Federico Cocchetto
Ogni abbinamento fa storia a sé, ma quello dello scorso 21 giugno, al ristorante pizzeria Le Terrazze di Villorba, è stato piuttosto uno stuzzicante incontro tra il vino ed il piatto più famosi al mondo.
Il fil rouge seguito per gli abbinamenti è stato quello di formare un percorso gusto olfattivo che risultasse sì armonico, ma soprattutto di rottura degli schemi.
La scelta delle pizze pensata dallo chef Giuseppe, campano DOC, è frutto di idee capaci di unire creatività e tradizione partenopea, in modo tale da fronteggiare adeguatamente le bollicine d’oltralpe.
Ecco che un piatto nato povero, ma assurto a fama mondiale per l’ecletticità delle varianti, è diventato ricco a tal punto da mettere in riga taluni champagne.
Il tocco finale è stato dato da Alessandro, chef di Villa Selvatico, che ha proposto un sorprendente dessert sospeso in equilibrio su un sottile filo a legare dolce e salato.
Ed ecco i protagonisti:
“Cremosa” (crema di asparagi, guanciale, fiordilatte, ricotta di bufala)
Arnould Reserve Gran Cru.
Il punto d’incontro dell’abbinamento è stata la delicata complessità aromatica del piatto con quella del Gran Cru, con leggera preponderanza del vino.
“Delicata” (fior di latte, cotto arrosto, zucchina cruda, pecorino, pepe)
Pascal Doquet “Diapason” Gran Cru.
La parte del leone è stata l’armonia, sia del piatto e sia del vino, capaci di scardinare l’inflazionato binomio pizza-birra.
“Tradizione campana” (fiori di zucca, acciughe, stracciatella di bufala, fiordilatte)
Thienot Vintage 2006.
Quest’annata, ben riuscita in questo Vintage 2006, si è dimostrata davvero larga, capace di accogliere i picchi gustativi dei fiori di zucca in tempura, la grande sapidità delle acciughe e la tendenza dolce dei formaggi.
“La ragù” (ragù, scaglie di parmigiano, stracciatella di bufala, basilico)
Gaston Chiquet Blanc de Blancs 2005.
Già il nome della pizza ha alzato notevolmente l’asticella dell’attenzione per una versione quanto mai singolare, ma questo grande BdB 2005 è riuscito egregiamente a fronteggiare l’impatto gustativo e la succulenza di un ragù dal tocco partenopeo.
“La nostra marinara” (pomodoro bruciato, crema all’aglio nero, origano)
Arnould Reserve Gran Cru.
La pizza più “semplice” è stata volutamente tenuta per ultima data la grande aromaticità e persistenza del pomodoro bruciato. Il Gran Cru in abbinamento è risultato essere il più capace di regolare e completare le citate caratteristiche del piatto. Qualche parere discorde, soprattutto per la sorpresa, ma eterogeneità positiva di giudizi per l’abbinamento che si è rivelato uno scontro gustativo tra titani.
Il dessert “Fragole, babà e sale”
Jean Milan “Tendresse” Gran Cru Blanc de Blancs Sec.
Probabilmente l’abbinamento più ardito, considerato la complessità del piatto ed il moderato residuo zuccherino, 20gr./lt, per questa alquanto rara versione “Sec”. Una volta di più i pareri degli ospiti sono risultati equamente divisi.
Uno squisito ringraziamento a Flavia Dal Col e Cristian De Marchi per l’ospitalità ricevuta e, soprattutto, per la complicità da veri gregari nel proporre un’idea glamour di Champagne avec pizza!