Silvia Elena Trevisan
“In Borgogna quando parliamo di clima alziamo gli occhi al cielo, ma li abbassiamo per terra” (Bernard Pivot)
Avete mai visitato in una sola serata la Côte d'Or?
Noi sì!
Grazie all’Associazione Italiana Sommelier, delegazione di Vicenza, che ha organizzato un tour di alto livello con una guida d’eccezione, Marco Tinello, appassionato relatore Ais e profondo conoscitore dei segreti di un territorio che vanta un inestimabile patrimonio di vigneti ed ospita alcune delle più rare eccellenze della produzione vitivinicola mondiale, la Borgogna.
Nove le etichette in degustazione, con alcuni dei più rappresentativi Climat della Côte d'Or, a partire da un vino a tavola “nel quotidiano”, il Pinot Noir Bourgogne, il classico vitigno che popola queste aree da secoli. La degustazione è proseguita, quindi, con il difficile e austero Pommard ed il misterioso, ma raffinato, Savigny-les-Beaune. A condurci, quindi, nell’elite delle AOC è stato il raro Vosne-Romanee, con tutta la sua unicità. Un superbo ed elegante Chambolle-Musigny ci ha fatto scoprire la grande diversità di eleganza espressa dal vitigno tra il Village ed il Premier Cru. Il viaggio è proseguito con il Gevrey-Chambertin, in cui abbiamo percepito, in tutta la sua potenza, la struttura del Pinot nero, fino al Grand Cru Les Grands Echezeaux dove abbiamo degustato qualcosa di ulteriormente raro, in cui a giocarsela erano gioventù e, allo stesso tempo, ampiezza e complessità del climat. A concludere, un' introvabile Hospice de Beaune Pommard Cuvee Raymond Cyrot 2015, in cui a comandare è stata l’evoluzione.
Abbiamo intervistato Marco per farci svelare i segreti del fascino di questa rinomata regione vinicola francese.
1) Cosa rende unica la Côte d'Or?
Un insieme di fattori: dalla conformazione geologica all’altitudine alle condizioni climatiche fino all’intervento dell’uomo, sia recente o radicato nei secoli. In pratica, come accade in quasi tutte le aree vinicole di qualità, il terroir, ovvero ciò che contraddistingue l’esclusività vitivinicola di una zona.
2) Cosa ti affascina della Côte de Beaune e della Côte de Nuit?
Al di là del fatto che in entrambe le zone si producono i più grandi Pinot Nero e Chardonnay del mondo, la profonda storicità dei luoghi che si respira in ogni angolo della Borgogna e che rende grandiosa ed unica questa regione.
3) Quali zone rappresentano meglio il riferimento mondiale per lo Chardonnay? E quali per il Pinot nero?
Non è facile rispondere, talmente è complesso il mosaico di denominazioni e di Cru grazie a differenti esposizioni, sottosuoli e microclimi. Per il Pinot Nero, l’intera Côte de Nuit è rappresentativa del vitigno, con differenze tra i vari territori: se Gevrey è potenza, Chambolle è eleganza, così come la Côte de Beaune con il sapido Chardonnay di Meursault così diverso dal vibrante Puligny, ed entrambi sono più che iconici a livello mondiale, quindi… ce n’è per tutti i gusti!
4) Qual è il giusto approccio alla degustazione dei vini della Borgogna?
Avere un bel portafoglio…! (sorride) Battuta a parte, per comprendere al meglio questa regione, serve molto “allenamento”, quindi, se possibile, degustare varie espressioni dei vini di questo prezioso territorio e soprattutto cercare di non bere “con gli occhi”, senza farsi impressionare dalle etichette.
Foto di Martina Faccin
In degustazione
Bourgogne Pinot noir "Prestige" 2021
Pommard 2018
Savigny-Les-Beaune "Le Village" 2019
Vosne-Romanee 2020
Chambolle-Musigny 2019
Chambolle-Musigny 1er Cru "Les Feusselottes" 2018
Gevrey-Chambertin 2019
Grands Echezeaux Grand Cru 2019
Hospice de Beaune Pommard "Cuvee Raymond Cyrot" 2015