Corinna Gianesini
“No, cosa sono adesso non lo so” recita uno dei pezzi più famosi di Premiata Forneria Marconi, “Impressioni di Settembre”. Se Amarone fosse una persona probabilmente avrebbe cantato così nel settembre 2012.
Una grande quantità di operatori, giornalisti e appassionati è accorsa al Palazzo della Gran Guardia di Verona per incontrare il nuovo Amarone all’Anteprima che il Consorzio Tutela Vini della Valpolicella ha organizzato per il tredicesimo anno. Durante il convegno di apertura, moderato da Andrea Scanzi, a cui sono intervenuti il presidente Marchesini e Denis Pantini di WineMonitor, il professor Diego Tomasi del CRA di Conegliano, ha definito il 2012 “un’annata capitale”. E’ stata infatti la prima di una serie caratterizzata da una forte imprevedibilità climatica che ha piegato al suo volere i desideri e le aspettative di chi coltiva l’uva atta a diventare uno dei vini più famosi del mondo.
La primavera 2012, piuttosto piovosa, ha rallentato lo sviluppo vegetativo, ma il mese di giugno, momento della fioritura,ha dato avvio ad un’arsura caratterizzata da tre forti ondate di calore che hanno costretto le viti ad arrestare la fotosintesi clorofilliana per difendersi dal sole. Il caldo è stato interrotto solo dalle provvidenziali precipitazioni di metà luglio e fine agosto. L’andamento stagionale ha indotto i grappoli a rimanere un po’ più piccoli e meno compatti del solito, con la pelle sottile che ha facilitato l’appassimento naturale dei chicchi, donando aromi di frutta matura ed una buona estrazione di colore, a discapito però di profumi più freschi e di tannini vigorosi. Le scelte in vigneto nel mese di settembre sono state decisive per assicurare un alto livello qualitativo del vino. Ciò che è emerso dai 77 campioni assaggiati alla cieca, di cui ben 44 prelevati da botte e 33 in bottiglia, è che l’Amarone 2012 risulta in generale più morbido e con una beva forse più facile rispetto ai fratelli maggiori. Non eccede nell’alcol, ha una freschezza moderata ed è caratterizzato da tannini ancora acerbi che potranno forse diventare la colonna portante di questo vino negli anni. Emergono quindi le aziende che hanno saputo individuare il momento giusto per raccogliere le uve, e per pigiarle, dopo l’appassimento, riuscendo a mantenere il carattere ed il vigore che da sempre caratterizzano questo vino.
A breve sul nostro portale il resoconto degli assaggi che ci hanno maggiormente impressionato.