Vanessa Olivo
Ci sono degustazioni che riescono a stimolare la curiosità dei sensi attraverso l’eccellente selezione qualitativa dei vini e la competenza di chi li sa raccontare. Una di queste serate è sicuramente quella del 20 novembre, quando la Delegazione di Venezia ha avuto l’onore di rinnovare l’ormai consueto appuntamento con i vini altoatesini, ai quali ha dato voce un coinvolgente Pierluigi Gorgoni, Brand Ambassador del Consorzio Vini Alto Adige, nonché enologo, firma di primarie riviste del settore e docente della scuola Alma di Colorno.
L’incontro ha voluto fornire una visione delle innumerevoli potenzialità che la viticoltura altoatesina può offrire, focalizzandosi sul confronto di coppie di vini accuratamente individuati, aventi in comune il vitigno d’origine, con alle spalle però differenti filosofie produttive e zone di coltivazione delle uve.
Nel primo calice Cantina Valle Isarco – Sauvignon Aristos 2018 troviamo un vino che origina da un terreno porfido calcareo e una vinificazione con il solo uso dell’acciaio. Si esprime con un’intensità olfattiva degna di nota, eleganti profumi di pesca bianca, sambuco, cedro e mentuccia, mentre al palato manifesta un’esuberanza minerale-acida e una persistenza che si sviluppa su note di lime e minerali. Continuando con Cantina Kurtatsch – Sauvignon Kofl 2017, già all’impatto olfattivo si avverte l’influenza dell’affinamento sui lieviti fini in grandi botti di legno. Un vino, questo, in cui a differenza del primo più verticale, domina l’orizzontalità. Pesca a polpa gialla, quasi sciroppata, e una mediterraneità esaltata dal legno, al palato sorprende, rotondo e levigato. Nel finale non eccede in freschezza, sferzante sapidità ben amalgamata con una piacevole morbidezza.
Una produzione limitata a circa 800-900 bottiglie per Glassierhof – Gewürztraminer Maratsch 2018, nato da una filosofia che abbraccia la spontaneità nella vinificazione in acciaio e davvero inaspettato. Il colore cattura gli sguardi, un oro antico arricchito da una leggera sfumatura ramata. I profumi prevalgono sulle note fruttate, dal tono esotico all’agrumato, fino allo zenzero candito, con una leggera nota fumé di sottofondo. Sorso avvolgente, polposo, che in chiusura rivela un tono di distillato di frutta con una nota amarognola. Altra preziosità di produzione limitata (non arriva a 2.000 bottiglie) è il Baron Longo – Gewürztraminer Hohenstein 2017, in cui la fermentazione avviene spontanea in botti di legno di tonneau. Colore oro lucente, si esprime su note di frutta tropicale, melone bianco, papaya, fiori secchi, lavanda, anice, miele, sensazione idrocarburica e un accenno di zafferano che fa pensare alla presenza di botrite. Al palato la struttura si allarga, ma riesce a non perdere agilità nel finale.
Si prosegue con Cantina Laimburg – Schiava Solemnis 2017, che matura 6 mesi in botte grande di legno. Una schiava di pronta beva che si sviluppa su note di mirtillo rosso, salmastre, con un tocco vanigliato. Sorso agile e dinamico, persistenza salina e terrosa di radice e sottobosco. La seconda schiava, Tenuta Castel Englar – Schiava R 2016, matura in tonneau usato per 18 mesi, e rappresenta un prodotto complesso con grande capacità evolutiva. L’olfatto presenta toni più scuri, mirtillo nero, sentori affumicati e ferrosi. Al palato il tannino è più polveroso e sostenuto, grande concentrazione e persistenza.
Altro vitigno rosso altoatesino portabandiera è il lagrein: se la schiava gioca sulle trasparenze, il lagrein gioca sulle concentrazioni. Lo troviamo con Azienda Agricola Eberlehof Zisser – Lagrein Riserva 2016, dove la vinificazione si può considerare naturale, con poco interventismo, e la maturazione avviene per due anni in botti di rovere di varie misure. L’olfatto si apre su note floreali e balsamiche, un fruttato di mirtillo e mora, sentori di mirto e ginepro. Al palato si sviluppa gradualmente con una bella distensione, fino al finale intrigante con richiami di caramella di frutti neri e violetta. Ultima sorpresa della degustazione, Abbazia di Novacella – Lagrein Riserva Praepositus 2016, che esordisce all’olfatto con profumi che spaziano su note di confettura di mora di rovo, vaniglia, polvere di caffè, cacao, liquirizia, pepe nero. Il sorso è sinuoso, il tannino è nobile grazie a una lunga maturazione in barrique e accompagna per tutta la persistenza questa concentrazione di succo di mora e mirtillo sostenuta da una elegante presenza speziata-tostata.
[foto di Bruno Bellato]