VITTORIA RAIMONDI
La prima uscita dell’anno con AIS Padova ci porta a Galzignano Terme (PD) alla scoperta dell’azienda agricola “Il Pianzìo”, il cui nome deriva dalla storica vallata che la accoglie, dominata dalla suggestiva pieve di Santa Maria Assunta che presta il profilo al logo della cantina.
Ad accoglierci ci sono Nicola, enologo, e Laura, responsabile commerciale e accoglienza, rappresentanti della quarta generazione della famiglia Selmin, alla guida di questa realtà nel cuore dei Colli Euganei.
Nata ad opera del bisnonno Emo come azienda agricola a tutto tondo, dalla metà anni ‘80 si focalizza sulla produzione vitivinicola, prima a opera del nonno Eugenio, poi grazie ai figli Vittorio e Guglielmo che all’inizio degli anni ’90 puntano sulla qualità e introducono la vendita di vino in bottiglia.
I 12 ettari vitati coprono zone diversificate dell’areale di Galzignano, permettendo di ottimizzare la coltivazione dei vigneti in base ai terreni più consoni, semi-argillosi nella zona pianeggiante, sedimentario-calcarei nella zona pedecollinare. Ci troviamo a sud-est dei Colli Euganei, alle pendici del Monte Rua, zona fresca e ventilata con un buon irraggiamento durante il giorno e una forte escursione termica che permette alle uve di esprimere un’aromaticità accentuata che ritroveremo come fil rouge in tutti i loro vini.
Purtroppo, la giornata uggiosa non ci permette di avventurarci tra i filari, ma i racconti di Nicola riescono a trasportarci vividamente nella realtà della campagna.
Per i propri vini “Il Pianzìo” mira alla valorizzazione della territorialità, cercando di esaltare i sentori varietali delle uve e le caratteristiche organolettiche date dal terroir, grazie anche alle microvinificazioni effettuate per ciascun vigneto quando la maturazione è ottimale. In linea con questa filosofia, per la fermentazione e l’affinamento vengono primariamente utilizzate vasche di cemento, che con la loro microporosità permettono un’evoluzione lenta e mantengono i sentori fruttati, mentre, l’impiego delle botti di legno è limitato solo a particolari rossi e riserve.
Ci spostiamo, quindi, nella nuova sala degustazione, allestita dove un tempo sorgeva la vecchia stalla. Qui possiamo iniziare gli assaggi di una selezione dei vini più rappresentativi, accompagnati da piccole proposte gastronomiche in abbinamento.
Nota produttiva degna di menzione: per aumentarne l’espressione aromatica, una base secca e una base dolce vengono vinificate separatamente e assemblate prima della fermentazione in autoclave, limitando l’aggiunta di MCR. In abbinamento, un crostino con olio EVO di loro produzione, vincitore del Premio Pomea d’oro 2024.
Come ci racconta Laura, questo vino è protagonista, insieme ai propri omologhi di altre cinque cantine dei Colli Euganei, del Progetto “Fior d’Arancio Colli Euganei DOCG, Padova Urbs Picta al Femminile, Storie di Donne, Arte e Vino”, che pone l’attenzione al ruolo centrale della donna nell’arte storica patavina e nel mondo della viticoltura.