Marco Gallinaro
Una verticale capace di attraversare il tempo e lo spazio ha visto come protagonisti della serata il Brunello di Montalcino, da tempo vino simbolo dell’eccellenza enologica italiana, e Tenute Silvio Nardi, azienda punto di riferimento per la denominazione capace di raccontare la storia e la geografia di questo territorio unico al mondo.
Tenute Silvio Nardi, fondata nel 1950, conta oramai 80 ettari, suddivisi tra due diverse tenute collocate in due versanti opposti tra loro.
Ad ovest troviamo Casale del Bosco, con lo storico vigneto Doria da cui provengono le uve dedicate al Brunello Vigneto Poggio Doria, così chiamato perché dorato dal sole che vi tramonta.
Sul versante est, la tenuta Manachiara, “mattina chiara” ossia per la luce del sole dell’est che illumina il vigneto e che non a caso dà il nome al Brunello Manachiara prodotto proprio con le uve di questa zona.
In degustazione l’intrigante confronto di ben 7 annate del Brunello di Montalcino Tenute Silvio Nardi, a partire dalla lontana – ma ancora accesa e vivace – 1979, passando per la 1988, la 1997, la 2012, la 2015, la 2016 per chiudere con l’ultima in commercio, la recente 2018 così da poter apprezzare l’evoluzione di questo vino per cui davvero il tempo sembra non passare mai.
Inevitabile l’avvicinamento al territorio della denominazione con le annate 2012 e 2015, dei due cru aziendali, il Brunello Poggio Doria, con la sua eleganza, finezza e complessità, e il Brunello Manachiara che spicca invece per potenza, struttura e calore.
A condurre la serata Emilia Nardi, direttore generale dell’azienda accompagnata dal Presidente Ais Veneto Gianpaolo Breda, dal delegato di Venezia Lorena Ceolin e da Stefano Cipolato, già miglior sommelier del Veneto e sommelier professionista dell’alta ristorazione veneziana.
Brunello di Montalcino DOCG, 1979
44 anni di storia in un calice. Scorre con saggezza nella sua veste granata dai riflessi aranciati ancora vivaci. Il corredo olfattivo esprime freschezza, tra note di prugna secca, tabacco in foglia e muschio oltre a sentori balsamici. Al palato si concede con tranquillità denotando un tannino perfettamente levigato e un’acidità matura ma ancora protagonista.
Brunello di Montalcino DOCG, 1988
Questo campione, dalle vivide sfumature aranciate quasi tendenti al mogano, ci accoglie con profumi di sottobosco, pot-pourri di viole e scorza d’arancia oltre a note di cacao e torrefazione. Il sorso è perfettamente equilibrato grazie ad un tannino setoso che racconta la piena maturità. Finale con ritorni di incenso.
Brunello di Montalcino DOCG, 1997
Riflessi d’arancio scaldano il cuore granato del terzo campione che danza sinuoso nel calice. Emozionante il racconto olfattivo, tra ricordi di macchia mediterranea, ciliegia disidratata. Macis, cannella e ricordi di tabacco biondo. Esuberante ma riflessivo il sorso con una freschezza vivace a sorreggere una morbidezza avvolgente.
Brunello di Montalcino DOCG, 2012
Un deciso salto verso la modernità con questa annata dal fitto colore carminio. Il corredo olfattivo è variegato, tra note di cioccolato, tabacco dolce, arancia rossa e spezie. Il sorso è succoso, fresco, sostenuto da un tannino estratto magistralmente. Piacevole il ritorno della nota speziata e dei frutti rossi sul finale.
Brunello di Montalcino DOCG, 2015
I riflessi violacei illuminano di celata gioventù un carminio intenso e vivace. Si apre con profumi di ciliegia, mora e sottobosco per lasciare il posto a note pepate e pungenti. La beva è agile, briosa tra note di forza ed eleganza già presente e marcata. “Una carezza in un pugno”, verrebbe da dire.
Brunello di Montalcino DOCG, 2016
Rubino intenso, cattura subito l’attenzione per l’intensità olfattiva che riporta a note di viola, ciliegia, prugna e rabarbaro oltre che a ricordi balsamici di eucalipto. Grande equilibrio gustativo, con un tannino piacevolmente incisivo, un’elegante morbidezza e un appagante finale sapido.
Brunello di Montalcino DOCG, 2018
L’ultima annata in commercio si presenta come un vino di grande prospettiva. Al naso regala equilibrio tra dolcezza e acidità con note d’agrume, frutta rossa, pepe nero e noce moscata. Il tannino è potente, vigoroso, e la vibrante acidità è sapientemente sorretta da un’adeguata nota glicerica.
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Brunello di Montalcino DOCG, Vigneto Poggio Doria, 2012
L’ampio corredo olfattivo rimanda a note di sottobosco, prugna sotto spirito e a ricordi di cuoio, pellame e spezie pungenti. L’ingresso al palato è morbido, grazie ad una struttura sofisticata ed elegante su cui si intrecciano una nota tannica e trama alcolica. La notevole freschezza è accompagnata da una vivace saporosità. Fine.
Brunello di Montalcino DOCG, Vigneto Manachiara, 2012
Si presenta di un granato meno fitto rispetto al precedente ma più luminoso. L’olfatto, generoso e intenso, non sembra accorgersi del passare del tempo con note di frutta carnosa e profumi di violetta oltre a note di caffè e cacao. Il sorso è pieno, loquace, denota forza ed irruenza. Potente.
Brunello di Montalcino DOCG, Vigneto Poggio Doria, 2015
Vivido nel suo colore carminio ci accoglie con profumi caldi di frutta dolce e carnosa oltre a tostature di caffè e spezie. Al palato entra morbido, equilibrato, per poi lasciare spazio ad un tannino magistralmente integrato in una trama setosa. Avvolgente.
Brunello di Montalcino DOCG, Vigneto Manachiara, 2015
Abito carminio vivace ed intenso per l’ultimo campione, dall’ampio corredo olfattivo che spazia dalla marasca, alla prugna, al cioccolato fondente, al caffè per chiudere con sentori di resina e sottobosco. Fresco, piacevolmente sapido mostra un tannino elegante nonostante scalpiti ancora di gioventù. Deciso.