Fabio Poli
Una bella giornata primaverile ha accolto quest’anno l’Anteprima Chiaretto che si è svolta il 10 e 11 marzo a Lazise riunendo sotto l’emblema del vino rosa le due sponde gardesane: Bardolino e Valtenesi.
Saranno i colori pastello, saranno i profumi, sarà il tramonto sul lago, ma il primo vino che qui ti viene in mente è un Chiaretto di Bardolino che, con la prossima vendemmia, avrà una sua specifica DOC. E non si fa fatica a credere che Wine Enthusiast abbia messo proprio il Lago di Garda tra le 10 destinazioni vinicole al mondo da vedere nel 2019, l’unica in Italia.
Vino popolare e conviviale, il Chiaretto ha gioco facile, soprattutto con la versione nata dalla Rosè Revolution iniziata con la vendemmia 2014: colori molto tenui, grazie al ridotto contatto con le bucce, profumi agrumati, tannini pressoché inavvertibili. Pochi polifenoli e quindi pochi rischi di ossidazione con lo scorrere del tempo, ma in compenso anche una vocazione alla longevità che amplifica i toni speziati.
Alla manifestazione i produttori erano presenti con l’annata in corso, talvolta ancora troppo giovane per essere apprezzata appieno e con l’annata precedente; qualcuno ha presentato anche annate meno recenti, tra cui Giovanna Tantini con la 2015.
I Chiaretto ora assomigliano più a bei vini bianchi che a dei rossi schiariti e, soprattutto, sono di grande beva, quindi occorre destagionalizzarne il consumo, non relegandolo solo al periodo estivo, ed anche ripensarlo a tavola, sottolineandone la versatilità che va oltre l’ottimo abbinamento con la pizza.
Ci siamo concentrati soprattutto sulla sponda veneta, assaggiando i 43 campioni di Chiaretto di Bardolino presenti in degustazione ed abbiamo notato che la denominazione è ormai compatta nell’abbracciare questa nuova filosofia produttiva. L’annata 2018, che è stata complicata per la gestione dell’iperproduzione dopo le gelate della 2017, ha forse come la 2014, unito maggiormente nello stile produttivo; a rinforzare le scelte si sono aggiunti gli ottimi riscontri positivi sui mercati, ottenuti da questa nuova versione.
Qui di seguito alcune annotazioni sugli assaggi che riteniamo rappresentativi.
Partiamo con il campione probabilmente dal colore più tenue, Tenuta La Presa. Solo lievi striature appena aranciate su un colore polpa di litchi, all’olfatto la freschezza del lime, ancora tanti agrumi e spezie: pepe bianco e cannella. Deciso nelle sensazioni fresche sul palato.
Colore rosa talco per Gentili, speziato all’olfatto, con sensazioni di erbe aromatiche che si aprono a nuances fruttate, con note di pompelmo e limone. Sulle papille forza e rigore, bella beva e finale sui toni appena ammandorlati.
Il colore della parte interna della cipolla di Tropea per Corte Gardoni, note di fiori freschi, il geranio, poi il legno di cedro e le balsamicità del chinotto. Sulle papille tanto sale, ritorni morbidi e freschezza misurata.
Rosa talco con riflessi aranciati di buccia di cipolla per Le Fraghe. Ampio e fresco all’olfatto nelle sensazioni di arancia, pompelmo, cannella, poi anche melone bianco e fiori di sambuco. Sapidità diffusa sulle papille, un tocco di freschezza e ritorni avvolgenti e gustosi.
Un tocco di rosa appena accennato per Vigneti Villabella Classico, al naso tocchi di legni profumati, cedro, sandalo, pepe bianco e poi di frutta secca, la nocciola e la mandorla, su un finale agrumato. Armonia tra grande freschezza e lunga sapidità, di grande beva.
Dal colore molto simile Guerrieri Rizzardi, che al naso si svela con note di caramella alla fragola e confetto, oltre agli ormai classici agrumi. Sulle papille appena un filo di seta e dal bel ricordo morbido.
Colore petalo di rosa appena accennato per Poggio alle Grazie. Un tocco di austerità per la giovinezza all’olfatto, per poi man mano svelarsi con spezie, agrumi e ricordi i freschi di timo e limoncella. Ambizioso. Sulle papille trovi il rigore che ti saresti aspettato: sapido e fresco all’unisono, con ritorni appena tostati e agrumati di buccia d’arancia e pompelmo.
Per finire i toni più cupi della rassegna con Villa Calicantus. Un cristallino rosa aragosta dalle sfumature aranciate (è l’unico prelevato da botte). Lo stile di questa azienda microscopica con fede biodinamica dice la sua. All’olfatto note tostate e speziate, poi i fiori, la viola e la rosa. Sulle papille forza e austerità, con ritorni morbidi di frutta secca e spezie.
Una bella Anteprima, che ha voluto porre l’attenzione sul termine vino rosa, da sostituire, anche istituzionalmente, al poco appropriato “vino rosato”. Qualche giorno dopo la manifestazione Il Consorzio del Chiaretto e del Bardolino, assieme alle altre cinque realtà del vino rosa italiano (Valtenesi Chiaretto, Cerasuolo d’Abruzzo, Castel del Monte, Salice Salentino, Cirò), ha costituito RosAutoctono, l’Istituto del Vino Rosa Autoctono Italiano. L’Istituto è presieduto da Franco Cristoforetti, presidente del Consorzio di Tutela del Chiaretto e del Bardolino.