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Dalla redazione
giovedì 28 novembre 2024

La cantina Pian delle Vette vince il premio Tastevin 2024

Perla prima volta un'azienda bellunese vince, per il Veneto, l'ambito premio AIS consegnato dal presidente Camilli

Francesco Mancini


Vino bellunese? Fino a ad un paio di decenni fa poteva far sorridere e suonare come una provocazione. Oggi è tutto diverso. Sarà il cambiamento climatico, sarà la volontà di ferro di alcuni produttori che hanno riscoperto vitigni e terreni strappati all’oblio di un tempo in cui, da qui ,partivano i vini destinati  pure alla corte d’Asburgo.

Lo spumante metodo classico Mat’55 2015 brut, dell’azienda feltrina Pian delle Vette, è stato premiato tra le 22 cantine che hanno ricevuto il prestigioso premio “Tastevin”, riconoscimento che AIS (Associazione Italiana Sommelier) conferisce a chi “ha contribuito ad imprimere una svolta produttiva al territorio di origine, a chi rappresenta un modello di riferimento di indiscusso valore nella rispettiva zona, e a chi ha riportato sotto i riflettori vitigni dimenticati”.

La consegna del premio Tastevin è stato il momento clou della kermesse organizzata il 17 novembre da AIS presso la sala congressi della Leopolda di Firenze. Durante la manifestazione c’è stata anche l’assegnazione del premio miglior Sommelier d’Italia, andato al lombardo Andrea Gualdoni.

È la prima volta che un’azienda bellunese riceve l’ambito riconoscimento in rappresentanza del Veneto, a dimostrazione che il percorso intrapreso negli ultimi anni dalle aziende dislocate ai piedi delle Dolomiti sta portando ad alzare sempre di più l’asticella, ponendo l’attenzione sui vini che esprimono, senza compromessi, un territorio che sta sgomitando per trovare il suo posto nel mondo.

L’azienda Pian delle Vette, posta a circa 600 m di altitudine, ai piedi delle vette feltrine, è nata nei primi anni 2000 e gli attuali soci, Walter Lira ed Egidio D’Incà, l’hanno rilevata nel 2016; nel 2020 è entrato in società anche Alessandro Bee, classe 1982, che ha dato nuova verve ai due soci più esperti.

Tornando al vino in questione, il Mat’55 2015 è uno spumante metodo classico ottenuto da uve pinot noir e chardonnay, che riposa per 84 mesi sui lieviti. Assaggiandolo in una degustazione alla cieca ha ben poco da invidiare ai più blasonati colleghi francesi, lombardi o trentini. Le finissime bollicine solleticano il palato, i profumi eleganti e fragranti, uniti ad una lunga persistenza e ad una freschezza che fanno prevedere ancora tanto potenziale negli anni a venire, sono la prova che su quel palco fiorentino Pian delle Vette non c’è finita per caso.

Anche il nome di questo vino incuriosisce: Mat’55. Lo spiega bene Egidio d’Incà, uno dei due soci storici, che racconta così la genesi del nome: <Quando con Walter abbiamo deciso di rilevare l’azienda, nel 2016, eravamo già quasi in età pensionabile, essendo entrambi classe ’55. I nostri amici, sapendo le nostre intenzioni, ci hanno dato quasi tutti del matto: in dialetto bellunese: “ti te se mat”; da qui l’idea di chiamare il nostro metodo classico proprio Mat’55: la cosa è stata di buon auspicio>.

 

Tre ettari vitati in totale, diecimila bottiglie prodotte l’anno e sei etichette in tutto. Questi i numeri di Pian delle Vette. Ma non si può racchiudere in pochi sterili numeri il lavoro, le energie e i sogni in cui D’Incà e Lira hanno creduto fin da subito. Come racconta lo stesso D'Incà: " Il progetto e le potenzialità di questa terra erano evidenti fin dal nome della località: Vignui. Fino a circa la prima metà dell’800 questo territorio e altri limitrofi rifornivano di vino l’impero austro-ungarico. Con la prima guerra mondiale è andato tutto distrutto, e non si è praticamente più prodotto vino fino agli inizi degli anni 2000, con i primi timidi tentativi di riprendere il filo e le tradizioni del passato".  Gli fa eco Alessandro Bee che  non ha dubbi: " Il nostro territorio ha potenzialità enormi; la nostra filosofia e l’obiettivo ultimo per noi restano in primis la qualità dei prodotti; l’intento è quello di creare un'identità territoriale forte. Credo che il premio ottenuto sia un riconoscimento importante per il lavoro svolto finora>.

Il Mat’55 non è solo metodo classico prodotto: è già uscito infatti il Mat’55 blanc de noir, ossia uno spumante ottenuto interamente con uve pinot noir in purezza, con una sosta sui lieviti di 48 mesi. Uscirà infine il prossimo anno anche il Mat’55 blanc de blanc, prodotto con uve chardonnay in purezza, che chiuderà la trilogia. Chi degusterà le varie versioni Mat’55 potrà così giocare con i sensi, andando a fondo nella conoscenza di questi due vitigni e del territorio feltrino. Ad ogni calice infatti i sensi del degustatore potranno dilettarsi quando sull’acidità, quando sull’eleganza dei profumi o sulla persistenza in bocca, ma siamo sicuri che saranno uniti da un denominatore comune: la qualità e la piacevolzza del sorso. 

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