Flavio Buratto
Si è recentemente svolta la terza tappa del Tour de France, che la Delegazione AIS di Treviso sta affrontando con grande interesse, con arrivo, dalla Borgogna, a Châteauneuf-du-Pape nella valle del Rodano meridionale: relatore d’eccezione M.eur Guy Vatus, autorevole e “autoctono” conoscitore, affiancato dal nostro collega Stéphane Grenet.
Questa città, che deve il nome al castello costruito da Papa Giovanni XXII, è rimasta nella storia poiché residenza estiva dei Papi che, per ragioni politiche e di sicurezza nel 1300 per 70 anni, abbandonarono Roma e si rifugiarono ad Avignone. La presenza dei Papi, appassionati di buon vino, diede tale impulso alla viticultura da definire il vino prodotto nell’area vin du Pape, e il suo successo, nelle corti europee dell’epoca, tra alterne vicende è giunto a noi attraverso i secoli.
In epoca moderna, tre date segnano il rilancio della denominazione. Il momento più significativo è da collocarsi nel 1923, quando sono fissate regole molto rigorose di vitivinicoltura e zonazione, dopo un periodo forse tra i più bui per il rinomato vin du Pape: prodotto in quantità e svilito a vin de médicine, soleva prendere la strada della Borgogna a rinforzare di colore e struttura quei vini. Nel 1933, queste regole sono assunte dalla legislazione francese come norme generali di vitivinicoltura e delimitazione geografica, e nel 1936 infine il Châteauneuf-du Pape ottiene, primo in Francia, l’A.O.C. - Appelation d’Origine Contrôlée.
È invece del 1937 la creazione del marchio che contraddistingue, con mitra papale e chiavi di San Pietro in rilievo sulla bottiglia, i vini di Châteauneuf-du Pape.
Delimitata la produzione in 5 comuni, le rese sono bassissime, 35 hl/ha, e l’affinamento avviene in foudre di legno da 150/200 hl, a cui si è tornati, dopo che negli anni novanta il “verbo” di Bobby (R. Parker, ndr), così soprannominato da M.eur Vatus, aveva snaturato questi vini con l’uso esagerato delle barrique, fino a farli diventare tisane de bois.
Terra essenzialmente di rossi, i vitigni consentiti sono 13. Impera il Grenache, con l’ausilio di Syrah, Mourvèdre e in parte Cinsault, a bacca rossa, ed eventualmente di Roussanne, Bourboulenc e Clairette, a bacca bianca. Di poco impatto o per nulla usati i vitigni rimanenti (pochi Domaine ormai li producono e soprattutto utilizzano nel blend).
Tre gli elementi che caratterizzano il terroir: il fiume Rodano, che attraverso depositi successivi ha ricoperto con i famosi galet - ciottoli grossi anche come palle di rugby, sottolinea M.eur Vatus - un sottosuolo oggi variegato: rosso argilloso, argillo-sabbioso e argillo-calcareo (fondamentale la presenza di argilla in una superficie altamente drenante per immaganizzare acqua e restituirla alle viti). Il Mistral, vento che qui soffia vigoroso e quasi costantemente, che consente di tenere lontane le nubi da pioggia e garantisce un perfetto stato di salute all’uva, mantenendola asciutta ed eliminando il pericolo di marciumi. Il numero elevato di ore di sole e luce, che favorisce la piena maturità delle uve.
Tutte condizioni che privilegiano il sistema di allevamento à gobelet - ad alberello -, proprio per resistere alla forza del vento, e col fogliame proteggere i grappoli dal sole.
Va sottolineato che il 20% del vigneto di Châteauneuf-du-Pape è condotto con viticoltura biologica o biodinamica, rispetto al 7% a livello nazionale.
I vini degustati, qui sotto elencati, tra i quali un bianco che ha davvero sorpreso, scelti appositamente, hanno evidenziato profili sensoriali singolarmente diversificati proprio legati ai suoli di provenienza, convincendo complessivamente per il variegato e fine profilo olfattivo, l’elegante intensità e morbidezza al palato, una piacevole freschezza e mineralità, tannini dalla trama fine, un finale persistente e, se non sapido, gradevolmente asciutto.
Termina così un 2016 ricco di degustazioni ed eventi, che speriamo abbiano coinvolto e soddisfatto la curiosità e la passione dei colleghi di delegazione. Mentre già lavoriamo sul programma del primo semestre 2016, che comunicheremo a breve, inviamo a tutti un augurio di Buone Feste.
VINI IN DEGUSTAZIONE