“Elegante” è probabilmente il più frequente degli aggettivi usati per descrivere la figura del Sommelier. Ma tutti i Sommelier lo sono davvero? Come si distingue lo stile autentico dalla maniera? Quando il Sommelier agisce e si muove con eleganza naturale e quando si limita ad applicare un codice che alla lunga finisce per svuotare di senso la sua figura fornendo il fianco a caricature sarcastiche? Ne abbiamo parlato con Alessandro Scorsone, responsabile del cerimoniale di Stato a Palazzo Chigi, ovvero colui che decide cosa mangiano e cosa bevono i capi di governo in visita al nostro Presidente del Consiglio. Romano, ma grande appassionato della nostra regione, è iscritto ad Ais Veneto.
Per Scorsone per essere autenticamente elegante il Sommelier deve saper compiere quattro azioni (più una):
Ascoltare. Il Sommelier non deve mai pensare di essere arrivato, il suo percorso non ha mai fine. Deve agire con umiltà e mettersi in ascolto delle storie del vino per poterle poi narrare, deve continuare a degustare e formarsi: non conta tanto il numero di assaggi, quanto l'attenzione che vi si ripone.
Accogliere. Il Sommelier deve saper agire con rispetto, delle persone, del vino e dei produttori. L'accoglienza parte dalla cura della propria persona che deve essere votata alla sobrietà, primo segno di eleganza. L'esibizione di tatuaggi e piercing sarebbe poco opportuna, mentre la cura e l'ordine degli abiti è da ricercare con attenzione.
Narrare. Il Sommelier deve raccontare la storia del vino, della varietà, del territorio da cui proviene, dei produttori. Deve essere empatico verso chi ha di fronte, non deve dare sfoggio delle proprie conoscenze, ma c0municare in modo comprensibile e accessibile. Deve saper decantare il vino utilizzando un linguaggio semplice e lineare, evitando descrizioni mirabolanti e farcite di descrittori improbabili: si tratta di una forma di rispetto verso gli interlocutori.
Servire. Il Sommelier è servitore, non servo. La passione e la competenza che pone nel proprio lavoro lo rende rispettabile e libero. L'eleganza dei movimenti viene sottolineata dal garbo e dalla riservatezza che il Sommelier non dovrebbe mai dimenticare durante i servizi. Il Sommelier dovrebbe essere una presenza discreta e invisibile: disponibile quando serve, senza mai essere protagonista della scena.
Ma non è tutto. C'è un'altra azione, semplice e forse considerata banale, che il Sommelier non dovrebbe mai dimenticare di assolvere:
Sorridere. Un sorriso avvicina le persone e apre le porte del cuore. Con un sorriso si può convincere della bontà di un vino e magari farsi perdonare per un abbinamento non perfetto. Il sorriso è la prima forma di comunicazione che il Sommelier non dovrebbe mai dimenticare.
Regole semplici ma tutt'altro che banali che ogni Sommelier dovrebbe seguire. “ogni volta che il Sommelier si presenta con la divisa – spiega Scorsone – non rappresenta solo se stesso, ma l'intera associazione.
Ogni intemperanza o passo falso scalfisce la reputazione di AIS. Ogni Sommelier ha una responsabilità verso tutti gli altri associati, non deve mai dimenticarlo”.
Vinetia 02/2028