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Dalla redazione
martedì 22 ottobre 2024

Garbellotto & Vistorta

Tra botti, Ville e giardini

Catia Nassi


L'uscita di venerdì 11 ottobre ha portato la delegazione di AIS Padova a scoprire una storica azienda legata al mondo del vino da ben otto generazioni. Non si trattava di una cantina, ma della Garbellotto Botti, situata a Sacile (PN).

La storia di questa azienda inizia nel 1775, quando Giuseppe Garbellotto aprì a San Fior (TV) un piccolo laboratorio artigianale per la produzione di botti e barili. All'epoca, non poteva immaginare che quello sarebbe stato solo l'inizio di un'attività che, ancora oggi, dopo 249 anni, continua a essere un punto di riferimento a livello mondiale nel settore.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, l'azienda fu trasferita a Conegliano, dove rimase fino al 2020, anno in cui è stato inaugurato il nuovo stabilimento di Sacile, chiamato Intelligenza Artigianale. Qui, per agevolare il lavoro dei bottai, sono stati introdotti tre robot, ma senza compromettere l'artigianalità che da sempre contraddistingue la produzione delle botti. 

Nel 2019, inoltre, Garbellotto ha acquisito una segheria in Croazia, che si occupa della lavorazione e preparazione del rovere proveniente dalla Slavonia e dalle foreste francesi. 

Enrico Donadio, il responsabile che ci ha guidati nella visita al parco legname esterno, ci ha spiegato i vari passaggi della stagionatura che deve durare almeno 24 mesi prima di poter essere utilizzato. Il legname più usato è il rovere e le doghe devono avere uno spessore di 6 cm. per le botti e di 2 cm. per le barrique.

All'interno dello stabilimento, ogni bottaio si occupa con maestria di una specifica mansione in un processo ben coordinato. Tra i vari passaggi vi sono la curvatura delle doghe, eseguita con l'antico metodo del braciere alimentato dagli scarti di lavorazione, e la cerchiatura con ferro zincato. Non vengono utilizzate né colle né siliconi: la botte, infatti, è tenuta insieme esclusivamente dalla pressione dei cerchi e dall'inserimento del fondo. Questo complesso lavoro porta alla creazione di un prezioso prodotto artigianale, destinato all'affinamento di grandi vini.

Garbellotto, in collaborazione con l'Università degli Studi di Udine, ha brevettato un esclusivo metodo denominato NIR, che utilizza la tecnologia a infrarossi per eseguire una sorta di "radiografia" del legno. Questo sistema permette di identificare quattro categorie aromatiche: struttura, dolcezza, speziatura ed equilibrio.

La fase fondamentale è affidata alle cure del mastro bottaio, il quale, attraverso la tostatura, garantisce l’armonizzazione dei sentori aromatici del legno. Questo passaggio è necessario per trasferire tramite la temperatura una omogeneità di sentori al legno ed è gestito dal sistema di ausilio digitale denominato - DTS - che controlla la fiamma in modo costante su tutta la superficie del legno. La temperatura e il tempo di esposizione determinano l’affinità degli aromi rivelando sentori di vaniglia, liquirizia, fumo, cioccolato e tabacco.

L’ultimo anello della catena è il riempimento della botte con acqua per 48 ore circa, per verificarne la perfetta tenuta.

Il risultato sono botti di altissima qualità, un vero e proprio fiore all'occhiello del Made in Italy. Grazie alla continua innovazione e all'integrazione tra tradizione artigianale e tecnologia avanzata, la Garbellotto si distingue nel mondo!

 

Il nostro viaggio è proseguito con la visita alla storica tenuta Vistorta del Conte Brandolini D’Adda, una splendida villa del XIX secolo situata in un borgo rurale medievale, affiancata da una grande barchessa; la proprietà ha un’estensione di 220 ettari.

All’interno della barchessa sono ancora conservate botti di oltre 100-150 anni, utilizzate fino agli anni ottanta e grandi tini "a cielo aperto” per le follature dei vini rossi, insieme ai tini “chiusi”  impiegati per i vini bianchi: le celebri vasche di fermentazione. A fare da cornice a questo prestigioso edificio, un magnifico parco dove l'acqua è protagonista, con laghetti e ruscelli, circondati da una lussureggiante varietà di piante e fauna che invitano ad una passeggiata immersi nel respiro di una natura incontaminata.

Alec Ongaro, l’enologo di Vistorta ci ha coinvolti in un appassionante racconto sulle scelte aziendali rispettose delle fasi cicliche della natura con uno sguardo al futuro ma, sempre consapevoli di voler restare ben saldi alla saggezza contadina tramandata nei secoli.

La prima degustazione è avvenuta al piano superiore della barchessa, nell’immenso granaio, un tempo utilizzato per la stagionatura delle granaglie e per l’allevamento del baco da seta.

I vini proposti:

SAUVIGNON BLANC DOC Friuli 2023: calice luminoso, dotato di grande intensità olfattiva, caraterrizzato da note vegetali su un delicato sottofondo agrumato.  Al palato, la freschezza rende il sorso dinamico. 

FRIULANO  DOC Friuli 2022: giallo splendente, fiori di biancospino e margherite sono intercalati da sbuffi di erbette aromatiche. Profumi fruttati chiudono l’assaggio in lunghezza con rintocchi balsamici e ricordi di mandorla.

PINOT GRIGIO RAMATO DOC Friuli 2022: l’eleganza del calice ramato ci sorprende nei profumi marini e di rosa canina, il soffio tannico è leggiadro e una stuzzicante freschezza accompagna una vitale sapidità.

REFOSCO DAL PEDUNCOLO ROSSO DOC Friuli Grave 2020: l’elegante debutto visivo rosso carminio e l’ intensità olfattiva si legano a profumi di frutta rossa scura con uno speziato dolce. Al palato, ritroviamo una piacevole progressione fresco-sapida, accompagnata da una presenza tannica ancora decisa.

 

Nel primo pomeriggio ci siamo spostati di pochi chilometri nella cantina di produzione a Cordignano, già dall’ingresso si percepisce la maestosità, la cura e la bellezza di questa seconda tenuta che è anche dimora della famiglia Brandolini. 

Dalle infinite distese di vigneti prospicienti alla cantina, che abbiamo avuto modo di ammirare, Alec ci ha illustrato la composizione dei terreni, caratterizzati da argilla, calcare e ciottoli del Grave, che danno vita a rossi di grande spessore, tra cui spicca il Merlot del cru Vistorta, prodotto grazie alla cura e salvaguardia delle centenarie viti presenti.

Successivamente abbiamo visitato la settecentesca cantina ornata con le sue barrique e tini utilizzati tuttora per le fermentazioni a cielo aperto e poi, ancora, anfore in ceramica e botti; è grazie a questo ambiente ideale che viene valorizzato l’appassionato lavoro svolto in vigna.

Attraverso un’originale scaletta di legno abbiamo raggiunto l’antica sala di degustazione per assaporare i due Merlot proposti:

STOMO MERLOT DOC Friuli Grave 2020: il calice carminio fitto ci cattura con sentori di  marasca e frutti rossi, arricchiti da una piacevole nota mentolata. L'assaggio è ben integrato da sensazioni fresco-sapide e la coerenza di un tannino levigato e intenso, mette in evidenza una sottile vena minerale.

VISTORTA MERLOT IGT Venezia Giulia 2017: un calice rosso carminio intenso, impreziosito da riflessi granati, si propone con eleganza su un olfatto giocato tra aromi di frutta rossa e nera. Una garbata nota  di frutta sottospirito si intreccia con sentori di caffè e cioccolato. Il sorso è asciutto e incisivo, la trama tannica setosa conferisce equilibrio e struttura; si congeda lentamente con piacevoli ricordi di spezie dolci e tabacco.

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