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Dalla redazione
lunedì 24 gennaio 2022

Perle dell’Oltrepò

Alla scoperta dell’identità e tipicità dell’Oltrepò Pavese

Daniele Adorno


Giovedì 20 gennaio al SHG Hotel Catullo di Verona si è tenuto il primo di una serie di attesissimi eventi sulla zona vitivinicola dell’Oltrepò Pavese, un territorio di ben 13.500 ettari estesi in 55 comuni che racchiudono 

una 1 DOCG, 7 DOC e 1 IGT

Accompagnati da due appassionati ospiti, il direttore e l’addetta stampa del Consorzio, rispettivamente, Carlo Veronese e Luciana Rota, abbiamo scoperto che il fascino di questo territorio risiede nello scoprire un luogo nel nord Italia arroccato tra le colline, immerso nella vegetazione lussureggiante, che offre la possibilità di assaporare del cibo genuino e bere dell’ottimo vino sullo sfondo di sonnecchiosi borghi.

A pochi chilometri da Pavia e Milano, l’Oltrepò Pavese sorprende con aria pura e paesaggi mozzafiato inusuali per quest’area del nostro Bel Paese. L’incredibile offerta, variegata e diversificata, è legata alla morfologia del territorio ed al clima favorevole alla coltivazione della vite. Una cultura che ha radici antichissime basti pensare che le prime tracce scritte risalgono al 40 A.C

Sulle colline tra i 200 ed i 500 m s.l.m. trovano dimora principalmente 15 vitigni ma i 5 più famosi ed utilizzati sono la bonarda pavese, conosciuto a livello locale come croatina, il barbera, il pinot nero, il riesling ed il moscato declinati in tutte le possibili accezioni per creare vini spumanti, bianchi, rossi frizzanti e fermi secchi e vini dolci. Gli otto vini degustati hanno permesso, a tutti i presenti, di cogliere le potenzialità di un territorio ampio e sfaccettato.

Tutti i vini ci sorprendono per immediatezza e piacevolezza di beva, a parte il secondo pinot nero, più complesso a causa del suo curriculum evolutivo. Sono chiaramente pensati per accompagnare, in un clima festoso e di sorrisi, i piatti della tradizione contadina della domenica, quali il Salame di Varzi DOP, la Schita con salumi, o zucchero nella versione dolce, gli agnolotti ripieni con sugo di carne stufata al vino Oltrepò Pavese Rosso DOC, meglio se Riserva.

In ogni calice, compreso il vino amabile Sangue di Giuda, troviamo la freschezza e la mineralità ormai riconosciuta come l’inconfondibile marchio di fabbrica dell’Oltrepò Pavese. Il non facile compito di Carlo Veronese e Luciana Rota sarà quello di guidare il territorio attraverso le sfide del futuro andando ad infondere una consapevolezza a volte ancora mancante e cercando di trovare un “fil rouge” alla poliedricità dei tanti produttori per rendere univocamente riconoscibile questa stupenda zona vitivinicola sia all’interno dei confini nazionali che nel mondo. 

I vini in degustazione:

Testarossa 2016 - Oltrepò Pavese Metodo Classico DOCG - La Versa: 100% Pinot Nero della Valle Versa.

Saignee della Rocca - Oltrepò Pavese Metodo Classico DOCG Rosé - Conte Vistarino: 100% Pinot Nero 

Oltrepò Pavese DOCG Metodo Classico Brut Collezione 2007 - La Versa: 85% Pinot nero e 25% Chardonnay 

Spavaldo - Oltrepò Pavese DOC Riesling Superiore 2019 - Finigeto

Brugherio - Pinot Nero dell’Oltrepò Pavese DOC- Marchese Adorno

Poggio Pelato- Pinot Nero dell’Oltrepò Pavese DOC 2017 - Tenuta Il Bosco

Bonarda dell’Oltrepò Pavese DOC 2019 - Giorgi

Sangue di Giuda dell’Oltrepò Pavese DOC 2020 - Vanzini Croatina 60% Barbera 25% Uva Rara 15%.

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