Marco Gallinaro
Quale miglior modo per iniziare la serie di eventi targati Ais Venezia stagione 2024/2024 se non con un brindisi. Un brindisi d’eccellenza, ovviamente, anzi un’intera serata dedicata ai brindisi e alle bollicine ed in particolare al Trentodoc e alle sue bollicine di montagna declinate per l’occasione nella versione più blasonata e preziosa ossia le riserve, quei vini cioè lasciati riposare sui lieviti per almeno 36 mesi.
Mattatore della serata è stato uno straordinario Cristian Maitan, miglior sommelier d’Italia 2023 e brand ambassador del Trentodoc che con grande competenza, profonda conoscenza del territorio e scanzonata simpatia ha saputo incantare la platea con il racconto di una denominazione, della sua storia e dei suoi prodotti.
Bollicine uniche, inconfondibili nel calice, espressione diretta della loro terra d’origine - il Trentino con il suo suolo impreziosito dalla presenza del calcare dolomitico - rese speciali dal lavoro instancabile di una comunità capace di valorizzarne appieno caratteristiche e potenziale enologico. Da queste parti la viticoltura è davvero “eroica” con pendenze che spesso superano il 40% obbligando i produttori a raccogliere le uve rigorosamente a mano: come è stato ricordato durante la serata in Trentino è il territorio che plasma il viticoltore piegandolo alle sue esigenze e non viceversa.
Quattro i vitigni ammessi dal disciplinare: lo chardonnay, protagonista assoluto della denominazione, il pinot bianco, il pinot nero ed il meunier.
Sei i vini in degustazione, ciascuno dei quali proveniente da una delle sei aree in cui è idealmente possibile suddividere il territorio della denominazione (Vallagarina, Val di Cembra, Valsugana, Val di Non, Valle dei Laghi e Piana Rotaliana) così da permettere agli ospiti in sala di apprezzarne le caratteristiche e valorizzarne differenze organolettiche e stili di produzione.
Il fil rouge capace ricondurre ad unità i sei campioni degustati è costituito dal tempo sui lieviti, un tempo che per la quasi totalità dei produttori supera e di molto i 36 mesi imposti dal disciplinare per le versioni riserva perché il Trentodoc non è un vino che regge il tempo, è un vino che ha bisogno del tempo per potersi esprimere. Un vino che, come le belle donne, sa (e deve!) farsi aspettare.
In degustazione, vini e territori:
Trentodoc, Dosaggio Zero Riserva, 2017 – Letrari (Vallagarina)
Stupisce il colore, che parla di oro e lucentezza. Le bollicine risalgono senza fretta portando con sé profumi di pietra scura, testa di fiammifero oltre a note di mela cotta, strudel e distillato d’orzo. Chiudono il corredo olfattivo sentori di erbe aromatiche e camomilla. All’assaggio l’ingresso è ampio, ricco di volume e pienezza di beva che però lasciano subito il posto alla spiccata freschezza e alle note sapide di pietra vulcanica. Finale con ritorni di mela gialla ed erbette.
Trentodoc, Perlè, 2018 – Cantine Ferrari (Valle dei laghi)
Oro brillante segnato da bollicine che, lente in risalita, raccontano struttura nel calice. Al naso è iconico, inconfondibile nei sui profumi di pesca, nocciola e cremoso pan brioche oltre a confettura di arance. Il sorso, sferico e compatto, è setoso ed avvolgente con un ritorno di pesca e agrumi sul finale.
Trentodoc, Lagorai Dosaggio Zero Riserva, 2019 – Cantina Romanese
Affinato per 700 giorni sott’acqua, sul fondale del lago di Levico al naso si presenta “spettinato” tra sentori agrumati, quasi citrini, di bergamotto, fiori bianchi e glicine, erbe aromatiche e note di tostatura. Il sorso è pieno dominato da un’energia sferzante e quasi irruenta che porta con sé piacevoli ritorni di papaya, banana e mela che si fa composta.
Trentodoc, Riserva Graal, 2017 – Altemasi (Trento e Valdadige)
Intrigante nota boisé che ricorda la vaniglia e il pan brioche. A seguire poi mela cotogna, fiori bianchi, pepe bianco e note di talco e gesso. Il sorso è pieno, voluminoso, amplificato dall’effetto delle bollicine. Finale a tutto cuore dominato dai ricordi di frutta esotica e note boisé. Eleganza e struttura o, per dirla come i francesi, “potenza senza peso"
Trentodoc, For4Neri Riserva, 2017 – Zanotelli Elio e F.lli
Si apre al naso con una nota salmastra che subito lascia spazio a profumi di camomilla, calvados, noce e mandorla dolce. Sul finale, sentori di tabacco biondo e caramelle d’orzo. Compatto al sorso, danza a passi lenti ma decisi nel calice e nel palato, alternando pienezza di beva a freschezza avvolgente. Una coccola di tostatura rende il finale memorabile.
Trentodoc, Le general Dallemagne Riserva, 2015 – Monfort
Oro pieno, carico di luce. Sprigiona intensi profumi di susina, pesca gialla, mela rossa oltre a ricordi di liquirizia e iodio. Il sorso, morbido, stende una patina delicata sul palato subito sorretto da sbuffi di freschezza e sapidità. Bella tensione gustativa, invita alla beva compulsiva.