Luca Ballarini
Singolare la storia dell’azienda vitivinicola Theresa Eccher. Daniela, trentina della Val di Non ed Andrea veneziano, risiedono a Verona, non sono vignaioli di famiglia anzi, entrambi si sono sempre occupati di tutt’altro eppure, una quindicina di anni fa decidono di dar vita ad un sogno che presto diventa una realtà enologica affermata dall’altra parte dell’Italia, in una delle zone più vocate della Sicilia, sul Vulcano, una creatura che vive di vita propria, dal momento che “Lei” -mai usare il maschile, come ben sanno i siciliani- di fatto vive, si muove e con le sue lave e ceneri che tuttora sparge sul territorio, nutre e difende le vigne rendendole inattaccabili da ogni malattia fungina; non è un caso che sull’Etna dimora forse il più alto numero di vigne pre fillossera a piede franco e ciò si traduce in un’accentuata tipicità dei vini.
La serata organizzata da Ais Verona e condotta istrionicamente da Gianpiero Nadali, più che un evento didattico è stato un percorso logico che ha abbracciato anche il genius loci, infatti, se mutevoli erano i sentori che la personale predisposizione della platea suggeriva, nell’approccio al bicchiere “La Montagna”, come anche viene localmente chiamata, è sempre riuscita ad emergere con le sue diverse declinazioni; dalla percezione fosforica del fiammifero, caratterizzante i bianchi da carricante in purezza, alla altrettanto aggraziata nota di grafite che ha accomunato le tre etichette dei rossi da nerello mascalese e cappuccio.
Nei cinque versanti, Nord, Nord-Est, Est, Sud-Est, Sud si sviluppano veri e propri microclimi in funzione della quota del vigneto, della pendenza e non solo: le variazioni di soleggiamento dovute alla forma troncoconica mutano persino all’interno dello stesso appezzamento e le escursioni termiche giornaliere e quelle dovute alle variazioni di altitudine creano un'infinità di espressioni enologiche che portano di fatto a spingersi ulteriormente nella classificazione in contrade generando una sorta di mappa dei cru con una precisione estremamente doviziosa.
1. Etna Bianco Doc Contessa de Vento 2023 - Versante Est, contrada Caselle
Da carricante in purezza allevato a cordone speronato a 800 m.s.l.m. in una zona dove il forte vento proveniente dal mare dona ricchezza di profumi; in questo vino, tanto elegante quanto singolare, i sentori spaziano dalla frutta a polpa bianca, scorza d’agrumi, macchia mediterranea e note minerali che ritornano anche al retrolfatto sfumando in una piacevole salinità che contribuisce a conferire finezza al punto che, più che invogliare, rende impossibile astenersi ad un sorso successivo.
2. Etna Bianco Doc Alizèe 2022 - Versante Nord, contrada Moganazzi
A dimostrazione di quanto il terroir possa condizionare il risultato, in quest’altro carricante, sempre vinificato in purezza, le note di frutta sono decisamente più mature e si intrecciano a profumi di fiori bianchi e gialli tra i quali spicca la ginestra. La sapidità vira dalle percezione salina a quella di argilla che si integra ad una intrinseca morbidezza.
3. Etna Rosato Dop Ariel 2022 - Versante Nord, contrada Montelaguardia
Intrigante color ramato cristallino estremamente vivido, preludio di successive sensazioni fresche e asciutte tipiche del nerello mascalese. Vinificato in purezza da un’unica specifica parcella. All’olfatto sovvengono nette percezioni di fragoline di bosco, lamponi e frutti maturi perfettamente integrati a percezioni minerali che richiamano il suolo lavico da cui il vigneto trae il prezioso nutrimento; le basse rese conferiscono un’importante struttura. Non teme abbinamenti con piatti importanti.
4. Etna Rosso Doc Passione 2022 - Versante Nord contrada Santo Spirito
La tipicità del nerello mascalese affiora da subito dal colore rosso rubino scarico e dall’impronta di piccoli frutti rossi freschi e croccanti accompagnati da note speziate di pepe e da petali di rosa.
Fresco e dal tannino vivace ma mai invadente, grazie alle immancabili percezioni di matrice vulcanica incarna l’essenza stessa dell’Etna.
5. Etna Rosso Doc ER 2017 - Versante Nord contrada Moganazzi
80% nerello mascalese 20% nerello cappuccio. Sosta trenta mesi in barrique di terzo passaggio di rovere francese ed un anno in bottiglia. Si esprime attraverso variegate note di frutti rossi maturi tra cui la ciliegia e la prugna. Una netta percezione di polpa di pesca nella parte più prossima al nocciolo, e un piacevole sbuffo balsamico su uno sfondo di caffè e cuoio, ne completano il profilo olfattivo. All’assaggio si dimostra piacevolmente secco e il sottile tannino accarezza il palato rendendo estremamente gradevole il sorso.
6. Etna Rosso Doc Altero 2016 - Versante Nord contrada Pontale Palino
Da una vigna di nerello mascalese che conta ben 120 anni di vita e dimora su di una colata lavica risalente al 1881. 40 mesi di maturazione in legno di botte grande e 12 mesi di affinamento in bottiglia.
Opulento e di grande concentrazione ammalia per le sue note balsamiche che sconfinano in sensazioni eteree. Richiami di viola a cui si aggiungono percezioni di caffè, tabacco, anice stellato, mallo di noce e un intrigante ricordo di caramella al malto d’orzo lo rendono estremamente affascinante ad ogni successiva olfazione. Il tannino setoso e di puro velluto insieme all’impronta fresca e sapida più che mai viva concorre ad ottenere una grande armonia che lo rende un perfetto vino da meditazione.