Massimo Zardo
Da sempre Asolo e le sue colline sono meta prediletta della nobiltà europea,” buen retiro” di poeti e scrittori, fonte di ispirazione per pittori e artisti di ogni sorta, ma soprattutto terra di grande tradizione enologica e di ottimi vini dove, soprattutto negli ultimi anni, è possibile trovare vere e proprie perle.
E proprio per conoscere una, anzi due, di queste chicche che in una fredda serata di questa primavera che proprio non ne vuol sapere di sbocciare, ci ritroviamo ai piedi della rocca di Asolo, presso l’azienda agricola Cirotto, per un’altra delle “verticali solidali” di AIS Treviso.
Fondata nel 1949 dal nonno Leandro e successivamente guidata dal figlio Giovanni , ha avuto il suo punto di svolta all’inizio degli anni duemila quando i tre figli di quest’ultimo, assieme al genero Francesco, ne hanno preso le redini con il compito di rinverdirne le tradizioni portando nuove idee ed energie e rinnovandone la struttura.
Ad aspettarci troviamo Francesco assieme ai fratelli Gilberto, Monica e Barbara che ci accolgono con grande calore e disponibilità, tipici di chi fa dell’umiltà un valore, come fossimo noi a dover insegnare qualcosa a loro, e non invece noi ad aver tutto da imparare da loro. Ci accomodiamo nella barricaia circondati dalle cataste di bottiglie in affinamento e subito entriamo nel vivo della serata con un breve excursus sulle caratteristiche del Manzoni Bianco. Creato negli anni ’30 dal prof. Manzoni, preside della Scuola Enologica di Conegliano, è un incrocio tra Riesling Renano e Pinot Bianco, e sebbene sia ormai diffuso in molte regioni italiane, rimane ancora poco conosciuto e valorizzato. Adesso però la curiosità è tanta e quindi diamo via libera alla degustazione. I protagonisti della verticale stavolta sono ben due: il Sogno ed il Costalunga. Il primo è una vera rarità, un metodo classico da Incrocio Manzoni in purezza, senza dosaggio, nato da una felice intuizione di Francesco. Un vero e proprio “sogno” divenuto realtà. Il secondo invece è l’espressione più pura del Manzoni in terra d’Asolo e non solo. Come dimostra il vivace scambio finale di opinioni e apprezzamenti, gli assaggi si sono rivelati sorprendenti ed entusiasmanti e quindi lasciamo siano loro a continuare il racconto, non prima però di aver ringraziato Francesco e tutta la famiglia Cirotto per la splendida opportunità che ci hanno dato, augurandoci un arrivederci a presto.
SOGNO 2013 - (TRADIZIONE ed EVOLUZIONE)
Un colore che ricorda quello del grano estivo, anticipa esplosive sensazioni di pane lievitato, frutta matura, nocciole tostate, legate tra loro da una leggera ossidazione che ci porta oltralpe e lo fa assomigliare tanto ad uno Champagne. Il sorso è opulento, cremoso, perfetto nel suo non essere dosato, ricchissimo di frutta secca, burro di noccioline e sale. Vino evoluto e suadente che rispecchia tutta la tradizione dei classici Méthode Champenoise.
SOGNO 2012 – (MODERNITA’ e RIGORE)
Figlio di una estate torrida e di una vendemmia anticipata, fatica inizialmente a esprimersi prima di lasciarsi andare a fresche note di albicocca, timo, fieno fresco, gesso e crosta di pane. Palato vivissimo, di buona maturità e ancora marcato da una acidità tagliente e da una salinità che fa capolino solo in chiusura portando con sé mandorla ed erbe aromatiche. Spumante modernissimo, perfetto per chi cerca pulizia, rigore e grande freschezza.
COSTALUNGA 2017 – (ELEGANZA e GIOVINEZZA)
Color paglierino di buona intensità e grande lucentezza. Al naso è una esplosione di frutta e fiori, melone bianco, pesca, glicine, tarassaco, rosmarino e chi più ne ha più ne metta. Bocca sbarazzina, di grande freschezza e salinità minerale che sa di cedro e mandorla. Equilibrato e lungo. Vino elegante e di grande prospettiva ma non ancora del tutto compiuto, paga infatti ancora la sua giovinezza. Da bere tra un anno.
COSTALUNGA 2016 – (VIAGGIO e IDENTITA’)
Millesimo che sdogana l’incrocio Manzoni da piacevole bianco della provincia trevigiana a grande vino di livello italiano e non solo. Ampio, elegante, identitario, un calice che è un viaggio. Tantissima frutta esotica, quella dolce e caratteristica aromaticità che gli deriva dal riesling, e una grande morbidezza gustativa ci portano direttamente in Alsazia, poi arriva una ventata di fresca mineralità ed una leggera nota polvere da sparo e di colpo ci ritroviamo a Sancerre. Ed ancora, fiori di campo e miele, profondità di profumi e sapori, sapidità e freschezza tipici di un grande pinot bianco ci fanno giungere infine a Terlano. Superbo assaggio per questo Manzoni che riassume in sé le caratteristiche dei vitigni dai quali deriva in una identità personalissima e coinvolgente.
COSTALUNGA 2015 – (FRESCHEZZA e STATICITA’)
Assaggio spiazzante, soprattutto dopo il 2016, finché non ho capito il perché: il tappo a vite. Naso freschissimo di eucalipto, mentuccia, salvia, dal frutto croccante e quasi acerbo. La maturità si fa sentire per una delicata sensazione di idrocarburo in sottofondo. Dal corpo più esile del precedente ma di una acidità vibrante, rosmarino e lime, mandorla e sale maldon. Calice statico, che sembra fermo nel tempo, destinato ad invecchiare ma non a evolvere. Finché la freschezza lo sostiene è un vino buonissimo. Per gli amanti del genere, e io l’ho amato.
COSTALUNGA 2013 – (AVVOLGENZA e SICUREZZA)
Paglierino che vira verso il dorato. Olfatto dai toni dolci di ananas maturo, mango, burro fuso, camomilla, canditi. Sorso di grande morbidezza e avvolgenza pur essendo supportato da vivida freschezza. Forse a causa dell’annata calda, risulta essere leggermente meno preciso e netto degli altri ma è quello che definisco un “confort wine”. Un vino che da sicurezza e certezze, che ti avvolge e ti coccola. La sua burrosità, il suo essere così privo di spigolosità senza perdere niente in piacevolezza è confortante, ed è quello di cui tutti, in certi momenti, abbiamo bisogno.