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Dalla redazione
venerdì 17 marzo 2023

Ribolla del Collio: già e non ancora. Un vino europeo

tra Italia e Slovenia, vini di confine, vini senza confini

Daiana Vantini


Il punto, in fondo, è duplice: cos’è oggi la Ribolla gialla del Collio? E soprattutto: cosa potrà diventare?

Domande che hanno a che fare con l'identità di questo vino, con la geografia e con gli uomini, quelli del Collio friulano e quelli della Brda slovena, che sarebbero la stessa cosa visto che a dividerle è soltanto un confine.

Domande a cui hanno provato a dare risposta i calici schierati a Treviso in una serata che ha visto protagoniste “Sinefinis”, Ribolla Gialla italiana, e la corrispettiva Rumena Rebula slovena, assemblate, a dare vita ad un metodo Classico tutto “made in the Eu”, firmato da Robert Princic (della cantina italiana Gradis’ciutta) e da Matjaž Četrtič (della cantina slovena Ferdinand).

I due si sono incontrati da adulti a Trieste, in un master sul vino, anche se sono cresciuti a trenta case di distanza, senza saperlo. “Ad un certo punto qualcuno ha deciso di tirare un confine” dice Princic con disarmante semplicità. Ma la matita della storia quelle frontiere le ha riscritte più volte. Četrtič ricorda il nonno nato austriaco, il papà italiano, lui nato jugoslavo, i suoi figli sloveni. L’Europa, ora, è una scommessa da realizzare. Per entrambi, grazie ed attraverso quel vitigno che ha nomi in lingue diverse ma uno stesso DNA. E uno stesso grembo, fatto di colline e di ponca, di esposizione e di temperature peculiari, di tradizione.

La Ribolla Gialla, tutto sommato, dei confini se n’era già fregata. Era lì da prima, da qualche secolo, forse più. "Ha scelto le colline del Collio, ha scelto le persone di quelle terre per farsi accudire”, dice l'enologo Enzo Michelet.

Tratti salienti nella sua carta d’identità: citrina, minerale, sapida. La si ritrova nei vini delle singole cantine dei due produttori, che hanno scelto di puntare su sostenibilità e biologico.

Le degustazioni della serata fanno emergere tratti comuni e differenze nelle espressioni delle due cantine. “C’è un’evoluzione della Ribolla Gialla che comunque conserva la sua nota citrina”, afferma Princic.

 

Četrtič evidenzia la necessità di dedizione per non far scadere la Ribolla Gialla nella banalità e che è il produttore che fa la differenza.

 

L’impressione, a fine serata, è quella di un Nordovest (Friuli) e un Nordest (Brda) come laboratorio. Lavori in corso, insomma, per quella che sarà l’identità della Ribolla Gialla del futuro.

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