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Dalla redazione
lunedì 4 luglio 2022

Alessandro Torcoli racconta il "suo" Vino Vip

Il direttore di Civiltà del bere ci spiega l'arte di divulgare la cultura del vino e la magia di Vino Vip Cortina

Francesco Mancini


Il 10 e 11 luglio tornerà protagonista a Cortina d’Ampezzo VinoVip, la biennale del vino organizzata da Civiltà del bere, che unisce tra talk show e degustazioni 59 tra le aziende vinicole italiane più importanti. Per la prima volta in un anno pari per il rinvio dell’edizione 2021 a causa della pandemia Covid-19. Per questo ritorno tanto atteso dai protagonisti e dai wine lovers abbiamo sentito il direttore di Civiltà del bere Alessandro Torcoli, deus ex machina della manifestazione, giornalista, sommelier, accademico della vite e del vino, e ora al second stage dell’Institute of Masters of Wine.

Dopo tre anni torna finalmente VinoVip a Cortina: che edizione sarà dopo lo stop forzato e la pandemia?

Vino Vip rappresenta il fiore all’occhiello degli eventi organizzati da Civiltà del bere. Dopo due anni di stop non vedevamo l’ora di ripartire. Sarà un VinoVip di sostanza: come sempre avremo l’élite dell’enologia italiana rappresentata da 59 aziende leader nel settore e poi, considerata la pausa e la situazione sanitaria, abbiamo deciso di compiere un ritorno alle origini: perciò il focus sarà maggiormente sul talk show la domenica e il Wine tasting aperto a tutti il lunedì.

A causa del Covid la 13^ edizione cadrà per la prima volta in un anno pari: verrà mantenuta questa biennalità o sono previste due edizioni consecutive? 

È vero, per la prima volta l'evento cadrà in un anno pari. Manterremo questa nuova biennalità alternando l’edizione montana a Cortina con l’edizione al mare a Forte dei Marmi, inaugurata prima della pandemia nel 2018. La casualità di organizzare VinoVip Cortina negli anni pari avrà per noi anche il vantaggio simbolico di far coincidere la 15^ edizione con l’anno olimpico di Milano-Cortina 2026; il binomio ci lega da sempre alla conca ampezzana, essendo la sede della rivista a Milano e l’evento clou da noi organizzato a Cortina.

Vino Vip è diventato, edizione dopo edizione, un appuntamento irrinunciabile per gli addetti ai lavori e per tanti appassionati: qual è il segreto del suo successo?

Il segreto sta sicuramente nell'aver puntato da subito ad organizzare un evento di alto livello, con aziende selezionate e leader nel settore. Poi sicuramente, da parte nostra, abbiamo sempre profuso il massimo della professionalità e dell’accuratezza con cui ogni volta è pensato e organizzato. Infine a VinoVip i visitatori hanno la possibilità di comunicare direttamente con il produttore, che degusta insieme all’ospite i propri prodotti di punta e ne spiega ogni segreto e sfaccettatura; ciò non avviene facilmente in altre fiere enologiche più grandi. Ovviamente il tutto è contornato da una location tra le più belle ed esclusive al mondo come Cortina d’Ampezzo.

Quest'anno il tradizionale Wine-Tasting delle Aquile del rifugio Faloria sarà sostituito dal Grand Tasting al Golf Club. Scelta dovuta alla recente pandemia o era già prevista dall'organizzazione?

Il Wine Tasting finale, aperto a tutti, accoglie di solito tra le 400 e le 700 persone a seconda del meteo. Quest’anno avevamo bisogno di un posto raggiungibile via terra anziché con la funivia. L’emergenza pandemica è ancora recente e non del tutto superata, e il fatto di dover utilizzare la funivia come unico mezzo di andata e ritorno avrebbe potuto scoraggiare molti. Al Golf Club invece tutti i wine lovers potranno incontrare i produttori in una cornice comunque esclusiva, che offre una visione bellissima sulle Dolomiti ampezzane.

Pino Khail è il fondatore di Civiltà del bere nel '74, e promotore del Vino Vip nel '97. A lui dal 2011 è dedicato l'omonimo premio: qual è un ricordo o un aneddoto che le viene in mente su questa figura così carismatica?

Pino Khail per me è stata una figura doppiamente fondamentale: sia nella vita, essendo mio nonno, sia nel mestiere, avendo condiviso la stessa professione. Quello che ripeto ai nuovi collaboratori, che non hanno avuto la fortuna di incontrarlo, è una frase che mi ripeteva spesso: “Sono i dettagli che trasformano un successo in un trionfo”. L’impostazione di base e i fondamentali di Civiltà del bere, che mio nonno aveva ben saldi, sono rimasti intatti: la professionalità, la serietà e la cura dei dettagli; poi c’è la storia comune di giornalisti, che indirizzano la loro passione sul vino e la cultura da esso generata. Ovviamente, da quando sono direttore ho cercato di restare al passo con i tempi e la comunicazione, che negli ultimi anni è cambiata enormemente, aggiornando il sito, la grafica e anche la copertina della rivista.

Tante realtà vitivinicole, pensiamo per esempio alla Nuova Zelanda, al Sud Africa, all’Australia e al Cile e ad altre, stanno vivendo un grande sviluppo anche sui mercati internazionali. Possono contendere l’egemonia italo-francese a livello mondiale, o le realtà europee hanno un background troppo strutturato?

L’evoluzione che c’è stata negli ultimi anni a livello mondiale può essere vista anche in un'accezione positiva. I paesi emergenti hanno avuto uno sviluppo enologico veloce perché hanno un approccio più scientifico al vino. Gli enologi hanno profuso anni a studiare in Francia e in Italia le tecniche e, una volta rientrati nel loro paese, le hanno messe a frutto con una metodicità che ha consentito loro di compiere un enorme balzo in avanti. Francia e Italia d'altra parte, pur avendo un approccio più tradizionale, hanno approfittato per migliorare anche i loro prodotti, alzando ulteriormente l’asticella. Se questa globalizzazione portasse a snaturare i nostri prodotti, virando solo verso logiche di mercato e commerciali, sarebbe pericolosa, se invece servisse a migliorarli, come è capitato, allora ben venga, in quanto si innescherebbe un circolo virtuoso.

I prossimi obiettivi di Civiltà del bere? 

Tra i nostri propositi c'è sicuramente quello di riprendere con continuità l’alternanza VinoVip montagna-mare, quindi  Cortina d'Ampezzo e Forte dei Marmi. Poi abbiamo proposto il primo concorso enologico italiano sul modello di Decanter, WOW! The Italian Wine Competition per premiare ogni anno i vini più meritevoli. A breve lanceremo la Vinology Academy basata sulla trilogia di libri “Vinology” edita da Rizzoli e dedicata alla degustazione, ai vitigni italiani e ai vitigni internazionali. Insomma, le attività in questo 2022 sono riprese a pieno regime.

 

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