Vanessa Olivo
Una degustazione dedicata alle produzioni di eccellenza del Consorzio Vini Alto Adige che ha trovato la sua voce in Pierluigi Gorgoni, enologo, docente presso la Scuola ALMA di Colorno e firma di alcune tra le più autorevoli guide del settore. Il filo conduttore della serata tenutasi venerdì 5 maggio al Novotel di Mestre è stato l’approfondimento dei vini altoatesini con un’attenzione particolare alle varietà dei vitigni che meglio si adattano a diverse altitudini. I vigneti altoatesini, infatti, pur occupando solo circa 5400 ettari raccolti lungo una direttrice di meno di 90 km, sono coltivati ad un’altitudine che va dai 200 ai 1000 metri a seconda delle zone vinicole. Nonostante la vicinanza vi sono sfumature nettamente diverse, dalla composizione dei terreni all’orientamento dei filari, dai microclimi all’altitudine fino alla preferenza dei vitigni coltivati, che hanno permesso di distinguere sette aree vinicole: la Bassa Atesina, l’Oltradige, Bolzano, la Valle dell’Adige, Merano, la Valle Isarco e la Val Venosta. A queste altezze le viti godono di molta luce grazie al sole che brilla per circa 300 giorni all’anno, di forti escursioni termiche tra giorno e notte e della protezione delle maestose Alpi pronte a creare uno schermo ai venti freddi settentrionali trattenendo le correnti calde del Mediterraneo. Questi sono alcuni dei fattori chiave che incoronano l’Alto Adige come un terroir altamente vocato per la coltivazione della vite, non a caso vanta una storia vinicola le cui prime tracce risalgono al 500 A.C.
Ma arriviamo al momento più atteso della serata, la degustazione magistralmente tenuta da Pierluigi Gorgoni che si è fatto interprete appassionato e competente di alcune eccellenze altoatesine.
[foto di Bruno Bellato]