Luigi Lago
Xe Pasqua XE Pasqua! Che caro che go se magna ea fugassa, se beve el cocò.
E’ Pasqua! E’ Pasqua! Sono felice, si mangia la focaccia si beve l’uovo.
Pasqua, come tutte le festività, si festeggia anche a tavola e sicuramente in Veneto non c’è Pasqua che non veda in tavola la fugassa, cioè la focaccia o fugassin, dolce tradizionale impastato anche in forma di colomba.
Come sempre mi piace andare a scoprire un po’ di più di queste nostre secolari tradizioni. L’origine risale alle prime feste cristiane in ricordo della Resurrezione di Gesù. In Veneto, il Cristianesimo arrivò da Alessandria d’Egitto, la più colta e raffinata città mediterranea, e insieme arrivarono alcune tradizioni orientali come il pane dolce di Pasqua e le uova, simbolo della primavera, della vita nuova che rinasce nella natura e nel Cristo Risorto. Questo pane dolce è raffigurato anche nei mosaici di Erode nella basilica di San Marco a Venezia (meritano una visita). Il pane dolce di Pasqua è stato poi, reinterpretato nel corso degli anni, in diversi modi dalle varie comunità cristiane.
In Veneto l’interpretazione era di un pane dolce semplice: un impasto lievitato con pochi zuccheri e pochi grassi, dal sapore antico e genuino. L’origine del dolce che gustiamo oggi, è comunque avvolto nella leggenda, sembra che l’idea di questo “pane dolce” sia venuta ad un fornaio trevigiano: lavorò la sua pasta di pane con burro, miele e poche mandorle sino ad ottenere un dolce soffice e leggero che regalava ai suoi clienti in occasione delle feste pasquali. Il dolce veniva cotto nel forno a legna.
Accanto a questa, un’altra storia, racconta che la “fugazza”, un tempo, da tradizione venisse preparata in occasione del fidanzamento e portata in dono alla famiglia della ragazza con all’interno l’anello di fidanzamento.
Venendo alla storia più recente, negli anni ’60, quando era raro avere il forno in cucina, le donne impastavano la fugassa pasquale in casa, per poi portarla a cucinare al forno del paese pagando la cosidetta “cotta”, una sorta di diritto di cottura. Ogni casa custodiva gelosamente e con orgoglio la propria ricetta ed era interessante vedere come a parità di forno, di temperatura e di cottura, i risultati potessero essere alquanto diversi.
La fugassa prese piede, inoltre, in primavera, perché le galline, dopo la “pausa” invernale, tornavano a produrre uova fresche con un ritmo maggiore. E’ un dolce che richiede una lunga lievitazione per ottenere una pasta molto soffice e leggera che alla fine verrà glassato con un composto a base di uova e zucchero in granella.
Quale vino abbinare a questo delizioso e tradizionale dolce Veneto? La mia preferenza va al Prosecco Superiore di Cartizze Dry con i suoi profumi fruttati di pera, mela, agrumi e pesca sono il perfetto connubio alla nostra “fugassa”.
Un altro abbinamento ideale è un buon Moscato Fior d’Arancio dei Colli Euganei oppure d’Asti, che con la sua dolcezza e leggerezza ben si abbina. Per chi non ama le bollicine consiglio il Recioto di Soave con le sue note floreali e fruttate, intenso e di grande morbidezza al palato.
Cin cin e buona degustazione con i migliori Auguri di una Santa Pasqua serena e piena di gioia!