Aldo Naddeo
Si dice che tutti i posti belli non sono mai dietro l’angolo. Forse è così, ma quando arrivi ne vale sempre la pena. È il caso dell’incredibile location della cantina di Vinicio Bronzo, situata in località Gaon salendo per il paese di Caprino Veronese (VR). Un posto stupendo, come stupenda è stata l’accoglienza della famiglia coi volti sempre sorridenti che lasciavano presagire l’amore per il proprio lavoro lungo varie generazioni ed arrivato fin qui con il figlio Davide che porta avanti i 19 ettari di vigneto, precedentemente curati dal padre Vinicio.
La storia comincia dal nonno Emilio che, appassionato di allevamento, inizia con piccoli impianti di olivi e qualche barbatella; la svolta avviene con Vinicio che con piccole acquisizioni comincia a indirizzare il suo impegno verso la viticoltura. Il lavoro è faticoso: parliamo di vigneti all’interno di un anfiteatro boschivo di incredibile bellezza, circondato dal Monte Baldo. Il figlio Davide non può che continuare il lavoro ereditato con un’ottica certamente più moderna, ma di rispetto per ciò che lo circonda, e la conversione al biologico risulta il passo automatico per continuare questa avventura.
Una stupenda passeggiata tra i filari di corvina ci porta ad un panorama mozzafiato, con il lago di Garda e Sirmione in lontananza, ricordo indelebile della serata. Salendo, le pergole trentine si cominciano ad intravedere: è questo l’appezzamento di sauvignon blanc che degustiamo proprio come se fosse appena stato raccolto lì davanti a noi. Giallo paglierino intenso dato dalla piccola macerazione, naso pulito, sentori tropicali con mix di erbe aromatiche. Palato caldo di ottima sapidità e grande freschezza, decisamente un prodotto che non segue una linea tradizionale, tipica dei Sauvignon, ma sa ben differenziarsi.
Il percorso procede nel bosco fino al limite della denominazione Bardolino. Siamo a 450 m di altitudine e qui la corvina cresce con una spinta in più. Assaggiamo il suo Terre Rosse IGT annata 2019 con piccolo appassimento e passaggio di 6 mesi in tonneaux. Ciliegia sciroppata al naso, frutti rossi maturi tipici del vitigno, sorso elegante contornato da una bella speziatura e grande beva.
Proseguiamo arrivando a quella che possiamo definire la casetta nel bosco. Una vera e propria chicca dove ci aspettano le varie stuzzicherie per l’apericena e la poetica voce di Lupita che ci intrattiene per terminare una serata che potrebbe non finire mai. Qui al chiosco abbiamo la possibilità di assaggiare il suo cru d’eccellenza, il Bardolino Monte Baldo DOC Le grotte 2020. Il naso è un caleidoscopio di profumi che spaziano dalla mora alla marasca fresca e a toni più leggiadri di violetta selvatica. La bocca non delude, richiama tutto ciò che abbiamo sentito al naso con una piccola vena vegetale di contorno.
La bontà di Davide lo porta ad aprire qualcosa in più e non si può non menzionare tra i grandi bicchieri appena assaggiati un sorprendente Cabernet Franc in purezza, Le Selvole IGT annata 2018. Piccoli frutti rossi, vaniglia e cannella in prima olfazione, palato pieno strutturato con un’eleganza rustica di grande piacevolezza, invoglia il sorso in continuazione.
Grazie a Vinicio, Davide e Patrizia per averci accolto come se facessimo parte della loro famiglia, per la simpatia e gli interessanti aneddoti familiari che ci hanno intrattenuto per tutta la serata.