Wine Experience
Dalla redazione
lunedì 5 febbraio 2018

Il Tai Rosso e i suoi fratelli

Un viaggio tra le diverse espressioni della grenache a casa del Consorzio Colli Berici

Alberto Ferron


La vecchia sede del Consorzio Colli Berici e Vicenza, che si trova nello storico Palazzo Pisani di Lonigo, nel corso del 2017 si è rinnovata. È stato fatto un apprezzabile investimento per trasformare il luogo, fino allo scorso anno adibito quasi esclusivamente ad uffici amministrativi, in un ambiente adatto ad accogliere e ospitare appassionati, enoturisti e tutti coloro che sono interessati a scoprire e conoscere i vini del territorio. AIS Vicenza ha colto l'invito del direttore del Consorzio, Giovanni Ponchia, ad inaugurare la rinnovata sede con una serata di degustazione.

È stato d'obbligo iniziare con il vitigno caratteristico del territorio: il tai rosso. Considerato un simbolo dei Colli Berici, viene denominato Barbarano se proviene dalla zona classica di produzione situata nei dintorni del comune omonimo, mentre in tutto il resto dell'areale a DOC si produce e commercializza con il nome di Tai Rosso. Questo vitigno per riuscire al meglio necessita di una particolare esposizione alla luce e al calore del sole, oltreché di un terreno piuttosto asciutto, sassoso ma nel contempo discretamente fertile e friabile. Il tai rosso si trova particolarmente a suo agio sui terreni ricchi di calcare e argille rosse ferrose come quelle dei Colli Berici. Durante l'era geologica dell'Eocene, in particolar modo nelle zone di Brendola, Sarego e Barbarano, il fondale marino esistente venne innalzato da movimenti tellurici e da pressioni di magmi sotterranei che solo marginalmente affiorarono. Vennero così create così due dorsali principali, quasi parallele, con orientamento nord-est/sud-est e divise nel mezzo dalla Val Liona. Lo studio di zonazione effettuato qualche anno fa ha idealmente diviso il territorio in 2 unità vocazionali che si differenziano notevolmente nella produzione dei vini. La zona più orientale dà prodotti generalmente più alcolici, con maggiore concentrazione di polifenoli e antociani. Il versante occidentale, invece, regala vini con un elevato grado di acidità e una forte  presenza di descrittori freschi: in pratica vini di pronta beva.

Le analisi condotte nel 2005 dall'Istituto Sperimentale per la Viticoltura di Conegliano hanno confermato la parentela tra il tai rosso e il cannonau sardo, il gamay del Trasimeno, la grenache francese e la garnacha, (sinonimo alicante) spagnola. Abbiamo pensato quindi con il tai rosso di andare per il Mediterraneo in " visita parenti ". Con il direttore del Consorzio e padrone di casa Giovanni Ponchia e i colleghi sommelier Giovanni Geremia e Claudio Serraiotto siamo partiti per questo viaggio.

Iniziamo la degustazione con i primi 2 vini dell'azienda Duca della Corgna, una cantina cooperativa che conta 200 soci nel cuore dell'Umbria etrusca. L'azienda vinifica 300 ettari di vigneto sulle colline che circondano il lago Trasimeno. La formazione del terreno è sedimentaria con tessitura che va da sabbio-argillosa ad argillosa.

TRASIMENO GAMAY Divina Villa 2016

Rubino tenue. Prevalgono note fruttate e floreali di lampone e ribes, glicine e violetta. Sapidità, e tannino sottilissimo. Scorrevole la beva sostenuta da ottima freschezza. Solo acciaio.

TRASIMENO GAMAY RISERVA Divina Villa 2015

Rubino che vira al granato. Frutti scuri e sottobosco, note speziate e boisé. Più compatto e balsamico al gusto e tannino sempre scorrevole. Retrogusto finale con ricordi di liquirizia ed erbe officinali. Fa 20 giorni di macerazione sulle bucce e dopo la fermentazione malolattica e passa 20 mesi tra barrique e bottiglia prima della commercializzazione.

 

La "Giuseppe Sedilesu" è un'azienda famigliare, con una storia trentennale alle spalle, che inizia a imbottigliare però i propri vini solo nel 2000. La proprietà si estende per circa 15 ettari nel cuore della Barbagia. I vigneti di cannonau, allevati ad alberello e con un'età media di cinquant'anni, si trovano a 650 metri slm. I terreni sono di origine granitica, sciolti, sabbiosi con piccole quantità di argilla e humus. Dei sei cannonau che l'azienda produce nelle varie versioni, noi abbiamo assaggiato il Mamuthone, il vino simbolo della cantina, che prende il nome della famosa maschera caratteristica di Mamoiada.

CANNONAU DI SARDEGNA Mamuthone 2015

Rosso rubino profondo con screziature granato. Eleganti sensazioni di macchia mediterranea con lavanda, mirto, rosmarino, resina e ginepro. Solo successivamente il frutto scuro e selvatico di more di rovo. Passo fresco e corpo agile dalla grande potenza espressiva. Spessore importante della struttura resa elegante ed equilibrata dalla bella freschezza. Matura 12 mesi in botti da 40 ettolitri e affina 3 mesi in bottiglia.

 

Dom Brial è una cantina cooperativa del Roussillon: regione della Francia meridionale vicina ai Pirenei, circondata su tre lati da montagne e affacciata sul mar Mediterraneo. I terreni sono variegati e composti da: graniti, scisti, argilla, ghiaia e ciottoli. Essendo la zona più soleggiata della Francia, le uve maturano benissimo. In questa denominazione tradizionalmente i vini sono frutto di assemblaggi. Il grenache è in compagnia di syrah, cinsaut e altri. Abbiamo degustato il Mirade, nuovo prodotto dell'azienda.

CÔTE DU ROSSILLON VILLAGES Mirade 2015

Rubino intenso e pieno. Tratto floreale penetrante di violetta e lavanda, noce moscata, timo, maggiorana e polvere di caffè. Poi gelè di frutti rossi, ginepro, carruba e pepe nero. Contrappunto aromatico che si ripercorre all'assaggio. Succoso e caldo con tannino garbato e beva piacevolissima. Cemento e acciaio.

 

L'azienda Piovene Porto Godi si trova a Toara di Villaga, nella parte meridionale dei Colli Berici. È una cantina storica del territorio che ha sempre creduto nel tai rosso. Tomaso Piovene è stato il primo a produrne una versione da lungo invecchiamento, il Thovara. Nella serata è stato degustato il Riveselle, prodotto di pronta beva dotata comunque di buona struttura e concentrazione.

TAI ROSSO Riveselle 2016 

Granato tenue e luminosissimo. Olfatto di lampone, rosa, ribes, pepe nero e radice di liquirizia. Gusto sapido e freschezza pronunciata. Tannino sottile e setoso. Chiusura fruttata che si imprime nel ricordo di questo vino. Acciaio.

 

Nel 1987 l'azienda Cavazza, sita a Selva di Montebello, acquista sui Colli Berici la Tenuta Cicogna. Questa è composta da cinquanta ettari di vigneto in collina sopra il paese di Alonte. Terreni composti da sassi calcarei e terra rossa, coltivati a guyot con 4000 piante per ettaro, non solo a tai rosso ma anche con cabernet, merlot e syrah. In degustazione il Corallo, nome che evoca perfettamente il colore del vino.

TAI ROSSO Corallo 2015

Rosso granato limpido. Lampone, fragoline di bosco e sfumature balsamiche pronunciate. Poi profumi floreali di viola e glicine. Sorso freschissimo dal sapore sapido e intenso. Tannino gentile, la chiusura è salina e delicatamente speziata. Affina 6 mesi in barrique di terzo passaggio.

 

La casa madre della cantina Dal Maso si trova a Selva di Montebello. L'azienda produce vini in tutte e tre le denominazioni della parte orientale della provincia di Vicenza: Gambellara, Monti Lessini e Colli Berici. Sui colli, il tai rosso la fa da padrone. L'azienda offre al mercato 3 vini con interpretazioni diverse di questo vitigno. Il Tai Rosso doc, più semplice e immediato, il "Montemitorio", selezione che rimane per 12 mesi in vasche di cemento e affina poi in bottiglia, ed  il "Colpizzarda," prodotto per la prima volta nel 2004, che matura 14 mesi in barrique top di gamma della cantina.

TAI ROSSO Colpizzarda 2015

Granato profondo. Denso anche all'olfatto si schiude lentamente con note intense di ciliegia, mora e viola appassita. Ancora cuoio e tabacco, chiodi di garofano e legno di cedro. Balsamico e morbido al gusto. Tannino composto e grande spessore della struttura. Vino da grandi carni rosse.

 

Chateauneuf-du-Pape è la denominazione più importante del Rodano meridionale. Regione assolata, arida e caratterizzata da un terreno pietroso composto da ciottoli tondeggianti chiamati "galet" su substrato di argilla e sabbia. Dei 15 ettari del Domaine Le Vieux Donjon 14 sono coltivati con vitigni a bacca nera e 1 a bacca bianca. Il grenache è di gran lunga il più piantato anche se l'appellation è famosa perché consente l'utilizzo di 13 uve diverse. Il vino che abbiamo degustato è composto per il 75% di grenache, 10% di syrah 10% di mourvedre e 5% di cinsault.

CHATEAUNEUF-DU-PAPE 2014

Granato tenue e vivace. Tratti raffinatissimi di lavanda, timo, rosmarino, garriga, pepe nero e liquirizia. Sapido e profondo al palato. Dotato di un equilibrio estremamente elegante, scandito da una freschezza che sostiene tutto il sorso. Suggestioni mediterranee tracciano la persistenza. Matura 15 mesi in botte grande.

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