Sandra Bertelle
Curiosità e interesse hanno caratterizzato la serata-incontro dedicata all’azienda Alberto Quacquarini, presentata dal direttore commerciale Francesco Marcantonini. Al nostro relatore Giuseppe Conte, il compito di curare gli approfondimenti tecnici e le note di degustazione di cinque vini.
Lo spumante rosso d’Italia dalle tre fermentazioni: tutti i sommelier lo ricordano come caso di scuola, una particolarità mandata a memoria ai tempi del secondo livello. Pochi però hanno avuto l’opportunità di conoscerne i produttori e di assaggiarlo.
La vernaccia nera cresce su poco più di un centinaio di ettari nei dintorni di Serrapetrona, tra Tolentino e San Severino Marche. Siamo sulle colline maceratesi, che raggiungono i 500 metri d' altitudine.
Vitigno autoctono; la sua presenza in queste zone risale al Medio Evo e da qui non se n’è mai andato. Sette aziende coltivano vernaccia nera e producono un vino che si identifica nel piccolo territorio. La peculiare tecnica di vinificazione, messa a punto per rispondere alle esigenze di un vino da consumare entro la primavera a causa del veloce deterioramento, lo rende speciale.
La Vernaccia di Serrapetrona DOCG costituisce un fenomeno modesto in termini quantitativi, ma esclusivo e unico qualitativamente:quello che definiamo un prodotto di nicchia.
Ha maturazione tardiva; di solito si vendemmia nella prima decade di ottobre, e se ne ottiene un vino mediamente alcolico e tannico. Il sistema delle tre fermentazioni fu adottato per prolungare la longevità. Solo una parte delle uve raccolte viene avviata alla fermentazione per la produzione del vino base (fermentazione numero 1). Almeno il 40% del raccolto viene messo ad appassire in fruttaio per tre mesi. A gennaio il mosto delle uve appassite (fermentazione numero 2) viene aggiunto al vino base, quello da uve fresche, per la spumantizzazione in autoclave (e 3!). Sono tre fermentazioni, ma il vino è singolare! Nel 2004 fece guadagnare alle Marche la prima DOCG. Il riconoscimento avviò la riscoperta della regione e diede impulso all’enoturismo.
L’azienda vitivinicola Alberto Quacquarini coltiva esclusivamente vernaccia nera su 35 ettari di vigneti, collocati su colline "ostili" e con esposizioni varie. Con le sue 250.000 bottiglie, è il maggior produttore di Vernaccia Nera di Serrapetrona, e tale resterà perché non c’è spazio per ulteriori impianti.
L’azienda nasce nel 1958. Al tempo, la politica agraria incentivava l’espianto dei vitigni autoctoni a favore degli internazionali. Alberto Quacquarini ebbe l’intuizione e il coraggio di schierarsi dalla parte della tradizione, per salvaguardare l’unicità, la specializzazione, l’identità della sua terra.
Merita sottolineare che Alberto Quacquarini applica in maniera restrittiva il disciplinare di produzione della DOCG: il suo spumante è costituito per il 100% di vernaccia nera, di cui il 60% in appassimento naturale (i minimi prescritti sono rispettivamente 85 e 40%). La versione dolce sosta sette mesi sui lieviti in autoclave, la secca arriva a nove. Fondamentale per garantire la qualità è l’accuratezza di tutte le fasi della lavorazione: vendemmia rigorosamente manuale, cernita di chicchi perfettamente maturi e sani da destinare all’appassimento, avvio della fermentazione senza inoculo di lieviti. Sono scelte che premiano il lavoro dell’uomo, che sottintendono sensibilità per ogni atto del delicato processo di produzione.
Oggi l’azienda, gestita dai figli di Alberto, produce in certificazione biologica, e ha diversificato l’offerta di prodotti di eccellenza, ugualmente nel nome della tradizione: la Dolciaria Quacquarini (lieviti e dolci), la Palombina (carni e salumi), l’Emporio Quacquarini (boutique gastronomica).
I vini in degustazione.
Non rappresenta la tradizione, è un omaggio al fondatore. È un metodo Charmat che ha sostato sui lieviti per otto/nove mesi. Vi riconosciamo le identità del verdiccio di Matelica e della vernaccia nera, presenti in pari proporzione. Si caratterizza per un bouquet complesso: eleganti note di sottobosco e di spezia dolce, tipiche della vernaccia, ma anche frutta a pasta gialla e mineralità sulfurea riconducibili al verdicchio. Frutti gialli e frutti rossi si amalgamano con gli aromi dei lieviti. Il sorso denota equilibro e coerenza con i profumi.
Una spuma briosa, soffice e leggera, di un rosso rubino luminoso. All’olfatto presenta i tipici richiami di frutto di bosco, di ciclamino e felce, per finire su note pepate. 25 grammi/litro di residuo zuccherino gli donano la morbidezza che ben bilancia il tannino e la leggera pungenza.
Questa è la più fedele espressione del vitigno. Nel processo di produzione conosce solo l’acciaio. Ha un bel colore rosso rubino intenso e profondo; rilascia sentori di mirtillo, prugna, rosa canina, viola, pepe e un finale che evoca il sottobosco. Fresco, dalla nota tannica matura, anche all’assaggio risulta persistente il frutto rosso scuro e la spezia delicata.
Rappresenta l’innovazione: prodotto esclusivamente con i frutti appassiti e nelle annate migliori. Matura 30 mesi in barrique, diverse per passaggi e tipi di legno, e affina almeno 12 mesi in bottiglia. Ne risulta un vino opulento, consistente, complesso nei profumi, dal sorso pieno. Ma anche Petronio è figlio della vernaccia nera: lo rivelano i frutti scuri di bosco, l’erbaceo di humus, la spezia pungente, il tannino mai aggressivo.
La versione più amata all’estero, soprattutto nei paesi dell’estremo oriente. Analogo nell’aspetto alla versione secca, per colore ed effervescenza. Benché non riferibile alla tradizione, lo spumante dolce non tradisce i caratteri del vitigno, ma li ammorbidisce. Oltre al ribes, la fragola; oltre la rosa, la lavanda; oltre il pepe bianco, la foglia di the.