Maria Grazia Melegari
Lo scorso 24 marzo si è tenuta la prima serata del percorso di approfondimento sulla Valpolicella. Alberto Brunelli, responsabile dell’Area Tecnica del Consorzio per la tutela dei vini Valpolicella, ha messo a fuoco davanti alla platea di Ais Verona un panorama complesso, anche seguendo una nuova impostazione, centrata sull’approfondimento tecnico delle diverse tipologie di vino: in questa tappa Valpolicella, Valpolicella Superiore e Valpolicella Ripasso.
La produzione
L’area di produzione del Valpolicella Doc comprende 19 comuni, con all’interno due sottozone: Classico e Valpantena. Nel 2021 sempre in crescita gli ettari vitati che hanno raggiunto quota 8.573 su una superficie di 300 kmq. Nello stesso anno sono stati prodotti 74 milioni di bottiglie (47% Valpolicella Ripasso Doc, 29% Valpolicella Doc e 24% Amarone della Valpolicella Docg). Una produzione esportata per il 70% in 87 Paesi con un giro d’affari di 600 milioni di euro.
Aspetti pedoclimatici
La vicinanza al Lago di Garda influenza il clima continentale rendendolo più moderato. L’altitudine va dai 30 ai 750 m dell’alta collina. Varia anche la composizione dei suoli: da quelli alluvionali nel tratto pedecollinare del fiume Adige e nei progni delle 15 vallate, a quelli più diffusamente calcarei e a una piccola parte di matrice vulcanica.
Le varietà
La corvina, varietà adatta all’appassimento, sostiene il blend dei vini della Valpolicella dando struttura e morbidezza e le note caratteristiche di ciliegia. La percentuale va da un minimo del 45% a un massimo del 95%.
Il corvinone conferisce struttura e complessità aromatica, con sentori di marasca, speziatura e una gradevole nota vegetale. Prevista nelle stesse percentuali della corvina, in quanto entrambe varietà obbligatorie.
La rondinella, ricca di antociani, dà colore e sapidità. È obbligatoria per un 5% e può essere impiegata fino al 30%.
Queste tre varietà, in quanto autoctone veronesi, possono arrivare a comporre il 100% del blend.
La molinara, un tempo obbligatoria, è una varietà autoctona complementare che conferisce freschezza e sapidità. Prevista fino a un massimo del 10%.
Le varietà minori, come l’oseleta che dà colore e struttura e la croatina che dà note di frutta rossa, viola, spezie ed erbe aromatiche, possono essere impiegate fino a un massimo del 10%.
Il 15% può essere composto da varietà ammesse in Provincia di Verona, un altro 10% da vitigni autoctoni italiani.
La pergola è il sistema d’allevamento più diffuso su tre quarti dell’area, seguito dal guyot introdotto nel 1870.
La degustazione
Valpolicella Doc
Con la struttura leggera data dall’impiego di uve fresche, il Valpolicella fa emergere bene le caratteristiche del terroir e la tipologia sta riscontrando un rinnovato interesse tra i consumatori.
Valpolicella Classico Doc Tenuta Lena di Mezzo 2020 - Monte del Frà
Rubino consistente, note intense di spezie e frutti rossi maturi. Morbido e caldo al palato, con una scia sapida nel finale. Dalle pergole dell'omonima tenuta, un blend classico di corvina corvinone e rondinella. Solo acciaio.
Valpolicella Classico Doc 2020 - Rubinelli Vajol
Luminoso rubino, sfodera un ventaglio olfattivo complesso: arancia sanguinella, lampone, petali di rosa. La molinara si avverte nella dinamica molto fresca e sapida della beva. Finale balsamico e speziato. Dai vigneti di San Floriano. Solo acciaio.
Valpolicella Classico Doc Iperico 2020 - Valentina Cubi
Rubino con riflessi granato. Note di rosa appassita, agrume e ciliegia matura, ben riscontrabili anche nel retro olfatto. Vino verticale dove la molinara fa la sua parte, donando freschezza e sapidità. Vino biologico in solo acciaio.
Valpolicella Superiore Doc
È una menzione, ma va considerata a sé stante, come modello produttivo. La particolarità è data dall’invecchiamento di un anno a partire dal 1 gennaio dell’anno successivo a quello di produzione delle uve.
Molte aziende lo considerano una nicchia identitaria, ci sono però molti stili di produzione e molte variabili che entrano in gioco, tra le quali il ricorso all’appassimento, le caratteristiche dei vigneti (anche dedicati), il tipo di affinamento.
Il Consorzio sta conducendo uno studio triennale per arrivare a delineare una precisa identità.
Un’intervista rivolta ai produttori ha messo a fuoco le coordinate di un possibile Valpolicella Superiore del futuro: gradazione massima del 13,5%, ricorso non troppo spinto all’appassimento che, se c’è, non deve prevaricare l’espressione del terroir e delle varietà.
La degustazione ha messo bene in luce questa tendenza.
Valpolicella Classico Superiore Doc 2019 - Tenuta Santa Maria
Rubino vivace con riflessi carminio. Elegante e ampio all’olfatto: ciliegia, cacao, pepe nero, note tostate. Persistente e sapido in chiusura. Dai suoli calcarei argillosi di Novare, corvina, corvinone e rondinella vendemmiate a mano a metà ottobre. 12 mesi di botte grande.
Valpolicella Classico Superiore Doc Attesa Lenta 2019 - Mezzo Ettaro
Rubino chiaro. Note acidule di ribes e lampone, poi viola e chiodi di garofano. Sorprende per dinamicità e freschezza. Trenta giorni di appassimento per le quattro uve classiche che arrivano dal Monte Masua. Uso di lieviti indigeni. Affinamento in tonneaux da 500 l.
Valpolicella Classico Superiore Doc Verjago 2019 - Domìni Veneti
Rubino profondo e consistente, al naso spiccano note speziate e tostate, con accenni di ciliegia in confettura e sotto spirito. Vellutato, potente e particolarmente caldo al palato. Prevalenza di corvina e rondinella, con saldo di corvinone, croatina e oseleta. Grandi botti di rovere per 12 mesi.
Valpolicella Superiore Doc Campo Denari 2017 - Zanoni
Vivace rubino con riflessi amaranto. Bel gioco olfattivo tra note di frutti rossi freschi, di tostatura e spezie dolci. Prevalenza di corvina con una frazione di rondinella, di cui una parte fa appassimento per circa 20 giorni. Appezzamento sulla collina di Avesa. Barrique per 18 mesi.
Valpolicella Ripasso Doc
Con il 47% della produzione dell’intera denominazione, è la tipologia più richiesta dai mercati. Di fatto è un Valpolicella Superiore, perché la messa in commercio avviene egualmente almeno dopo un anno di affinamento, ma non tutti riportano la menzione Superiore in etichetta. La tipologia, è stata oggetto di una recente e più stringente regolamentazione i cui punti salienti sono:
- Conferma del rapporto volumetrico tra Amarone e Valpolicella massimo 1:2 (può essere ridotto a 1:1 con specifico provvedimento regionale);
- La pratica del ripasso sulle vinacce dell’Amarone o del Recioto deve avvenire in un’unica soluzione, con una durata minima di tre giorni;
- Il Valpolicella Ripasso deve contenere una frazione di vino atto ad Amarone e/o Recioto, lasciato sulle vinacce dopo la svinatura (frazione tra il 10% e il 15% che va detratta dalla resa finale dell’Amarone e/o del Recioto);
- Il Valpolicella e le vinacce dell’Amarone /Recioto devono appartenere allo stesso produttore che effettua o fa effettuare le operazioni di rifermentazione (è vietata la cessione di vinacce tra cantine).
Valpolicella Ripasso Classico Superiore Doc 2018 - Villa Crine
Rubino intenso, consistente. Spiccano al naso le confetture di mora e ciliegia, seguite da cannella e pepe. Un calice potente e caldo da corvina e rondinella con una piccola componente di molinara, appassite per circa 2 mesi. Fermentazione in acciaio e ripasso sulle vinacce dell’Amarone. Barrique di rovere per 2 anni.
Valpolicella Ripasso Superiore Doc 2018 - Villa San Carlo
Rubino luminoso. Piacevole eleganza olfattiva con note balsamiche e di cioccolato alla menta, frutti rossi, ribes, ciliegia. Al palato è coerente e dinamico e mostra attraenza del sorso. Dalla collina di Montorio, con uve fresche delle tre varietà classiche. Ripasso sulle vinacce dell’Amarone e legni grandi di rovere francese.
Valpolicella Ripasso Superiore Dop Monterè 2018 - Tinazzi Ca’ de’ Rocchi
Rubino con riflessi granato. Note di ciliegia e prugna in confettura e balsamiche di salvia, con ricordi di caffè e tabacco. Al palato è caldo e vellutato, percettibile l’acidità. Dopo il passaggio sulle vinacce dell’Amarone, matura in rovere francese e americano da 5 e 20 hl per 12 mesi.
Un ringraziamento ad Alberto Brunelli per aver descritto con precisione e passione le tante variabili di una denominazione che esprime un territorio unico al mondo. Grazie anche a Fabio Poli che ha raccontato con brio aneddoti e vini.
Di seguito il link dell’album fotografico della serata:
https://flickr.com/photos/aisverona/albums/72177720297608981