Dalla redazione
mercoledì 28 marzo 2018

Nel cuore della Valle della Loira

In viaggio con Cristiano Cini nel distretto di Anjou-Saumur

Vanessa Olivo


Quando si pensa alla Valle della Loira la prima immagine che solitamente si visualizza è quella del territorio che circonda questo fiume costellato di imponenti e maestosi castelli, testimoni culturali della sua illustre storia. Ma se si guarda meglio, si può notare come il paesaggio sia arricchito da estesi terrazzamenti di vigneti che qui trovano un terroir particolarmente vocato. Mille sono i chilometri di lunghezza della Loira, attorno ai quali si sviluppano circa 43.000 ettari vitati e 800 km di strada del vino. Una regione così grande in cui ogni più piccola zona manifesta la propria biodiversità e dove la coltivazione della vite avviene in perfetta armonia con la natura circostante. Non a caso il motto dei vignaioli della Loira è “Tous les vins sont dans sa nature”, tanto che qui la viticoltura biodinamica non è una moda ma una filosofia di vita.

Con il carisma, la semplicità e la professionalità che sempre lo contraddistinguono, Cristiano Cini, referente nazionale della Scuola Concorsi, ci ha accompagnato giovedì 15 marzo proprio in quello che è il cuore della Loira per scoprire l’area vinicola di Anjou-Saumur. Una tra le aree più interessanti di questa regione sia per il ventaglio di espressioni aromatiche che per la diversificazione delle tipologie di vino prodotte: in questa zona in particolare troviamo una delle espressioni più raffinate dello chenin blanc, oltre a dei Cabernet Franc di grande personalità.

Iniziando con il primo Chenin Blanc, troviamo il Clos de l’Ecotard - Domaine Michel Chevré - Saumur Blanc 2016 che si presenta con un accattivante colore giallo paglierino ricco di sfumature dorate, intenso e luminoso. Regala profumi di pompelmo, cedro e lime, note salmastre e iodate. Al palato è un’esplosione di freschezza e sapidità, il sorso è fragrante, intenso e vibrante, con ritorni finali che ripercorrono le note agrumate.

Il secondo vino, Roche aux Moines - Châteaux Pierre Bise - Savennières 2014, visivamente simile al campione precedente, all’olfatto si schiude su un frutto più polposo che ricorda la pesca, l’espressione minerale è più contenuta e si riflette su note di pietra focaia, spaziando poi su erbe aromatiche, miele, note balsamiche e resinose. Il sorso è pieno, rotondo, la freschezza è più moderata, non gioca su un impatto irruento ma dimostra spessore ed equilibrio. Grande persistenza che ricalca note fruttate ed erbe aromatiche.

Un’altra chicca della serata è il Vouvray Demi-Sec - Clos Naudin 2003, ottenuto da vigneti con un’età media di 38 anni, che ammalia lo sguardo con il suo colore oro, caldo e luminoso. L’olfatto viene travolto da un frutto in piena maturità, ricordi di caramella d’orzo, erbe aromatiche e l’inconfondibile impronta che solo la botrytis cinerea sa dare. Al palato esplode la mela cotogna, la dolcezza è presente (25 grammi/litro) ma ben mitigata dalla freschezza che ne esalta la bevibilità. Di certo non si direbbe che possa avere 15 anni, ben potendo reggerne ancora molti davanti a sé, e questo dimostra la grande longevità dei vini di questo territorio.

Primo esponente delle potenzialità del cabernet franc, l’Enlevement Demandé - Nicolas Reau - Anjou Rouge Clos des Treilles 2013, che sfoggia un rosso rubino con numerosi riflessi granati, di media trasparenza. All’olfatto dà prova di profondità, forza e carattere olfattivo, mentre si distinguono un frutto nero, il cassis, e note scure di china, rabarbaro, cuoio, liquirizia fino ad una sensazione ematica e ferrosa. Il sorso esprime quasi un succo di ciliegia matura, il tannino è elegante e la freschezza gustativa dà slancio.

Il calice successivo, Le Bonnevaux - P'tit Domaine - Saumur Champigny 2011, ha un approccio olfattivo più vegetale ed erbaceo, per poi spaziare su note fruttate, polvere di caffè, sigaro, cuoio, macchia mediterranea e una punta di rosmarino. Al palato emergono un tannino più graffiante del precedente e una buona freschezza.

Nel sesto calice un grande vino prodotto solo in annate favorevoli, il Domaine des Roches-Neuves - Saumur Champigny - La Marginale 2015, che si esprime con un vivace colore rubino dai riflessi porpora. Il timbro olfattivo si orienta verso un frutto rosso che spazia tra ciliegia, fragolina di bosco e lampone, fino alla gradevolezza di un petalo di rosa. La freschezza e la fragranza dei profumi si ritrovano nel ricordo di un’arancia rossa. Al palato si avvicina al primo Cabernet Franc, con la differenza che il tannino è più incisivo, seppur ben integrato nel sorso con un’importante freschezza. Scorrevole e di persistenza, racchiude la forza e la longevità della vigna vecchia.

 

[foto di Bruno Bellato]

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