Wine Experience
Dalla redazione
giovedì 26 ottobre 2023

Mille e una sfumature di Chardonnay

DEGUSTAZIONE AL BUIO, ALLA SCOPERTA DI STILI E TERROIR


REDAZIONE AIS TREVISO

Lo Chardonnay è un camaleonte. Dove lo metti, sta. Una provocazione per dire che questo vitigno può cambiare pelle e adattarsi al territorio che lo accoglie, con risultati sorprendentemente diversi. E’ stata una sfida, allora, andare alla scoperta delle “sfumature di Chardonnay”, nella degustazione al buio che Roberto Anesi, migliore sommelier d’Italia 2017, ha guidato nella serata organizzata da Ais Treviso il 27 settembre.

Le sfumature sono state e saranno ben più di cinquanta, perché non c’è area del mondo dove non esista Chardonnay.

Nei calici, allora, brillavano sette espressioni, più una sorpresa dalla Francia, tutte da indovinare, a caccia di quella versatilità del vitigno che prende forza nella sua neutralità e nella sua duttilità tecnica. Che sia adattabile e poliedrico, lo Chardonnay, già lo sapevamo: dai metodi classici ai fermi di facile beva, fino a quelli più complessi. Ma può essere anche Icewine, lo chardonnay, monovarietale oppure in blend. Li ha ricordati, Anesi, gli aromi del vino, delicati eppure capaci di ricordare le diversità di climi, l’azione dei lieviti o della fermentazione malolattica, la sosta sulle fecce fini, la maturazione in legno, fino all’affinamento in bottiglia.

Variabili numerose, in un gioco caleidoscopico che viaggia lungo le latitudini e ha origini che si perdono lontane nel tempo, in un incrocio genetico spontaneo di Pinot nero e Gouais blanc.

Scoprire le etichette dei vari Chardonnay dopo l’assaggio ha stimolato i sensi, la curiosità, e ha fatto nascere un confronto vivace e uno stupore capace di scalfire aspettative predeterminate.

In degustazione:

  • Chardonnay Sicilia Menfi Doc 2022, Planeta

Dolcezza e complessità al naso, con profumi di pasticceria, frutta tropicale, agrume in marmellata e una nota salmastra. Il sorso ha buona struttura pseudo-calorica, ma non pienissima. Ricchezza sapida nel finale, con tratti amarognoli.

Uve raccolte in anticipo per frenare lo sviluppo delll'aromaticità. Appena messo in commercio, paga la tensione di un’estrema gioventù.

  • “Ciampagnis” Friuli Isonzo Chardonnay 2015, Vie di Romans

Nel bicchiere, uno straordinario giallo oro, spesso e avvolgente. Al naso una complessità stratificata, con burro di arachidi, erbe officinali, cereali croccanti e note di miele dolce. All’assaggio, c’è volume e rotondità, con un sentore di arancia amara e una chiusura quasi affumicata.

Vigneto di 21 anni. Nella bottiglia, il risultato di una microvinificazione di sei parcelle. La matrice dei terreni fa la differenza.

  • “Kreuth” Chardonnay A.A. Terlano Doc 2017, Cantina di Terlano

Giallo dorato consistente. Al naso, albicocca, pesca, note fumé e di grafite minerale. Ricchezza gustativa al sorso, con la sapidità finale che aumenta la salivazione. In bocca, resta un frutto dolce, maturo, con ricordi di erba medicinale nel finale.

  • “Silente delle Marne” Monferrato Bianco Doc 2017, Tenuta Santa Caterina

Giallo sfavillante. Al naso arrivano sentori di smalti, crema di nocciole, di chutney di ananas, frutta matura. Spicca una sapidità da pietra focaia e note di goudron e di affumicato. Al palato è cremoso, quasi masticabile, con una chiusura avvolgente e lunghezza gustativa. Ritorni di liquirizia e papaia disidratata.

  • “Blanc” Oltrepo’ Pavese 2021, Tenute Mazzolino

A confronto un’annata più giovane e una più matura dello stesso vino. La 2021, di fronte a un giallo paglierino scarico, al naso arrivano profumi citrini, legno e nocciolina, zenzero fresco e pepe bianco. Il sorso dà una sensazione di medio calore, con un’acidità agrumata che fa salivare.

  • “Blanc” Oltrepo’ Pavese 2016, Tenute Mazzolino

Miele amaro, note di polvere da sparo e poi zeste di pompelo e ananas maturo. L’assaggio porta mieli profumati, burrosità e un accenno salmastro da salgemma, con una chiusura che richiama sentori di albicocche, susine gialle e ricordi di speziatura, noce e mandorla salata.

  • “Kreuzweg” A.A. Riserva Chardonnay 2018, Castelfelder

Dibattito acceso, fra questo e l’ultimo calice, su quale potesse essere il campione italiano e quale quello francese.

Al naso, richiami di sale rosa e burro salato, pepe bianco, erbe di montagna, torrefazione delicata, agrume maturo e zesta candita. Eleganza nel sorso, dove è predominante la nota salata. Presente una matrice di legno ben integrato.

  • Beaune Clos des Monsnières “Monopole” 2018, Olivier Leflaive

Profumi di fiori e salgemma, in un naso che denota gioventù e ricorda agrumi, una lieve polvere di caffè, con una parte rocciosa e gessosa. All’assaggio c’è grande eleganza, freschezza, tensione e spessore, con grande salinità e un finale teso e acido.

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