Massimo Soccol
Samuel Cogliati Gorlier nasce a Lione nel 1976.
È italo-francese, scrittore, editore, giornalista, divulgatore e consulente nell’ambito del vino. Qualche sera fa ci ha storditi, rapiti e portati in un altro mondo. E ci è piaciuto molto.
È accaduto giovedì̀ 8 febbraio nel Golf Hotel di Vicenza. AIS Vicenza decide di organizzare una serata diversa dal solito e provando a rischiare mette sul tavolo una regione della Francia nota al grande pubblico per una sola tipologia di vino. Scelta limitante che poteva affossare la degustazione.
Ma a questo tema aggiunge un relatore incredibile che ama il territorio, lo conosce profondamente e sa cosa estrarne. Samuel prepara una degustazione alla cieca incredibile portando cenni storici sulla nascita dei vini rosati, sulle particolarità̀ del territorio e sulle sue reali vocazioni.
Scopriamo che il primo stato ad avere ideato le ferie pagate è proprio la Francia e negli anni Trenta inizia un vero e proprio movimento verso le coste a Sud del paese che spinge i lavoratori a rilassarsi nelle spiagge assolate di Nizza, Saint Tropez e Marsiglia. Zone con poca tradizione per i vini bianchi, ma favorevoli per i rossi potenti ed esplosivi come il Mourvèdre o il Cinsault. I coltivatori allora virano sui rosati creando bottiglie complesse, raffinate e perfette per la calda estate.
La regione cresce con questo trend dimenticando le sue origini, ma affinando e maturando una cultura sui rosé che aumenta di anno in anno diventandone rapidamente il maggior esportatore all’estero.
Più di centocinquanta milioni di bottiglie vengono prodotte ogni anno, un terzo viene esportato coprendo più del 38% del della produzione di rosé francese AOC. I viticoltori capiscono le potenzialità di questi vini e ci dedicano anima e corpo assemblando calici speziati e leggeri, balsamici e profondi, ogni genere di accostamento viene sfiorato e conquistato.
Il relatore ci conduce magistralmente in questo viaggio e conosce le nostre aspettative. Decide quindi di aprire le danze con tre calici rosati uno più complesso dell’altro facendoci percepire aromi pungenti, aspri e profondi che ci aprono la mente. Iniziamo a ricrederci sulla velocità di consumo di questa tipologia di vino.
Samuel ci racconta che un eccellente rosé può reggere decenni senza problemi... e lì inizia il rapimento.
Quando vengono versati i tre rossi ormai non possiamo più tornare indietro.
È chiaro a tutti che la zona è vocata anche per dei monumentali vini rossi che non temono il confronto con i Bordeaux o la Borgogna. Sentori di legno bagnato, pepe e spezie, selvaggina. Sensazioni di caminetto acceso, pane croccante e ostrica irlandese ci avvolgono il palato e accarezzano la mente.
Le foto delle colline che degradano sul mare pettinate dai vitigni fanno da cornice al fiume di apprezzamenti per i vini e per l’altissima qualità del relatore. Aneddoti di viaggi in Provenza si alternano a peculiarità del terroir portandoci agli ultimi due vini della serata.
Come direbbero in Francia “Blanc sur rouge, rien ne bouge. Rouge sur blanc, tout fout le camp”. Bianco sul rosso va tutto bene, rosso sul bianco e tutto va a rotoli. Quindi noi di AIS Vicenza ci allineiamo ben volentieri godendoci due biondi calici che ben si accostano alla rossa tripletta.
Rapiti e felici ci lasciamo andare meravigliati, ma non più stupiti, su queste due opere di fine cesellatura enologa. Eleganti, profondi e taglienti che taciterebbero chiunque dica che la Provenza è solo per i rosati.
Samuel Cogliati Gorlier torna a trovarci e portaci via nuovamente.