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Dalla redazione
giovedì 11 febbraio 2016

La Valle della Loira: risalendo il corso del fiume dei re

Grande partecipazione per la prima tappa del viaggio alla scoperta dei vini della Valle della Loira, sotto la guida del Presidente Ais Trentino Mariano Francesconi

Maria Grazia Melegari


Giovedì 4 febbraio, all’Hotel Best Western CTC di San Giovanni Lupatoto, grande partecipazione per la prima tappa del viaggio alla scoperta dei vini della Valle della Loira, sotto la guida del Presidente Ais Trentino Mariano Francesconi. Non era facile condensare il panorama storico, viticolo ed enologico della terza regione di Francia per estensione vitata (70.000 ha di cui 52.000 ad AOP), una tra le più articolate e ricche di denominazioni e tipologie  (blanc, rouge, rosé, fine bulles, molleux). Missione compiuta, possiamo dire, avendo percepito la soddisfazione dei fortunati presenti che sono rimasti incollati alla sedia, seguendo l’approfondita narrazione di Mariano per oltre tre ore.

Sulle acque navigabili e sicure del più lungo fiume di Francia, scorre la storia millenaria di protezione della vite e della produzione del vino: dall’epoca romana, ai monasteri medioevali, al susseguirsi delle dinastie regali – i Capetingi, i Plantageneti e i Valois con i favolosi castelli lungo il suo corso - fino all’avvento della borghesia. La Val del Loire è un territorio dalla profonda vocazione viticola; oggi può contare su ben 800 km della Route de Vignobles ed è divenuta Patrimonio dell’Unesco. Questo primo incontro è stato dedicato ai territori e ad alcune delle AOC più rappresentative dell’area più occidentale che comprende, partendo dalla foce della Loira, il Nantais, l’Anjou- Saumur e la Touraine.

 

LA DEGUSTAZIONE

IL NANTAIS

Nella Regione di Nantes, la vicinanza dell’oceano Atlantico porta variazioni stagionali attenuate, inverni miti ed estati caldo umide. I suoli sono molto vari: sabbie, rocce acide ricche di potassio, rocce basiche ricche di magnesio e ferro. I vitigni a bacca bianca più diffusi sono il melon de Bourgogne che occupa il 90% della produzione con il muscadet, il vino più popolare in Francia, e il folle blanche. Piuttosto esigua la presenza dei vitigni a bacca nera (0,4%) con il gamay e il cabernet franc. Per la degustazione sono state scelte due diverse espressioni del Muscadet, prodotte da una stessa azienda. L’AOC Muscadet Sevre-Et-Maine comprende i vigneti di 23 comuni a Sud Est di Nantes, attraversati dai due piccoli fiumi dai quali prende il nome.

Domaine de L'Ecu - Expression de Granite  Muscadet-Sevre-Et-Maine. 2014 L’azienda è biologica dal 1975 e da qualche anno in produzione biodinamica. Il vino (100% melon de Bourgogne da vigne di 45 anni) presenta le caratteristiche note Musqué molto leggere ed eleganti, con toni di pesca, agrume ed elicriso. Bella la progressione gustativa, molto verticale e sapida. Il nome del vino rende bene la descrizione dei terreni, ciottolosi su sottosuolo di granito e mica.

Domaine de L'Ecu - Classique Orthogneiss  Muscadet-Sevre-Et-Maine 2011 Cambiano i suoli, qui profondi e granulosi, su sottosuolo di gneiss. Vengono esaltate molto bene le principali caratteristiche del Muscadet: la freschezza e soprattutto la complessità che derivano dalla particolare metodologia produttiva di questo vino, compiuta “sur lie”, cioè con un lungo affinamento sulle fecce fini (qui 18 mesi, con lieviti indigeni). Molto ampio all’olfatto, parte con note fragranti di pesca che lasciano il posto a note salmastre e di mostarda, di assenzio e grano d’incenso, ha un ottimo impatto gustativo, con una spiccata sapidità e un finale che ricorda il rafano.

 

L’ANJOU- SAUMUR

Spostandosi verso est, l’Anjou si caratterizza per il clima oceanico con inverni miti, estati calde e soleggiate con deboli scarti termici, mentre nella Saumur, con la presenza di moderati rilievi collinari, il clima tende a variazioni stagionali più marcate. I terreni sono molto vari, con sottosuoli scistosi di ardesia, arenaria, carboniferi e filoni di rocce eruttive. Il principale vitigno a bacca bianca nell’Anjou è lo chenin blanc. I principali vitigni a bacca rossa sono il cabernet franc e il gamay. In Saumur il cabernet franc è protagonista, in particolare con i vini dell’Aoc Saumur-Champigny, prodotti solo in versione rossa, strutturati, eleganti, con prospettive di lunga evoluzione.

Château Pierre Bise Savennières-Roche aux Moines - Savennières-Roche-aux-Moines 2013 L’AOC Savennière-Roche-aux-Moines occupa una superficie di 33 ha posta su un pendio perpendicolare al fiume e magnificamente esposto a sud-est; il nome ricorda il ruolo fondamentale dei monaci nella diffusione della coltura della vite nella zona. L’azienda, in conversione biologica, produce questo chenin blanc in purezza da viti di 30 anni. I suoli sono ricchi di scheletro, con sottosuolo di scisti calcarei e inserti vulcanici. La fermentazione e l’affinamento avvengono in fusti di rovere da 4 hl. Siamo in presenza di uno dei migliori Cru della regione: il vino mostra il carattere distintivo dello chenin blanc, potente, ma sempre un po’ crudo nell’ espressione gustativa. L’attacco è vanigliato, di miele d’acacia, agrumi, fieno. In bocca è avvolgente, sapido e con una vivace acidità. Lasciato nel bicchiere, evolve su note eleganti di tarassaco e polline. L’abbiamo bevuto troppo giovane!

Richard Desouche (Le P'tit Domaine) - Les Bonnevaux Saumur-Champigny 2011 Si tratta di un piccolo produttore che conduce poco più di due ettari in regime biologico. Le vigne di cabernet franc hanno 40 anni e poggiano su terreni tufacei-gessosi, con sottosuolo argilloso. La fermentazione avviene in acciaio con lieviti indigeni e l’affinamento in barrique per 18 mesi. Questo vino colpisce per la bella bevibilità e per l’eleganza, se raffrontato con alcune espressioni “nostrane” del vitigno. Al naso presenta toni fumé, polvere di caffè e cioccolato, sostenuti da un bel frutto di lampone e ciliegia. Le note erbacee non sono troppo rustiche e nemmeno amare, ma virano verso il floreale di violetta. In bocca è equilibrato, con un bel finale di lampone.

 

LA TOURAINE

Et voilà la regione della Loira più nota e scelta da milioni di turisti che ne visitano i celebri castelli. La Touraine produce per il 58% vini rossi, in prevalenza da cabernet franc e gamay; sono presenti anche altre varietà come pinot noir, grolleau, pineau d’Aunis. Per i vini bianchi è ancora protagonista lo chenin blanc, assieme al sauvignon blanc. Al crocevia di influenze oceaniche e continentali, la zona è caratterizzata una grande varietà di microclimi I suoli sono tufacei gessosi, su sottosuoli di argilla.

Domaine du Clos Naudin Vouvray - Vouvray 2003 L’Aoc Vouvray comprende 7 comuni a est di Tours. I suoli di tufo sono ricoperti di “perruche” (argille e silice). Da chenin in purezza si ottengono diverse tipologie:, più del 70% sono “fines bulles”, il resto bianchi tranquilli (sec, demi-sec, tendre o molleux, a seconda degli zuccheri residui naturali). Questo Vouvray è un demi-sec prodotto da vigne di chenin blanc di 37 anni e condotte in regime biologico. Si sente l’annata calda, nelle note evidenti di surmaturazione: pesca sciroppata, mango, a cui seguono crema pasticcera, caramello, su un finale di cannella e nocciola. I Vouvray sono vini molto longevi (dai 10 ai 40 anni) che dovrebbero mostrare una più spiccata acidità e una minore rotondità gustativa.

Chateau de Bellerive - Quarts de Chaume Quintessence Quarts de Chaume 1997 Questa piccolissima Appellation di circa 40 ha è divenuta un Gran Cru nel 2011 e comprende esclusivamente una parcella in solo comune affacciato sul Layon (affluente della Loira) Rochefort-sur-Loire. Il particolare microclima favorisce la presenza della Botritys Cinerea che qui si esprime in un vino da chenin blanc di ottimo carattere, avvolgente e concentrato. Affascina per la sua complessità olfattiva con note di cipria, zafferano, curry, albicocca disidratata.

Moulin Touchais Coteaux du Layon - Coteaux du Layon 1981 I vini dell’Aoc Coteaux du Layon sono prodotti da chenin blanc con vendemmia tardiva e sono caratterizzati da una presenza più o meno importante di Botritys Cinerea. Quest’azienda possiede 150 ettari di cui 35 sono destinati alla produzione di vini dolci. Circa il 20% dell’uva è raccolta in anticipo, la restante è sottoposta a vendemmia tardiva, ma con presenza scarsa di botrite. Il vino esce in commercio dopo almeno 10 anni di evoluzione. Qui 89 g/l di zucchero e 8 gr di acidità disegnano veramente un vino spettacolare. Il colore è ambrato, profondo e luminoso. Al naso, inizialmente, si avverte la nota ancora acerba e verde tipica dello chenin blanc, poi si apre verso la mela cotogna e la caramella d’orzo. Avvolgente al palato e molto persistente, termina con una piacevole nota amarotica finale. Una stupenda degustazione!

L’appuntamento è per la prossima tappa, risalendo la Loira, alla scoperta altre eccellenze: Sancerre, Pouilly Fumé e altre sorprese. Un grazie di cuore a Mariano Francesconi.

Album e foto di Federico Marconi:  ALBUM

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La degustazione seguirà alla riunione dei soci che inizierà alle 20.30 e durerà
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