Wine Experience
Dalla redazione
giovedì 13 febbraio 2025

Madeira: il caldo vino dei navigatori


Gruppo redazione Ais Treviso

 

Come siete rimasti tu e il diavolo con la tua anima, ch’hai barattato con lui lo scorso Venerdì Santo in cambio d’un boccale di Madeira ed un cosciotto di cappone freddo?”. Correva l’anno 1597. I versi sono quelli rivolti a Falstaff nell’Enrico IV e la mano non è una qualunque: è quella di Shakespeare. Rimbalza nell’arte e nella Storia, la fama del vino Madeira. Supera gli oceani e sigilla in un brindisi anche la dichiarazione d’indipendenza degli Stati Uniti d’America: 1776.

Vino famosissimo, vino pregiatissimo, vino dei ricchi e dei potenti, trascinato nell’oblio ma capace di “ri-nascere” negli ultimi cinquant’anni. A Treviso, allora, è riuscita l’impresa di un viaggio nel tempo e nello spazio: tuffare il naso e il palato in una degustazione di annate. AIS Treviso ci ha creduto fino in fondo e ha portato in una serata d’eccezione, mercoledì 29 gennaio, sette referenze dell’azienda D’Oliveiras, tutte raccontate da Gianni Degl’Innocenti, relatore AIS e grande appassionato di quel vino portoghese fortificato che ha definito come “un’Araba fenice”.

Vino fortificato, il Madeira, plasmato da calore, umidità e ossidazione, a ricordare il lavorio nelle “pipe” trasportate nelle calde stive delle lunghe traversate in mare. “Vino del ritorno”, perché da quei viaggi in nave ci si accorse che tornava migliore che all’andata. Vino dalle mille identità, dalla dolce Malvasia al secco Sercial, al quasi introvabile Terrantez.

Il Madeira vive un’ascesa sicura e potente, da quando, nel XV secolo, quell’arcipelago di vette scoscese, suoli vulcanici e venti oceanici venne scoperto in mezzo all’Atlantico, al largo del Marocco, e poi colonizzato, coltivato, terrazzato. Bandiera portoghese, uno zampino veneziano con Alvise Da Mosto che porta la malvasia candida, la fatica di una viticoltura eroica e poi un esplodere di commerci quando si aprono le rotte per le Americhe e le Indie, ma soprattutto quando entra nel cuore degli inglesi, capaci di dettarne il destino nel bene e nel male. L’oblio arriva purtroppo ancor più rapido, per quel “caldo vino dei navigatori”, quando tra Ottocento e Novecento irrompono malattie e parassiti della vite, crisi dei commerci, guerre mondiali.

Anche il Madeira è stato “nell’inferno” dei dimenticati, ma il Portogallo che si affaccia in Europa come Repubblica dopo la dittatura di Salazàr riallaccia a poco a poco i fili della storia: si reinnestano le viti, nasce nel tempo un disciplinare e un istituto di controllo, l’IVBAM.

Così il Madeira sta tornando al suo posto: quello dei vini più ricercati in tutto il mondo. Ancora timido nelle quantità, forse, ma sorprendente nei colori, spavaldo nei profumi e nei sapori di chi sa maturare con pazienza, in una lunga attesa. Quindici, venti, cinquant’anni per chi non ambisce ai Madeira dei secoli passati. Il tempo fa ancora il suo lavoro, modellando una sorpresa preziosa nel calice.

Note di degustazione

 

TINTA NEGRA  AGED 15 ANOS

Blend base. Grado: 18,9%. Zuccheri: 72 g/l

Incalzano i profumi di agrumi canditi, caramello, mandorle e poi resine, noci, pan di zenzero, smalto uva passa e frutta disidratata. Al palato è intenso e morbido ma capace di lasciare una bocca asciutta e pulita, grazie alla sua naturale acidità, chiudendo con garbate note amaricanti.

 

SERCIAL  2013

Grado: 20,18%. Zuccheri: 48 g/l

Vitigno di bassa resa e grande invecchiamento, chiamato “strangola cani” per la sua acidità.

Colore fulvo, tra ambra e mogano. Olfatto con agrumi più freschi, pietra umida, uva passa, panettone, chinotto, vaniglia, crema di nocciola e fico secco. Infine note di legno bruciato e cenere. In bocca spicca la sua dinamicità, il suo essere teso, pulito e persistente. L’acidità garantisce la facilità di beva e il perfetto equilibrio con gli zuccheri e la componente alcolica. Spiccano note aranciate, di orzo e caramello, coerenti con il naso. Finale che tende al vermouth.

 

VERDELHO 2007       

Grado: 19,83%. Zuccheri: 68 g/l

Color chinotto trasparente. Al naso note terrose, di fiori secchi, bergamotto, zenzero e canditi, ma anche di agrumi, erbe aromatiche, resina, caffè, mate e legno bruciato, con evocazioni marittime e sapide. Lontani ricordi di sherry amontillado e nocino. Entrata palatale più morbida e piena, che mantiene comunque pulizia e lunga persistenza. Spiccano arancia, rabarbaro e china, poi chinotto, mallo di noce e liquirizia per un finale più amaricante che dolce.

 

BOAL 2006   

Grado: 20,21%. Zuccheri: 103 g/l

Color mogano nel bicchiere. China, rabarbaro, chinotto e uva passa caratterizzano un naso pungente, resinato e penetrante, che si richiama più a un distillato. Quindi aprendosi, datteri, fichi, fondente e croccante alle mandorle.  A completare richiami di arancia candita e falò. In bocca entra grasso, intenso, rapido e sollecito nel portarsi subito verso la lunga persistenza con toni caramellati, di mallo di noce e gradevoli note amaricanti.

 

MALVAZIA 2009    

Grado: 19,64%. Zuccheri: 122 g/l

Quadro olfattivo con sentori di bruciato, fichi secchi, zenzero, note di smalto e laccate, uva passa e castagne secche. E ancora melassa, vaniglia in un registro olfattivo che ci ricorda un rhum lungamente invecchiato. A completare, intriganti note di carbonella e mais bruciacchiato. Al sorso è dolce, avvolgente, oleoso in entrata e di ricca intensità, per poi farci cogliere una netta sapidità marina emergere come uno scoglio in un quieto mare zuccherino. Finale di grande pulizia e lunga persistenza amaricante di rabarbaro, china e cola, con note di panettone.

 

 

TINTA NEGRA 2004   

Grado: 18,93%. Zuccheri: 46 g/l

Ricordi di frutta rossa, confettura di ribes nero, pan di zenzero. Vinoso, il più fruttato della serata. In bocca si comporta come un vino secco, con sentori di legno di cedro, boero, aneto, rovere e caffè. Sorso disteso e lineare grazie al supporto di un’appropriata freschezza ad operare tra le quinte. La lingua è asciutta, satinata, con una leggera astringenza probabilmente data da un tannino che supponiamo più che averlo percepito. Molto amaricante e ammandorlato, leggermente caramellato, di impressionante scorrevolezza.

 

TERRANTEZ 1988  

Grado: 20,54%. Zuccheri: 64 g/l

Il più prestigioso della serata. Color mogano pieno, luminoso. All’olfatto si apre lentamente in un complesso crescendo dialettico di vino adulto e sapiente.  Panorama aromatico molto fumé, con note di sottobosco, di fungo, goudron, estratto di carne, liquirizia e melassa. E ancora miele di castagno, caramella al rabarbaro, resine nobili, arancia amara e vaghi ricordi di cognac hors d’ȃge.   In bocca entra morbido, poi esplode in una grandissima intensità. La lunga persistenza stupisce per energia. Grande e potente la dinamica di bocca. “Una carica devastante di cavalleria leggera”, che non si scolla più dal palato. Un vino che più da meditazione… possiamo definire da “contemplazione”.

articoli correlati
I vini di Theresa Eccher
venerdì 21 febbraio
Amore e passione per una terra tra lava e cenere
La quarta generazione de Il Pianzìo
sabato 8 febbraio
Radici di famiglia nei Colli Euganei
Bordeaux, il Medoc e l’arte dell’assemblaggio.
sabato 8 febbraio
Alla scoperta delle AOC del Mèdoc
Amarone Opera Prima
giovedì 6 febbraio
Il debutto dell’annata 2020 e i 100 anni del Consorzio