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Dalla redazione
lunedì 19 dicembre 2022

Rum cittadino del mondo

Alla scoperta di uno dei distillati più antichi


Domenica Grande

 

Partire con la valigetta per andare ad una delle tante degustazioni, ma nel giro di pochi minuti venire catapultati in tutto un altro mondo. È successo giovedì 1 dicembre al Best Western Plus Hotel Galileo di Padova, nella serata condotta da Leonardo Pinto, uno dei massimi esperti di rum, sia in Italia che all’estero. Leonardo non solo ci ha spiegato l’affascinante storia del rum, delle terre in cui viene prodotto e delle sue genti, ma soprattutto ha scardinato tutta una serie di luoghi comuni che il distillato porta con sé. 

Un esempio? Tutti siamo convinti che il primo rum arrivato in Europa provenisse dai tropici, invece lo portarono gli olandesi dall’isola di Giava, in Indonesia!

Concentrandoci sul rum, sappiamo che è un distillato ottenuto dalla fermentazione di melasse, sciroppi, zucchero o succo fresco -vesou- tutti derivati dalla canna da zucchero. Abbiamo imparato che nel mondo esistono 650 cloni di canna da zucchero, ognuno con precise caratteristiche organolettiche che, assieme ai territori di coltivazione, caratterizzano il rum che ne verrà ricavato. 

Come nel vino, i rum si riconoscono a seconda del terroir e dall’ambiente circostante che influenza sia il processo di fermentazione che la fase di invecchiamento in botti, spesso utilizzate prima per altri distillati, come bourbon o sherry. La distillazione può essere continua o discontinua, ogni alambicco ha una sua personalità aromatica, ma è sempre il luogo che ne influenza il gusto, mentre il colore dipende dal contatto con il legno o dall’addizione di coloranti. 

Arrivati finalmente al distillato, possiamo avere rum tradizionali o industriali, ricavati dalla melassa e i famosi rum agricole, -così di moda- che derivano dal puro succo di canna da zucchero. Facendo chiarezza, la denominazione è legata a tutti i territori appartenenti alla Francia, fatta eccezione per la regione autonoma di Madeira. Solo questi rum infatti, possono fregiarsi della dicitura “Agricole” in etichetta.

Alla degustazione abbiamo nuovamente cambiato le regole. Per il rum meglio un bicchiere largo e panciuto, evitando di metterci il naso dritto dentro, altrimenti si anestetizzano le narici visto mediamente i 40% di Vol. alcolico. Si inspira una narice per volta così da percepire gli aromi, si fa un primo piccolo assaggio per far abituare la lingua alla gradazione e, con il secondo, finalmente si coglieranno i flavours.


Abbiamo degustato:

BOTRAN 18  - Guatemala - metodo Solera. Questo rum si svela dopo il secondo assaggio, quando diventa rotondo, accogliente e morbido con sentori di caramello e vaniglia. 40% Vol.


APPLETON ESTATE 12 – Rum tradizionale. Deriva al 100% da melassa. All’assaggio risulta aggressivo con note di legno, aprendosi a sentori di gomma bruciata e idrocarburi, tipici dei rum giamaicani. Caldo al secondo assaggio. 43% Vol.


PLANTATION XAYMACA – Special Ageing. All’assaggio è uno schiaffo, risulta freddo e vibrante. Prodotto in Giamaica e successivamente invecchiato in Francia. 43% Vol.


O’REIZINHO – Ron Agricola de Madeira. Arriva da un’isola vulcanica, i sentori di pietra focaia sono abbondantemente presenti, assieme a quelli di pop corn e burro fuso. All’assaggio incendia la lingua con percezioni di zolfo. 45% Vol.


A.O.C. MARTINIQUE RHUM AGRICOLE. A livello aromatico toni erbacei e freschi arrotondati dalll’invecchiamento. La particolarità all’assaggio sono i sentori sapidi e minerali, tipici del sud dell’isola. 42% Vol.


LA CACHACA - Avuà Amburana Brasile. All'assaggio intensi sentori di miele e cannella, zero vaniglia o caramello, grazie al tipico legno brasiliano Amburana da cui è ricavata la botte usata per l’invecchiamento. 40% Vol.


La serata dedicata al rum è stata un’esperienza intensa e illuminante, ha lasciato tutti con la curiosità e la voglia di approfondire, magari partendo per uno dei luoghi in cui viene prodotto.

Hasta Iuego!

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