di Antonio di Lorenzo
È una persona di stile, preparata, competente. Ha insegnato la cultura del vino a generazioni di Sommelier del Veneto seguendo un motto preciso: “Il vino non lo conosci quando lo stappi, né quando leggi l’etichetta e nemmeno quando lo versi nel calice e lo assaggi. Lo capisci veramente se vai a calpestare la terra della vigna, se il produttore ti spiega perché proprio lì quel preciso vitigno offre il meglio di sé”. Eddy Furlan è un precursore, un apripista: ha molto understatement, così lo definirebbero gli inglesi, perché non ama l’apparenza; la sua cifra stilistica è l’eleganza di chi vive sottotraccia. È stato Presidente regionale e nazionale dell’AIS, di cui ha ottenuto il tastevin nel 1974, quando l’Italia alla domenica viveva di targhe alterne. È un uomo che per la sua visione strategica e la sua concretezza ha segnato la storia dell’Associazione. Antonello Maietta ha raccontato che quando è entrato in AIS nel 1980 guardava a lui come a un faro. Ne aveva motivo: in quello stesso anno Eddy diventa Miglior Sommelier d’Italia ad Acireale.
E pensare che era “un bambino da osteria”, così si definisce, un figlio di emigranti che ha trascorso l’infanzia nella piccola osteria familiare in Belgio. Tornato in Italia, nella sua Treviso, mentre la famiglia proseguiva l’attività di ristorazione Eddy si avvicina ai corsi di sommelier. La passione per il vino è una folgorazione. Studia, sostenuto dai suoi, e già nel 1978 gli sfugge per un niente quel titolo che conquisterà due anni dopo.
Eddy nel 1981 è già nel Consiglio nazionale, ma parallelamente viaggia, approfondisce e scopre. Nel 1986 entra in contatto con i recoltant-manipulant della Champagne e conosce da vicino un modo di vivere, lavorare e aziende che gli resteranno nel cuore. Nel 1988, accompagnando gli azzurri di calcio agli europei in Germania, suggerisce l’idea di tenere corsi AIS all’estero. È l’uovo di Colombo. L’anno successivo è in Francia per il campionato del mondo dei Sommelier: conquista un brillante terzo posto con un guizzo tutto italiano. Propone il “Tignanello” ma i giudici lo contestano perché il vino non è in carta: “Per forza – risponde – è un prodotto fresco fresco, appena arrivato”. Lode alla sua intuizione: quel vino scriverà un pezzo di storia.
La musica è una sua passione. Invita Riccardo Cocciante per un dopo concerto nel suo ristorante “La Panoramica” a Treviso: la serata incrocia un bicchiere di Sauternes e un duetto fra i due che cantano “Margherita”.
Eddy Furlan oggi non è un monumento né tanto meno si sente in pensione. È presidente emerito dell’AIS dal 2015 ma non è un senatore a vita. Dispensa saggezza. Commenta il Vicepresidente nazionale Marco Aldeghieri: “Infonde sicurezza, perché dà il consiglio giusto al momento giusto”. Scusate se è poco, direbbe Totò.
Testo apparso originariamente su Vinetia – Carnet di Viaggio