Sandra Bertelle
La felice partecipazione della cantina di Terlano - Kellerei Terlan - chiude gli eventi invernali organizzati dalla delegazione AIS di Padova. Tema della serata il pinot bianco, vitigno non adeguatamente (ri)conosciuto, che in Alto Adige raggiunge eccellenti livelli di qualità e longevità.
Julia Springeth, curatrice marketing e vendite della cantina, ha messo a disposizione la sua professionalità, senza celare il proprio legame affettivo con la vitivinicoltura in Alto Adige.
A Terlano, nella valle del fiume Adige tra Bolzano e Merano, il clima gode di temperature miti grazie all’influsso del lago di Garda. Le generose esposizioni al sole e la scarsa piovosità contribuiscono a generare marcate escursioni termiche. L’altitudine media dei vigneti e i suoli di porfido quarzifero obbligano la lavorazione esclusivamente manuale, tutti fattori di scarsa resa.
La cantina di Terlano produce annualmente 1,5 milioni di bottiglie, il 70% delle quali di vino bianco.
Tra i bianchi di Terlano il pinot bianco è la regina delle uve: senza l’irruenza del sauvignon e l’immediatezza dello chardonnay, emerge per eleganza. Come una regina ha un incedere discreto e lento. Il calice regala al degustatore, che non sia frettoloso, note primarie che evolvono in sentori secondari e raggiungono la ricchezza terziaria. Il vitigno, assai produttivo se non domato, ha una inattesa longevità, conferita dalle condizioni climatiche, dalle caratteristiche dei suoli, dal lavoro in vigna e dalla geniale tecnica di cantina che un visionario, come il Kellermaister Sebastian Stocker, ha saputo individuare e valorizzare.
La parola chiave in cantina a Terlano è tempo. Il tempo delle vecchie vigne che hanno raggiunto anche gli 80 anni, il tempo di attendere l’equilibrato livello di maturazione per la vendemmia, il tempo di sosta del vino in cantina per raggiungere l’eccellenza.
Nel 1955 Sebastian Stocker iniziò a “murare” 500 delle migliori bottiglie dell’annata e continuò a farlo per tutti i 38 anni in cui rimase in azienda, certo com’era che i bianchi d’Alto Adige potessero esprimersi al meglio dopo un lungo riposo. Immaginiamo la sorpresa quando fu scoperto. Nacquero così le Rarity, preziosi vini che sostano un anno in botti di rovere, in seguito travasati in fusti d’acciaio da 2.500 litri dove rimangono per almeno dieci anni sui lieviti infine, prima della vendita, restano altri quattro/ cinque anni in bottiglia. Il “metodo Stocker” fu ufficialmente adottato e aggiornato. Dal 1970 tra le Rarity troviamo esclusivamente Pinot Bianco, Sauvignon, Chardonnay in purezza o nell’uvaggio chiamato Terlaner.
L’archivio enologico, un caveau scavato nel porfido quarzifero a 13 metri di profondità, custodisce oltre 100.000 bottiglie, delle annate dal 1955 ad oggi, oltre ad antiche bottiglie risalenti anche all’anno della fondazione (1893).
La cantina produce la pregevole linea “Selection” da zone DOC e talvolta da singoli vigneti con la linea “Tradition”, vini che esprimono il carattere varietale e il territorio. A questi si aggiunge Primo, una cuvée che racchiude l’essenza Terlaner.
In degustazione sei vini, tutti con notevole impronta fresca, sapida e morbida.
A.A. Terlano Doc Pinot Bianco 2022 della linea Tradition. Frutto di un’annata quasi siccitosa. Sul mercato da soli 15 giorni, dopo cinque mesi sui lieviti. Proviene da vigne di età media di 45 anni, con una resa di 80-90 quintali per ettaro (laddove il disciplinare della Doc Terlano ne consente 130). Esprime la tipicità del pinot bianco: sentori di mela verde, agrume, pesca bianca, fiori bianchi.
A.A. Terlano Doc Pinot Bianco Vorberg Riserva 2020. I vigneti della zona Vorberg sono esposti a sud ad altitudine compresa fra 450 e 650 metri. Qui si trovano le vigne più vecchie e con le rese più basse. Il vino sosta un anno e mezzo in botte neutra da 7.500 litri. Buona annata la 2020: calda fino ad agosto, la pioggia di settembre ha concluso una stagione favorevole. Stavolta la mela è gialla e ben matura, si inizia a percepire una leggera nota fumé.
A.A. Terlano Doc Pinot Bianco Vorberg Riserva 2015. Nell'estate di quell'anno si raggiunsero i 43°C con il rischio di precoce surmaturazione. Frutta gialla molto matura, carattere ferroso e finale di caramello.
A.A. Terlano Doc Pinot Bianco Vorberg Riserva 2014. Anno difficile, ma per la filosofia aziendale ogni annata può dare grandi vini. Perso il 40% della produzione ma qualità garantita. Il risultato è questo vino che si presenta come un “English gentleman”: discreti ed eleganti gli aromi, già evoluti e dalla notevole persistenza.
A.A. Terlano Doc Pinot Bianco Vorberg Riserva 2013. Vino equilibrato, espressione di un’annata altrettanto bilanciata. Armonico nella sua tipicità e nello stesso tempo esuberante. Molto piacevole alla beva.
A.A. Terlano Doc Pinot Bianco Rarity 2010. Annata tra le più grandi e regolari. Nel 2010 il metodo Stocker è espressione di una parcella e una cisterna (in tre sole annate le parcelle e le cisterne furono due). Sentori evoluti di frutta esotica, spezia gentile, pietra scura bagnata.