Enrico Trentin
Sabato 3 Settembre Matteo Castellani ha ospitato la nostra delegazione di Verona nella sua azienda agricola, dandoci l’opportunità di provare (chi per la prima volta) la vendemmia.
Assieme ai genitori e alla fidanzata, coltiva sei ettari e mezzo di terra in Località Rotti, nella parte occidentale del comune di Bussolengo (VR), di cui cinque ettari e mezzo vitati mentre i restanti accolgono olivi, piante da frutto, verdure e bosco, il tutto a conduzione biologica certificata dal 2009. L’attuale è la quarta generazione della famiglia che coltiva questa terra. Il bisnonno la comprò negli anni dieci, negli anni sessanta il nonno piantò molte varietà di vigne recuperate nel corso di numerosi viaggi di lavoro in tutto il Nord Italia che Matteo lavora tuttora.
Nei vigneti, assieme alle varietà autoctone come corvina, corvinone, molinara, rondinella, garganega, bianca fernanda, si trovano anche pinot nero, merlot, sangiovese, croatina, teroldego, riesling, ancellotta, tai rosso dai colli berici e il rebo (un incrocio fra teroldego e merlot con acino spargolo e buccia spessa).
Matteo è un trentenne con un’ottima preparazione in ambito enologico, diplomato come enotecnico a San Michele all’Adige (TN), dove ha cominciato l’università di enologia, terminando gli studi nel 2016 con un programma di doppia laurea tra Udine e la Germania. Per due anni ha lavorato in importanti cantine nella zona tedesca della valle del Reno e nel 2018 è rientrato in Italia per affiancare il padre Gianluigi.
All’azienda agricola Castellani cercano di preservare le vecchie vigne per le loro caratteristiche di equilibrio, qualità produttiva e resistenza, infatti l’ottanta per cento dei vigneti ha più di trent'anni ed alcune oltre sessant’anni.
Il suolo è prevalentemente ricco di argilla, calcare e sedimenti alluvionali. Le viti sono coltivate con il tradizionale metodo a pergola che aiuta a proteggere i grappoli dalle scottature e dalla grandine. La raccolta, rigorosamente manuale, richiede grande esperienza, manualità e duro lavoro. La biodiversità ed il rispetto della natura sono ritenuti molto importanti.
Finalmente arriva il nostro momento della vendemmia, dove Matteo ci spiega come selezionare i grappoli adeguati all’appassimento, che devono essere integri e asciutti per poi riporli in maniera ordinata nelle cassette. Il grappolo reciso va posizionato con il picciolo verso l’alto per tenere compatti gli acini che andranno ad appassire.
Neanche il tempo di prenderci la mano che il carro di uva ancellotta di viti del 1974, originaria dell’Emilia Romagna, è già pieno con soddisfazione e felicità di tutti noi partecipanti.
Rimanendo in mezzo alle vigne, con vista sul Lago di Garda in lontananza, assaggiamo tre vini accompagnati da prodotti caserecci, serviti su un romantico vecchio carro agricolo.
Chiaretto di Bardolino Doc Brut Perlago
Ottenuto da uve corvina 80%, rondinella 10% e pinot nero 10% spumantizzate con metodo Martinotti per 90 gg. Un calice dalle spiccate note di fragola, rabarbaro e frutta secca tostata, con perlage cremoso, un gusto deciso e morbido dotato di un’ottima freschezza.
Verona Igt Rosso Monte Croce 2021
Un blend veronese affiancato da una parte di sangiovese, con veste rubino chiaro, molto vivace e acceso. Leggero ed estivo all’impatto olfattivo, con lampone e melograno in prevalenza. Sorso fresco e fruttato, di buona piacevolezza e con una leggera mineralità che invoglia la beva. Ideale servito leggermente fresco, come in questa occasione con le forbici in mano sotto il sole di inizio settembre.
Verona Igt rosato Rosè 2021
Corvina 70%, corvinone e rondinella
Colore rosa chiaretto intenso e luminoso, profuma di fragole, melograno e cannella.L’impatto al palato è fresco con note acidule che mi riportano al pompelmo rosa. Persistente, abbastanza caldo e morbido, con leggero finale erbaceo e a volte balsamico. si abbina molto bene ad un risotto ai frutti di mare oppure ad un pesce al forno aromatizzato al limone.
Dopo la pausa degustativa arriva il momento di sbirciare nell’area dedicata alla vinificazione, dove le fermentazioni sono spontanee con lieviti indigeni e le filtrazioni sono ridotte al minimo necessario. Più della metà delle vasche sono in acciaio inox, le rimanenti in vetroresina, materiale scelto per la non conducibilità elettromagnetica che potrebbe influenzare negativamente il vino. Abbiamo visitato la barricaia, composta da più di venti barriques francesi e italiane, infine il fruttaio dove l’uva riposa in appassimento. La produzione annua è di circa dodicimila bottiglie, divise in undici diverse etichette, tutti i vini sono molto identitari, con sapori autentici e decisi, profumi netti e ricercati.
Per concludere, ci accomodiamo nello splendido giardino che si affaccia sulle vigne, dove ci aspetta a chiusura della giornata il vino San Fermo, ottenuto da uva garganega appassita per 50 giorni in cassetta, fermentata con macerazione sulle bucce ed affinata due anni in botti di rovere. Proposto in abbinamento ad un ottimo Monte Veronese di alpeggio con composta di uva fatta in casa.
Verona Igt bianco San Fermo 2019
Garganega 100%
Giallo paglierino acceso e brillante con un bouquet intenso e fruttato che ricorda albicocche e ananas maturi, con tocchi di elegante vaniglia. Notevole questo macerato che al palato risulta fresco, con leggera percezione tannica che si sposa con tracce di zenzero, cedro e fieno al retrogusto. Calore abbastanza percettibile, morbido e con un'ottima persistenza.