Maria Grazia Melegari
“Nero su Bianco” è il titolo dell’evento che si è svolto il 13 novembre scorso nell’ affascinante architettura di Villa Verità – Fraccaroli a Lavagno, dove le 13 aziende che hanno recentemente costituito il Gruppo Vignaioli Valle di Mezzane si sono presentati pubblicamente per la prima volta, illustrando il compito che si sono date: dare risalto alla Valle, alla sua identità e alle sue peculiarità, nella prospettiva di un più ampio progetto di definizione delle “Vallate della Valpolicella” come future sottozone e di un’ ulteriore valorizzazione delle migliori aree di produzione del Soave.
La vallata di Mezzane, che si trova nell’area dei bassi Lessini a Est di Verona, ha innanzitutto la particolarità di essere una zona di produzione in cui le Doc Valpolicella e Soave si intersecano e dove, come è stato descritto in modo particolareggiato nello studio sui singoli suoli delle 13 aziende, condotto dal pedologo Giuseppe Benciolini, la composizione dei suoli è variegata; pur con una netta prevalenza della matrice calcarea, sono presenti anche suoli argillosi dove affiorano inserti di origine vulcanica (da qui il titolo Nero su Bianco scelto per l’evento).
Il primo passo compiuto da gruppo è stata la realizzazione della Carta dei Suoli della Vallata in scala 1:10.000, accompagnata da tredici carte più dettagliate dei suoli dei vigneti di ogni singola azienda: una mappa importante per approfondire la relazione tra le condizioni pedoclimatiche dei vigneti e i profili organolettici dei vini, alla ricerca di caratteristiche comuni.
Gli interventi di Christian Marchesini, Presidente del Consorzio Vini Valpolicella e di Cristian Ridolfi, Presidente del Consorzio Vini Soave hanno fornito coordinate preziose nel delineare i futuri scenari della valorizzazione territoriale. “In Valpolicella si sta discutendo nelle diverse vallate per un percorso verso le sottozone e il contributo dei Vignaioli Valle dii Mezzane può essere uno stimolo per arrivare a un progetto unitario che delinei 11, 12 vallate - sottozone” ha affermato Marchesini, ribadendo che il percorso richiederà comunque molto tempo, per la complessità degli aspetti territoriali e politici, non ultimo il fatto che già è in essere il diritto acquisito della sottozona Valpantena, per altro poco rivendicata.
Diversa la prospettiva nel Soave, dove il percorso della valorizzazione territoriale è partito già qualche anno fa con la definizione delle Unirà Geografiche Aggiuntive (UGA). “Ne abbiamo identificate 33 - ha affermato Christian Ridolfi - alcune coincidono con cru storici, ma stiamo lavorando per definirle ulteriormente. Un compito non facile perché sono molte le particolarità, peraltro non sancite specificamente dal disciplinare”.
Un percorso non facile quello dei Vignaioli Valle di Mezzane, ma di certo non manca loro il coraggio, come ha ribadito Marco Sartori di Roccolo Grassi in veste di portavoce: “Il riconoscimento della sottozona Valle di Mezzane è un’opportunità in cui crediamo fortemente. Come insegna la grande lezione dei francesi in Borgogna, con una catalogazione molto particolareggiata dei loro cru, noi puntiamo a una riconoscibilità concreta dell’anima della nostra Valle, attraverso vini che raccontino intimamente le singole parcelle delle nostre vigne”.
Le tredici aziende:
Benini Alessandro, Marinella Camerani (con Corte Sant’Alda e Adalia), Falezze di Luca Anselmi, Grotta del Ninfeo, I Tamasotti, Il Monte Caro, ILatium Morini, Le Guaite di Noemi, Talestri, Massimago, Carlo Alberto Negri, Roccolo Grassi, Giovanni Ruffo.
La degustazione
Il richiamo alla Borgogna si è fatto sentire anche nell’approfondita degustazione di 13 vini, condotta dal giornalista e scrittore Angelo Peretti. “La ricerca dei tratti comuni e delle peculiarità territoriali di vini molto diversi, Soave Doc e Valpolicella Superiore Doc, - ha affermato - avviene di solito attraverso una degustazione centrata sulla sequenza visiva, olfattiva e gustativa, in particolare su indicatori come il floreale, il fruttato o lo speziato”.
La degustazione proposta a Nero su Bianco ha invece puntato l’attenzione sulle sensazioni tattili, individuando -ha spiegato Peretti - “quel particolare equilibrio di matrice territoriale che rimane pressoché costante anche al variare delle percezioni aromatiche e delle tecniche di vinificazione e di affinamento, come dimostra l’esperienza borgognona consolidata da secoli”. Costanti, nei vini assaggiati, sia l’equilibrio tra sapidità e freschezza acida, sia la sensazione piccante della speziatura, tratti importanti per iniziare a delineare una precisa identità nel bicchiere.
I vini in degustazione:
Balinda 2023 Soave Doc - Benini Alessandro
Fienile 2023 Soave Doc - Camerani Marinella
Soave Doc 2021 - Carlo Alberto Negri
Broia 2022 Soave Doc - Roccolo Grassi
Valpolicella Superiore Doc 2020 - Grotta del Ninfeo
Determinazione 2021 Valpolicella Superiore Doc - Talestri
Sol Aria 2020 Valpolicella Superiore Doc - Il Monte Caro
Profasio 2020 Valpolicella Superiore Doc - Massimago
Valpolicella Superiore Doc 2018 - Falezze
Valpolicella Superiore 2014 - Le Guaite di Noemi
Prognài 2017 Valpolicella Superiore - Ilatium Morini
Le Cesete 2016 Valpolicella Superiore Doc - Giovanni Ruffo
Valpolicella Superiore 2018 - I Tamasotti.
Per approfondire la prospettiva “tattile” della degustazione:
J. Rigaux e S. Sangiorgi Il vino capovolto - La degustazione geosensoriale e altri scritti - Porthos Edizioni