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Dalla redazione
lunedì 17 aprile 2023

Il convegno di Venetia tasting

La grammatica del gusto: l’evoluzione del menù e della carta dei vini

Daiana Vantini


C’è la pasta al pomodoro, con un tocco di basilico. E poi la spigola con le verdure. Niente aglio, niente cipolla, come sempre in queste occasioni, per evitare qualsiasi fastidio e incidente diplomatico. Chiude un semifreddo alla castagna. Su tutto, un vino bianco del Lazio. E tutto che rispetti le regole kosher.
Verrebbe da dire che la semplicità non è per nulla una cosa semplice. Ma è fatta di qualità e la qualità è tutto quando il menu è quello del pranzo di Stato offerto da Palazzo Chigi durante la visita del presidente israeliano Netanyahu.
Lo svela Alessandro Scorsone, cerimoniere di Palazzo Chigi, da più di trent’anni occhio costante su quanto accade nelle occasioni ufficiali del Governo italiano, parlando a Treviso, a Palazzo dei Trecento. Sa che anche a tavola ci si gioca sempre qualcosa.
 
Dunque, i menù al centro della scena. Come quelli di ogni epoca ed occasione esposti nella mostra “Note di Pranzi” a Casa Robegan (Treviso), curata da Alessia Cipolla. Protagonisti, con le carte dei vini, del convegno “La grammatica del gusto”, uno dei principali eventi di Vinetia Tasting, con il capoluogo della Marca ad accogliere e far scoprire tutte le eccellenze venete della guida Ais.
I menù non sono meri accessori. I menù parlano: testimoni della tavola e specchio della società. “Devono essere belli. Essere poesia”: Alessia Cipolla ne ha portati 350 in mostra, da una collezione privata. Alcuni inediti, come quello dell’incoronazione di Elisabetta seconda. Molti a marcare i contorni della storia: come quelli dei Savoia, periodo umbertino, ufficiali e conviviali. Ma anche quelli di viaggio o che hanno segnato le occasioni di persone comuni.
Con la consapevolezza, aggiunge Scorsone, che ogni invito a casa è un rito, anche quello più informale, e va strutturato con gran rispetto per l'ospite. 
Perché l’accoglienza è mettere a proprio agio, aggiunge Marco Colognese, food writer e critico gastronomico.
Dal menu al servizio, il filo, in fondo, è unico. E allora anche il vino che va in tavola “ha bisogno di una comunicazione giusta”, dice Gianpaolo Breda, presidente di Ais Veneto, ricordando che il ruolo di un buon sommelier ha radici in una formazione solida. E quanto sia importante una carta dei vini “percorribile”. Anche questo, in fondo, è attenzione all’ospite. I menu la raccontano e la interpretano, in ogni epoca.

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