Francesca Ceron
L’apertura è dell’epistemologo Silvano Tagliagambe. I temi salienti del suo intervento possono essere spiegati con metafore che lui stesso usa per esemplificare i molti spunti filosofici a cui fa riferimento. Quando parla di quale rapporto possa esserci tra vino e il suo territorio dice che “iI vino è territorio imbottigliato” e ancora “Il vino è bilingue, parla la lingua di chi lo produce e di chi lo beve” e, infine, “Il vino è la manifestazione liquida del silenzio, e questo stimola la meditazione”.
L’approccio antropologico è curato da Annibale Salsa, che spiega il paesaggio come spazio di vita e luogo di interazione tra uomo e ambiente, e lo fa attraverso un interessante confronto storico tra cultura anglosassone, tedesca e americana.
Il paesaggio agronomo è trattato da Diego Tommasi, direttore del Consorzio. Con grande competenza e conoscenza del territorio apre parlando di come il vino percepisca l’ambiente e di come possa esserne influenzato. Definisce il paesaggio un'opera collettiva, con un’anima e una memoria. Il suo è un racconto pieno di emozione,che ripercorre la storia delle colline diventate patrimonio Unesco nel 2019. Narra di terra, di uomini visionari, di crescita e di come dagli anni '80 il vigneto e il grande lavoro dell’uomo abbiano iniziato a rimodellare il paesaggio. Chiude parlando di bellezza ed eleganza, di autenticità contrapposte alla banalità, e di come gestire i flussi turistici e la qualità dell’accoglienza.
L’analisi legislativa è trattata dai giuristi Danilo Riponti e Bruno Barel: con grande chiarezza fotografano l’attuale situazione delle regolamentazioni in materia costituzionale sul tema ambientale .Sottolineano come il diritto abbia rapporti difficili con il paesaggio, e come la tutela di questo e dell’ambiente siano competenze statali. Esprimono considerazione per l’interesse e la sensibilità che le nuove generazioni manifestano verso i principi dello sviluppo sostenibile per assicurare i bisogni di tutti, pensando anche alle generazioni future.
Il saluto di chiusura è di Roberto Masiero. Parla dei nuovi progetti che “l’Osservatorio per il paesaggio delle colline dell’Alta Marca” sta elaborando.
Il brindisi finale, chiaramente con Prosecco Superiore Conegliano Valdobbiadene DOCG, celebra un pensiero comune: il paesaggio deve evocare sogni e desideri.