Claudio Serraiotto
Sabato 17 settembre si è svolta la visita della Delegazione di Vicenza presso la Cantina Tenuta Maraveja 1462.
Quest’azienda è alla quarta generazione e la produzione unica si estende sui Colli Berici in Via Muraroni, 108, 36040 Muraroni (Brendola), vicino al Golf Club Colli Berici. Quattro ettari vitati, con 5680 viti per ettaro, su terreno collinare con pendenze dal 20 al 40% e una resa indicativa di una bottiglia di vino prodotta per pianta.
La filosofia si basa sulla biodiversità e l'ecosostenibilità: l'Azienda è certificata Bio dal 2018 ma la produzione è naturale da sempre. Ma naturale non significa produrre vino non godibile. È inoltre associato FIVI.
All'attività vitivinicola è affiancato un agriturismo con tre camere ricavate nel vecchio fienile.
È una giornata piovosa e purtroppo dobbiamo rinunciare alla visita dei vigneti. Oltre ai colleghi intervenuti all'evento e a me, è presente il Referente della Didattica della Delegazione di Vicenza, Prof. Francesco Salano.
Gildo Gennari, l'anima di Tenute Maraveja, ci accoglie in sala degustazione con la moglie Lorella Dal Maso, raccontandoci di aver visto la luce 30 anni fa quando è arrivata sui Colli la flavescenza dorata che ha massacrato tra le vigne produttive quelle che producevano tanto, mentre quelle magre periferiche, sui cantoni, che producevano poco, ne risultavano immuni. Da questo momento inizia un percorso di osservazione, attenzione ed elaborazione. Si dichiara autodidatta e enuncia ulteriormente la sua filosofia. In primis non dà importanza al vitigno ma al terreno: il motto aziendale è ANTE OMNIA TERRA EST. Quindi effettua solo una fertilizzazione di equilibrio, non per produrre di più, non lavora la terra, non utilizza la tecnica del sovescio, il vigneto è inerbito, a giugno quando l'erba raggiunge la massima altezza viene piegata con apposito attrezzo per creare una barriera che evita il riscaldamento della terra e trattenere il più possibile l'acqua delle eventuali forti piogge. L'erba non viene tagliata per non compromettere la produzione dei semi, che alimentano l'ecosistema. I trattamenti fitosanitari, rame e zolfo, sono ridotti al minimo e vengono fatti solo a scopo preventivo (quest'anno ha usato solo 1,5 kg di rame per ettaro). Così ha il massimo rispetto per la biodiversità presente nel suo vigneto, con un terreno particolarmente vitale e attivo di insetti e microorganismi.
I vitigni impiantati sono oggi di tocai rosso, garganega, merlot e cabernet, sono inoltre presenti viti resistenti di tocai bianco, cabernet sauvignon e pinot nero. Usa appassimenti in cassetta e le fermentazioni vengono fatte partire con la preparazione dei piedi di fermentazione, quindi con l'esclusivo uso dei lieviti indigeni. L'affinamento dei vini bianchi dura quattro anni in vasche di acciaio, mentre per i vini rossi riposano cinque anni in vasche di cemento interrate. Impiega 10 mg/l. di solforosa in fermentazione. Nessuna filtrazione, ma decantazione statica per caduta e mostra, come esempio, i bottiglioni di vino con la feccia decantata. Non acquista uva o vino da terzi.
Successivamente alla degustazione troviamo vini assolutamente integri, senza alcun cedimento, dove si percepisce la mano e la filosofia del produttore. Vini veraci che lo rappresentano, sicuramente non facili e non modaioli:
L'occasione è stata per la consegna di diploma e tastevin a nove neodiplomati della Delegazione di Vicenza, del Corso che ho diretto e si è concluso a gennaio 2022. Abbiamo così accolto tra gli applausi: Battiston Marta, Beatrice Bianchi, Bosio Davide, Costacurta Giovanni, Gallucci Umberto, Manzardo Marco, Moressa Davide, Scirè Scapuzzo Daniela, Tringali Carlo Alberto. Congratulazioni.
Grazie a Tenuta Maraveja per la splendida esperienza.