acidità va ad abbracciare un tannino elegante e mai aggressivo, capace di donare al sorso pienezza e struttura.

Il secondo calice - Brunello di Montalcino 2013, azienda Lisini – presenta riflessi aranciati più marcati e una bella luminosità a riprova di una maggiore evoluzione. All’olfatto si presenta dinamico, con fresche note floreali, frutta rossa dolce ancorché non pienamente matura e sentori balsamici che accompagnano note speziate, dolci. Acidità e tannino dominano invece un sorso che denota ancora profili di gioventù. Un vino “gastronomico”, capace di dare il meglio di sé a tavola.

L’azienda Mastrojanni, con il suo Vigna Loreto Brunello di Montalcino 2015, ci porta a sud est, tra i calanchi protetti dalle pendici del monte Amiata. Il vino che ne esce è cupo, serrato e ci riporta a note di frutta scura, succosa che lasciano il posto a sentori di pepe e liquirizia con un finale di bitter e china. Potente al palato, impetuoso, con un tannino non ancora perfettamente integrato accompagnato da un’acidità preludio di ottima attitudine all’invecchiamento.

Con il Brunello di Montalcino 2015 dell’azienda Baricci ci spostiamo invece a Montosoli, a nord di Montalcino. Qui il colore si fa più trasparente e il vino si presenta olfattivamente delicato con note di torrefazione e fieno ad accompagnare sentori di frutti di bosco che ancora esprimono note di acidità. Ed è proprio l’acidità, assieme a una gradevolissima serbevolezza, a caratterizzare questo campione dove il calore e la potenza dell’alcol lasciano il posto ad un’eleganza senza pari.

L’azienda Sanlorenzo, con il suo Brunello di Montalcino Bramante 2015 si trova invece a sud ovest, dove il terreno si fa roccioso. Stupiscono le note olfattive di fieno, buccia di pesca, sentori di zolfo e sfumature speziate di liquirizia. Al palato è caldo, avvolgente, potente con una decisa nota alcolica capace di sostenere tannino ed acidità.

Chiude la degustazione il Brunello di Montalcino 2015 Casanova di Neri di Tenuta Nuova. Qui, più che il territorio, a farla da padrone è lo stile del produttore che con questo progetto strizza l’occhio al gusto internazionale con un profilo olfattivo elegante, fine, che esprime una perfetta combinazione di frutta dolce, note vegetali, vaniglia per chiudere con una piacevolissima nota balsamica. Al palato grande è l’equilibrio tra freschezza e tannino, frutto anche di un sapiente uso del legno.

 

[foto di Bruno Bellato]

articoli correlati
Acciughe del Cantabrico
mercoledì 27 novembre
Storia di un piccolo pesce azzurro
Trentodoc, le riserve
giovedì 21 novembre
La pazienza del saper aspettare
Canary Wine
giovedì 21 novembre
Un viaggio nella mineralità vulcanica dei vini delle isole Canarie
Malvasia in porto – Malvazije v pristanum
lunedì 11 novembre
AIS Veneto porta le Malvasie del Carso a Venezia