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Dalla redazione
lunedì 17 febbraio 2025

Amarone Opera Prima 2025

Orgoglio rosso e identità territoriale


Gaia Castellani

 

L’evento Amarone Opera Prima 2025 ha messo in evidenza il valore dell’identità territoriale, rivelando le molteplici sfumature dell’annata 2020 e contribuendo a posizionare l’Amarone in modo esclusivo, con una valorizzazione che ne rafforza la coerenza e l’unicità.

È la Valpolicella a definire l’anima dell’Amarone: un legame indissolubile con la terra, che deve rappresentare una caratteristica distintiva per questo “orgoglio rosso”.

Dalle degustazioni emergono evidenti le caleidoscopiche combinazioni tra terroir, condizioni pedoclimatiche e le singole interpretazioni delle cantine, rendendo di fatto questa denominazione unica e irripetibile.

Nei vigneti di Secondo Marco, ai piedi della vallata di Fumane, l’Amarone esprime pienamente lo stile dell’azienda per la sapidità e la setosità del tannico, con espressioni olfattive floreali, accenni di rabarbaro e una nota balsamica.  

Scollinando il paesaggio cambia e svela nuove sfumature. All’incrocio con la valle di Marano le viti di Terre di Leone penetrano in profondità nell’antico sedimento lavico e caratterizzano l’Amarone, ancora carminio lucente, con un frutto scuro che si intreccia a note balsamiche e con una spiccata freschezza. La valle, ai tempi medievali, chiamata Pruviniano, ha ispirato Domìni Veneti che ne celebra l’essenza con l’Amarone Maran, dal luminoso rubino, che introduce sentori di ciliegia appena messa sotto spirito seguiti da vaniglia e cioccolato. Il sorso è morbido e il tannino elegante è ben bilanciato con la nota sapida che lo allunga.

Proseguendo verso est, si raggiunge la Valpantena. La Collina dei Ciliegi, ai confini con la Lessinia, presta grande attenzione al terroir e all’altitudine e questo potenziale si traduce nell’Amarone Ciliegio, immediato e pieno. Il profumo si apre sulla frutta, la ciliegia fresca richiamata anche dal nome, mentre il sorso, secco e piacevole, risulta equilibrato.

Appena più in là, in alta Val Squaranto, il Corvinone su suoli di Biancone ovvero di calcare bianco, è l’elemento caratterizzante dell’Amarone di Torre di Terzolan. Il colore rubino introduce una complessità olfattiva in cui la ciliegia matura incontra la viola, con un accenno di buccia d’arancia e spezie. Il sorso è setoso, bilanciato tra freschezza balsamica e tannino.

Scendendo a Marcellise, Cavedini incarna il carattere dell’Amarone con una struttura elegante, fine e un profilo olfattivo ben definito. Fiori e frutto croccante spiccano di primo acchito. Al palato è equilibrato, con un tannino armonico. 

Sulle ventilate colline di Pian di Castagnè, non lontano dalla Val di Mezzane, Ca’ dei Frati ritorna alle origini veronesi con Pietro Dal Cero: il colore rubino profondo e intenso anticipa un bouquet che si riflette anche nei profumi, con frutti scuri quali prugna matura, note floreali di rosa canina ed un delicato tocco di grafite. Il sorso è intenso, strutturato e di gran carattere. 

In Val di Mezzane invece, Roccolo Grassi produce il suo Amarone dalle vigne più vecchie che traggono eleganza e complessità da suoli vulcanici: frutto, fiore e spezie si intrecciano con un finale di liquirizia ed una freschezza mentolata, in attesa della piena maturazione espressiva ma già di precisa personalità.

Risalendo la Val d'Illasi, la più lunga e sinuosa delle vallate lessiniche, l'Amarone Santi dedicato al fondatore completa il suo percorso espressivo, iniziato nella calcarea Valpantena: il bouquet si intensifica e la ciliegia si fa prugna, la rosa canina appassisce, le componenti tanniche fresche dialogano con un finale vellutato.

Si arriva ai confini orientali della denominazione, al limite della DOC, in Valle Tramigna: qui i suoli ricchi di scheletro e prevalentemente calcarei si esprimono nella potenza e profondità dell’Amarone. Quello di Bennati, dal carminio molto fitto, che si riflette nell’olfatto in un frutto maturo e scuro e si evolve con note floreali, soprattutto violetta, e altre che ricordano il cuoio. Ca’ Rugate con Punta 470 nella zona collinare tra Montecchia di Crosara e Cazzano di Tramigna, propone un Amarone con richiami di ciliegia in un campo di rose. Le spezie, ben dosate, aggiungono profondità senza sovrastare il frutto. Il sorso è bilanciato e armonioso.

La selezione proposta di alcune tra le eccellenze dell’anteprima 2020 ha di fatto evocato un vero e proprio viaggio tra i crinali e le valli della Valpolicella suscitando nitide suggestioni visive di luoghi, che mostrano, da ovest ad est, intrecci di espressioni vitivinicole e paesaggi, rivelatori delle molteplici sfumature dell’Amarone

 

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