Wine Experience
Dalla redazione
giovedì 16 aprile 2015

De Stefani: una serata davvero speciale in famiglia

Parole, versi e buon vino. La ricetta della convivialità

Giorgia Magario


Tutto esaurito anche per questa serata di degustazione organizzata dalla delegazione di Padova, ospitata questa volta dall'istrionico Paolo Carniello, patrono dell'Hotel Olympia di Montegrotto.

È lui infatti ad aprire le danze della serata, dilettando gli ospiti con la lettura di alcuni passi del suo ultimo libro. La poesia si sposa così nuovamente col vino, in un virtuosismo artistico e letterario che ha lasciato tutti stupiti e appagati.

La parola passa poi al vero protagonista della serata, Alessandro De Stefani, quarta generazione di una famiglia attiva nel mondo della viticoltura sin dal 1800 che fa valere oggi come allora gli stessi principi: il rispetto per la qualità e per la propria storia.

Le viti crescono nei poderi di Fossalta di Piave e Monastier di Treviso, vecchie vigne piantate nel 1984 rigorosamente a guyot e ad altissima densità, senza nessun uso di pesticidi. Ad aiutare, oltre all'indiscussa mano familiare sempre vigile, è il territorio, ricercato strenuamente da Tiziano, padre di Alessandro, per lungo tempo. Un territorio ideale, vocato per la giusta combinazione di elementi dei terreni di Bordeaux. È così che Tiziano si ferma a Fossalta, tra l'acqua di Venezia e quella del Piave, in una foce che ha raccolto per millenni i minerali delle Dolomiti, mescolandoli all'argilla del sottosuolo, a formare quella magica amalgama che è il caranto, che dona ai vini di questa zona carattere e spirito. 

Anche il terroir del terzo ma non ultimo podere, Colvendrame a Refrontolo, è perfetto per la crescita della vite: in queste splendide colline a ridosso delle Alpi, oltre ad essere un meraviglioso panorama, la famiglia De Stefani è nata ed è qui che fonda le proprie radici. 

Due le verticali proposte per due prodotti d’eccellenza dell’azienda, presentate da  Ornella Martellato e Vito D’Amanti, della delegazione di Padova.

La prima verticale è del vino Tombola di Pin Millesimato Talento Metodo Classico,  50% pinot nero e 50% chardonnay,  prodotto solo in annate eccezionali, che prende il nome dal cocuzzolo di una delle colline di Refrontolo.

Annata 2007, 54 mesi sui lieviti, annata in assoluto la più precoce con vendemmia anticipata, che regala al vino un'elegante freschezza gustativa. Giallo paglierino virante al dorato, offre un olfatto ricco di noccioline tostate, pane grigliato e frutta esotica a tratti sciroppata, per aprirsi in un assaggio ricco e vivace, con una fine combinazione fresco-sapida che prolunga la persistenza gusto olfattiva.

Più voluminoso è il sorso del’annata 2001, 84 mesi sui lieviti, vino di grande struttura e aromaticità. Oro brillante di buona consistenza glicerica, al naso è ricco di sentori minerali di pietra focaia che sfumano in note di arachidi e biscotti appena sfornati, verso una vaniglia che lascia presagire una liquer più caratterizzante della precedente. Al palato è ben equilibrato, ancora fresco, mentre affiora più marcata la nota sapida.

2000: nonostante 14 anni questo vino mantiene un colore oro verde molto vivace, indice di acidità ancora ben presente. L’effervescenza sottile e molto persistente illumina il calice. L’olfatto è  estremamente elegante con sentori di scorza di cedro ed erbe aromatiche, leggere le note tostate, sottofondo di caramella mou. Avvolgente al palato, di grande volume e pulizia, estremamente bilanciato tra freschezza e sapidità, con un ritorno di note agrumate e sapide.

La seconda verticale è dedicata all'Olmera, un blend di 60% tai e 40% sauvignon.

2013: il bicchiere è illuminato dalla brillantezza del colore e riempito dall'importante consistenza. L’olfatto tradisce subito il sauvignon, riconoscibile per le caratteristiche note vegetali di bosso assieme a note di frutta tropicale e di agrumi, con note floreali di mimosa e ginestra in fiore in conclusione. Morbido l’ingresso al palato, ma subito si allarga a favore dell'acidità e della sapidità ben bilanciate, con piacevoli ritorni di pompelmo rosa.

Grande corrispondenza anche per il 2011, che al naso sprigiona note vegetali di bosso meno incisive, lasciando spazio a sentori di camomilla, felce e selce bagnata, accompagnate da sfumature minerali. Avvolge il palato con una grande morbidezza e chiude con una nota un po' amaricante, derivata dall'importante sapidità.

Infine, il 2008 che brilla dorato nel calice, lasciando presagire sapori e profumi più evoluti. Il naso ricalca ancora il sauvignon ma tende di più verso le note speziate accompagnate da  sentori di frutta candita e un vegetale secco.  Morbidezze e durezze sono perfettamente bilanciate, il sorso pieno ed avvolgente, con sentori di tostatura che accompagnano la scia gustativa.

Ma non è finita qui. Alessandro stupisce i presenti con un inatteso assaggio del Raboso Vigneto Terre Nobili 2009, che il relatore descrive con dovizia di particolari. Dal colore rosso vibrante, al naso complesso di mora di gelso, spezie e tabacco per approdare a un palato ricco di china, rabarbaro, cioccolato fondente, estremamente fine e persistente.

Dulcis in fundo, il Refrontolo Passito DOCG 2006  ottenuto al 100% da uve marzemino, con sentori agrumati, dolce ma mai stucchevole, conclusione perfetta della serata, assieme ad un assaggio della cucina della casa, tra salumi e formaggi, fino ad una deliziosa ciambella con scaglie di cioccolato, ottimo abbinamento che esalta il boccato del vino del nostro ultimo vino.

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