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Dalla redazione
sabato 15 aprile 2017

Terrano: un vino portavoce della tradizione del suo territorio

Degustazione dedicata alla scoperta del terrano e dei suoi produttori

Vanessa Olivo


Nella serata del 28 marzo, presso il Novotel di Mestre, la Delegazione di Venezia ha ospitato Roberto Filipaz, Vicepresidente del Friuli Venezia Giulia e Delegato di Trieste, per guidarci alla scoperta del territorio del Carso attraverso il suo vino rosso per eccellenza, il Terrano. Presenti anche i produttori dei vini in degustazione, appartenenti all’Associazione dei Viticoltori Carso-Kras, nata allo scopo di tutelare e valorizzare la tradizione vinicola di questa zona.

Il Carso è un altopiano roccioso di origine calcarea che abbraccia le province di Trieste e Gorizia estendendosi anche nel territorio sloveno. È qui che si incontra il cosiddetto fenomeno del “carsismo”: le rocce calcaree sono permeabili all’acqua e, a lungo andare, queste ne vengono modellate creando grotte e doline. La viticoltura incontra un terreno difficile ma che con le giuste attenzioni può dare grandi soddisfazioni. Per poter piantare i vigneti la roccia calcarea va abbattuta così da creare dei micro-terrazzamenti da ricoprire con la terra rossa carsica ricca di ferro che si trova nelle doline. Se a ciò si aggiunge l’esposizione al vento di Bora si capisce che coltivare la vite in una zona così impervia e selvaggia non è per tutti. Tre sono i vitigni autoctoni più importanti: il terrano, un’uva a bacca rossa discendente dal refosco, la malvasia istriana, e la vitovska. In questa serata ci siamo dedicati al terrano, conoscendone delle interpretazioni sì differenti ma con una matrice comune: in tutte si percepisce chiara e predominante l’impronta di questo territorio così ricco di personalità.

In degustazione:

  • Refosco 2013 Grgic – vol. 13%. Vino che matura in botti di rovere per circa un anno, rosso rubino, emana sentori di marasca e ribes, spezie e cuoio, mentre al palato dominano freschezza e sapidità. Di media persistenza.
  • Refosco 2015 Lenardon – vol. 13%. L’azienda si trova in Istria, nelle colline di Muggia, il vino è un uvaggio di 55% refosco dal peduncolo verde e 45% refosco dal peduncolo rosso, vendemmia a maturazione spinta, vinificazione in acciaio. Si avvertono note fruttate di prugna e ciliegia matura, al palato è fresco e sapido, con una morbidezza maggiore rispetto al campione precedente.
  • Terrano 2015 Zagrski Milic. Vino che matura in legno, affiorano note fruttate accompagnate da sentori balsamici e speziati. Al palato esprime semplicità ma anche pienezza gustativa, con la freschezza in primo piano.
  • Terrano 2015 Ostrouska – vol. 11,5%. Rosso rubino di buona trasparenza, sprigiona profumi di ribes e caramella, scorrevole al palato dove emerge una forte sapidità.
  • Terrano 2015 Stanko Milic – vol. 10,5%. Colore rosso rubino profondo, compatto e vivace, si avvertono sentori di piccola frutta nera, sottobosco, muschio e terra. Al palato spicca un’evidente sapidità iodata.
  • Refosco 2015 Zahar – vol. 12,5%. Vino che riposa 12 mesi in barrique, regala al naso note di frutta rossa matura, cannella, sottobosco, macchia mediterranea e cioccolato. Il sorso è fresco, con buona sapidità e un’astringenza più evidente dei campioni precedenti.
  • Terrano 2016 Bajta – vol. 12%. All’esame olfattivo emergono sentori di amarena e frutta rossa matura, chiodo di garofano, noce moscata. Al sorso spicca sì la freschezza ma vi sono anche morbidezza, complessità e rotondità maggiori, favorite dalla surmaturazione delle uve.
  • Terrano 2014 Skerlj – vol. 11%. All’olfatto emergono note di frutta nera, cuoio e rabarbaro. Vino che esprime la propria identità territoriale con una sferzante freschezza che domina al palato.
  • Terrano 2014 Skerk – vol. 11%. Vino che riposa un anno in tini e un anno in botte, naso fine e fruttato con note di mirtillo, ribes e viola e lieve nota speziata. Il sorso è dotato di una buona freschezza gustativa, con rispondenza tra l’olfatto e gli aromi di bocca dove si ripercorre la frutta avvertita all’olfatto che trova sostegno nella ben presente sapidità.

[foto di Bruno Bellato]

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