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Dalla redazione
mercoledì 22 marzo 2023

Anteprima Chiaretto 2023

La scommessa della longevità

Maria Grazia Melegari


La tredicesima edizione dell’Anteprima del Chiaretto di Bardolino con 40 aziende presenti e oltre un centinaio di etichette in degustazione ha mostrato bene come i produttori siano giunti a una consapevolezza diffusa e condivisa sui contenuti della Rosé Revolution iniziata nove anni fa.

La corvina protagonista, ora impiegata fino al 95%, la cura di vigneti dedicati e la ricerca espressiva che sempre più esalta la territorialità sono ormai punti fermi.

Con i suoi 10 milioni di bottiglie il Chiaretto della sponda veronese del Lago di Garda è il vino rosa più prodotto in Italia, un primato che la sua nuova veste ha di certo aiutato, con i colori più tenui e accattivanti e una spiccata sapidità che lega assieme freschezza e tannicità.

L’annata 2022, molto calda e siccitosa, ha portato a una vendemmia anticipata di circa 8 giorni rispetto alla media degli ultimi anni. “La gradazione zuccherina delle uve è stata superiore rispetto all’annata 2021” ha affermato Andrea Vantini, responsabile dell’Area Tecnica del Consorzio “mentre l’acidità totale, pur inferiore nei confronti dell’anno precedente, è stata fortunatamente supportata dalle provvidenziali piogge di agosto. Ne è derivata, per il Chiaretto di Bardolino, un’annata dotata, insieme, di ottima struttura, di freschezza e sapidità in equilibrio”. Caratteristiche che abbiamo ritrovato nei vini degustati, tenendo conto di qualche disarmonia dovuta a imbottigliamenti molto recenti.

Interessante la prospettiva delineata dalla masterclass di approfondimento “Alle origini della Rosé Revolution” che ha visto i Chiaretto delle aziende Poggio delle Grazie e Il Pignetto in due verticali parallele delle annate 2014, 2015 e 2016, seguite dalle annate 2018 e 2019 del Gaudenzia di Vigneti Villabella. Sorprendente la tenuta nel tempo della freschezza e della sapidità, con evoluzioni organolettiche verso note speziate, di agrume candito e frutta tropicale. Anche ai banchi dei produttori abbiamo avuto occasione di gustare alcune piccole verticali, anche con annate precedenti alla 2014 (inizio della Rosé Revolution). Il tutto ci fa dire che il futuro del Chiaretto di Bardolino è quello di un vino rosa che ha definitivamente abbandonato i contorni di un vino “di risulta”, bevibile in annata, per puntare a una “nobile longevità”. Come ha ricordato Franco Cristoforetti Presidente del Consorzio “all’inizio della Rosé Revolution si pensò più che altro a un vino che tenesse almeno un paio d’anni per raggiungere i mercati più lontani. Oggi sono gli stessi produttori che non temono di sperimentare affinamenti più lunghi”. Le sorprese non finiscono qu: sta prendendo il via il progetto consortile del Chiaré Rosé, uno spumante extra dry prodotto con metodo Martinotti da alcuni grandi player della denominazione, che vuole rilanciare la tipologia - attestata oggi su una produzione di 300.000 bottiglie - e sarà presentato durante la manifestazione Vinitaly and the City.

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