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giovedì 23 dicembre 2021

Un Natale a tutta birra

Davide Cocco


Birra e religione sono legate da secoli. Gli ordini monastici infatti hanno contribuito non poco alla sopravvivenza o all'invenzione di stili birrari tuttora in voga, oltre a rappresentare ancora oggi punte di eccellenza nel mondo brassicolo, in particolare in Belgio. Basta fare nomi ormai mitici come Orval, Westvleteren, Chimay o Westmalle per entrare in un mondo di prodotti di assoluto valore. Oppure fare riferimento a stili come la Doppelbock in Germania, dove i monaci, costretti durante le festività religiose al digiuno, restavano in piedi grazie al consumo di queste birre, sicuramente più nutrienti e corroboranti di una lager. Non stupisce quindi che le birre di Natale siano una tradizione molto diffusa nelle principali nazioni produttrici, che da qualche anno ha contagiato anche i birrifici artigianali del nostro paese. Non si tratta di uno stile codificato, ma piuttosto di un insieme di birre caratterizzate - normalmente, ma non sempre - da elevato grado alcolico, corpo importante e utilizzo di spezie. Paradigmatiche in questo le Kerstbier belghe, più o meno facilmente reperibili anche nel nostro paese. Se l'argomento vi interessa e volete approfondire segnatevi la Stille Nacht di De Dolle, la Avec Les Bons Voeux di Dupont, la Canaster di Glazen Toren e la Pere Noel di De Ranke, solo per fare gli esempi più famosi.

L'Italia, che ha una tradizione birraria abbastanza recente e mutuata dall'estero, si è volentieri buttata su questa tradizione, sfornando spesso prodotti di ottima fattura. Non sono mancati nemmeno gli eventi a tema, come l'ormai storica Birre sotto l'Albero, giunta a Roma alla sua quindicesima edizione, il venetissimo Bae de Nadae, nato dalla fantasia di Vanni Borin del Drunken Duck, e il recente concorso promosso e realizzato da Unionbirrai. Partendo da quest'ultimo, non possiamo non notare come due siano i birrifici veneti finiti in classifica: il padovano Crak e il vicentino Ofelia. Crak si è aggiudicata il terzo posto assoluto tra le birre di Natale con la sua Giotto, una Barrel Aged Pastry Stout, quindi una Stout che vede l'aggiunta di panettone tra i suoi ingredienti e che successivamente viene maturata per 24 mesi in botti di chardonnay. Una birra solida, densa, scurissima, dalle evidenti note di lievitato. Il panettone utilizzato è quello della Pasticceria Giotto (da cui il nome della birra), una realtà dall'elevato valore sociale, visto che trova spazio all'interno del carcere di Padova e che vede i detenuti intraprendere un percorso formativo e professionalizzante. Menzione d'onore nello stesso concorso per la Pan di Zenzator, una collaboration beer tra Ofelia e il birrificio marchigiano MC-77. Una doppelbok alle spezie, che trae ispirazione dai biscotti pan di zenzero e che vede l'utilizzo nella ricetta di cannella, zenzero, noce moscata e chiodi di garofano. Calda, pulita, elegante, sorprende nella bevibilità nonostante i 7,7 gradi alcolometrici. Da provare anche la Caldo abbraccio, sempre di casa Ofelia, che da un paio d'anni è la birra di Natale ufficiale del birrificio vicentino: una pastry stout al dulce de leche.

Cambiando provincia scopriamo che Babbo Natale si è diviso in due. Si chiamano Babbo infatti la birra natalizia sia del veronese Mastino, sia quella del trevigiano Casa Veccia - Ivan Borsato. La prima si presenta nel calice di un bel colore ambrato carico, con note di vaniglia, cannella e frutta candita. Una birra rotonda, caratterizzata - come molte birre di Mastino - dalla tecnica della decozione in fase di ammostamento del malto. La seconda vede l'utilizzo di ben cinque cereali: orzo, frumento, segale, avena, farro. L'aggiunta di miele di castagno e anice stellato completano una birra ricca, profumata e dal grande calore, in cui le note del miele ben si sposano alle sensazioni dolciastre dell'anice stellato. In casa Birrone, come da tradizione, anche quest'anno è arrivata la birra per riscaldare l'inverno, che prende il nome dall'anno che verrà: 2122. Una Belgian Strong Ale caratterizzata dall'impiego di un lievito da vino, normalmente utilizzato per la produzione di prosecco. Profumata e rotonda, si distingue per il bel finale secco e pulito. Anche La Gastaldia porta avanti la sua tradizione proponendo ancora una volta la sua Santa Claus, dal colore tonaca di frate, la schiuma pannosa e i profumi che richiamano il vin brulè. Una birra rotonda, dal preminente carattere maltato, con un finale leggermente luppolato. Poco lontano Birra Follina propone la sua Natalina, con tanto di renna in etichetta. Qui le spezie abbondano: cardamomo, coriandolo, vaniglia, arancia candita. L'ispirazione è chiaramente belga, gli abbinamenti consigliati sono quelli della dolcistica natalizia, anche nelle varianti con il cioccolato. Chiudiamo con l'unica birra in lattina di questa breve - e sicuramente incompleta - rassegna sulle birre venete di Natale: la Scrooge di Evoqe. Anche qui il modello di riferimento è quello belga, il colore è un bellissimo tonaca di frate e le note più evidenti sono quelle della cannella e della scorza d'arancia. Un mondo da scoprire, adatto agli appassionati, ma di facile lettura anche per chi è ai primi passi nel mondo brassicolo. Buon Natale a tutti, con una pinta in mano.

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