Gaia Castellani
La manifestazione “Amarone Opera Prima” dell’ 1 e 2 febbraio scorsi ha assunto quest’anno un valore particolare: il 9 febbraio 1925, infatti, alcuni imprenditori si ritrovarono presso la Provincia di Verona, costituendo “ante litteram” quell’organismo di tutela e promozione che avrebbe poi guidato la denominazione Valpolicella, istituita nel 1968.
I cent’anni del Consorzio sono stati celebrati con un’edizione da record: 78 aziende partecipanti, oltre 400 operatori del settore, 1500 winelovers e 106 giornalisti da 26 Paesi.
Molti i temi toccati nella conferenza d’apertura “Valpolicella: 100 anni tra passato e futuro”: introdotta dal presidente ICE Matteo Zoppas, con gli interventi del Presidente Christian Marchesini e Carlo Flamini (Osservatorio del vino di Unione Italiana Vini).
Gli USA rimangono il primo mercato per l’Amarone e sono punto di osservazione cruciale anche in vista di possibili dazi. Zoppas ha ribadito la solidità della denominazione, il posizionamento premium e il ruolo strategico di eventi come Vinitaly Chicago, che intercettano buyer internazionali difficilmente raggiungibili in Italia.
L’Amarone conferma la sua vocazione all’export: il 76% delle vendite è concentrato nei mercati di Nord Europa, Belgio, Paesi Bassi e Germania. Negli Usa e in Cina il valore medio dell’Amarone è superiore del 25%, grazie a una minore concorrenza con prodotti similari, tra cui il Ripasso. Con il titolo “Una poltrona per due”, Flamini ha infatti evidenziato come una delle principali sfide della denominazione sia la convivenza tra Amarone e Ripasso, sollecitando una segmentazione più chiara. Lo stesso presidente Marchesini ha esortato a evitare eccessive similitudini tra i vini della denominazione.
Si è parlato anche di enoturismo. La centralità geografica e turistica di Verona (si colloca al quinto posto in Italia per presenze con 18,8 milioni di visitatori nel 2023) è un dato di fatto, ma l’enoturismo in Valpolicella appare ancora poco strutturato, nonostante il 67% dei produttori abbia dichiarato di voler investire in accoglienza nei prossimi anni. Un’ alleanza strategica tra esportazione ed enoturismo – Toscana docet - apporterebbe benefici tangibili e un potenziale di sviluppo significativo. Flamini ha sottolineato l’importanza dell’identità territoriale. “Nessun grande vino icona - ha affermato - si basa esclusivamente sul metodo, nemmeno lo Champagne”. L’Amarone deve essere posizionato in modo unico, distinguendosi dagli altri prodotti della denominazione, con un'identità chiara, legata prima al territorio e poi al metodo, che deve essere valorizzato con coerenza.
L’annata 2020 è stata presentata attraverso un video che, pur esaltando la bellezza del territorio, non ha celato le difficoltà incontrate dai produttori. Le condizioni climatiche hanno reso la maturazione delle uve complessa, richiedendo grande esperienza e precisione in vigna e in cantina. “Il risultato - spiega il presidente Marchesini - è un’annata dotata di un’importante acidità e sapidità, elementi che prospettano longevità.”
La produzione 2020 ha raggiunto 800mila quintali, con una resa ridotta del 35%, per un potenziale di 14,5 milioni di bottiglie, di cui già il 70% è stato venduto.
A conclusione il monologo teatrale “Amarone, epopea in Valpolicella” dell’attore e regista Andrea Pennacchi, creato appositamente per l’occasione.
La parola che meglio sintetizza quest’edizione di Amarone Opera Prima è valore: valore della storicità del Consorzio e del suo costante impegno per la tutela, come dimostrano le vittorie legali con risarcimenti importanti reinvestiti in promozione; valore della qualità del bere Amarone in un contesto di crescente demonizzazione del vino; valore economico, con l’export che traina la denominazione; valore del posizionamento, essenziale per soddisfare mercati consolidati ed emergenti; valore del territorio che affianca il metodo dell’appassimento, non più unico protagonista ed infine valore del saper fare, anche in annate complesse come la 2020. La sfida del futuro sarà appunto interpretare il valore, o meglio, i valori dell’Amarone e proiettarsi con impegno e coerenza verso i prossimi cento anni.
Nei prossimi giorni seguirà la pubblicazione di Amarone Opera Prima: Le degustazioni dell’annata 2020.