Maria Grazia Melegari
Non è nuova l’indagine sui diversi suoli da cui nascono i vini dell’azienda, che abbiamo imparato a conoscere come Corte Sant’Alda a Mezzane di Sotto. Nel 2012, Marinella Camerani aveva già messo su carta una prima mappatura, ma più che altro per un personale desiderio di conoscenza.
La recente pubblicazione “Around Soil – Suolo e dintorni”, che lei stessa ha presentato qualche giorno fa presso il Ristorante La Cru di Romagnano, rappresenta invece molto di più.
É innanzitutto un minuzioso approfondimento della zonazione su scala aziendale, al fine di mettere a fuoco il rapporto tra le caratteristiche dei suoli e la specificità qualitativa dei vini che ne derivano. L'indagine geomorfologica, che porta la firma del pedologo Giuseppe Benciolini, individua e descrive 15 unità pedologiche all'interno delle quattro macrozone in cui sono suddivisi i vigneti aziendali: l’originaria Corte Sant'alda e le più recenti Adalia, Podere Castagnè e Monte Tombole.
L'Azienda Agricola Camerani si presenta ora come un unicum – simboleggiato anche da un nuovo logo - che racchiude le linee produttive di Corte Sant’Alda e Adalia, alla quali si aggiungono il vigneto e l’agriturismo di Podere Castagnè. Una realtà a più dimensioni che vede alla guida, accanto a Marinella, le figlie Federica e Bianca coadiuvate da un gruppo di giovani collaboratori.
L’indagine sui suoli mette bene in luce la varietà e la bellezza dei paesaggi della Valle di Mezzane, dove Marinella scelse di trasferirsi “armi e bagagli” nel 1983. Proprio dalla descrizione quasi in filigrana di quei luoghi belli e nascosti - con i vigneti che si alternano a ulivi e boschi - nasce il senso profondo di questo nuovo lavoro editoriale: raccontare un percorso aziendale di precise scelte produttive con uno sguardo al futuro.
“Non si vive di solo Amarone” racconta Marinella “già dal 2000, con la prima annata del Valpolicella Ca’ Fiui, abbiamo legato un semplice Valpolicella a uno specifico vigneto. Sono sempre stata convinta che la qualità portata avanti da una denominazione passi attraverso i suoi vini quotidiani e da sempre ci impegniamo a fare Valpolicella nelle diverse declinazioni, con uve autoctone, legati al territorio, tipici ed eleganti”.
Ne abbiamo avuta la prova durante l’impeccabile cena preparata dallo chef veronese Giacomo Sacchetto, che ha proposto quattro piatti (di cui ben tre a base di pesce), abbinati a due Valpolicella (Adalia e Cà Fiui) e a due Valpolicella Superiore (Mithas e Poderecastagne).
L'attenzione si è particolarmente focalizzata sul Valpolicella Superiore e l'ultimo nato, il Podere Castagne è stato presentato in anteprima.
“Altitudine, suoli, giacitura ed esposizione ci hanno portato a credere e poi ad avere la certezza che le uve di questo luogo fossero diverse dalle altre” racconta Marinella. “e la libertà di poter fare su questi tre ettari un solo vino è la realizzazione di un piccolo grande sogno che avevamo nel cassetto”.
La giornalista Clementina Palese, coautrice della pubblicazione, ha approfondito il significato che questo lavoro di zonazione può assumere all’interno del riassetto del vini della Valpolicella, come punto di partenza per la definizione delle sottozone, puntando alla valorizzazione del Valpolicella Superiore. “Alla mancata valorizzazione del Ripasso” afferma “si è affiancata la sovrapposizione tra Ripasso e Valpolicella Superiore, complice nella produzione di quest’ultimo l'adozione di sovramaturazioni e appassimento delle uve per brevi periodi. Il risultato è che la concentrazione della produzione avviene su Amarone e Ripasso, mentre il Superiore rappresenta solo il 6% della produzione di Valpolicella (circa 1 milione di bottiglie su 17 milioni e 500 mila) ”.
Come Ais Veneto, annotiamo con piacere come, finalmente, anche il Consorzio di tutela dei vini Valpolicella si stia interrogando sul ruolo del Valpolicella Superiore in una ridefinizione complessiva della denominazione.
Vale la pena ricordare che già circa un decennio fa, mentre si assaggiavano ovunque quasi esclusivamente Amarone e Ripasso, realizzammo alcune degustazioni dedicate esclusivamente al Valpolicella Superiore.
Grazie dunque a Marinella Camerani per aver promosso una riflessione importante sul valore della zonazione e di questa tipologia.
Il suo prossimo sogno nel cassetto? Arrivare a inserire le valli minori e quindi la Valle di Mezzane come sottozone da citare in etichetta, come già avviene per la Valpantena e inoltre lavorare per un Consorzio di Tutela a 360 gradi che diventi – sono parole sue - “una casa di vetro, dove la trasparenza sia la regola e tutti abbiano voce”. Il coraggio, la passione e la determinazione non le mancano di certo.
Benciolini – Camerani – Palese Around Soil - Suoli e dintorni
Grafiche Valpolicella - Camerani Azienda agricola
I vini
Laute 2020 Valpolicella doc - Adalia
Dal podere di cinque ettari sul versante idrografico destro della valle. Suoli di diverse strutture a composizione calcarea che presentano buona fertilità e danno uno sviluppo vegetativo equilibrato. Sono terreni ideali per questo Valpolicella fresco e sottile, intessuto di delicate note fruttate e spezie dolci. In abbinamento a ombrina con scampi, zucchine, finferli e menta.
Ca’ Fiui 2019 Valpolicella Doc - Corte Sant’Alda
Dieci ettari circa sul versante sinistro della valle, dove si trovano i vigneti più storici dell’azienda, esposti a molte ore di sole. Suoli calcarei a grana fine, magri, sensibili alla siccità e ricchi di sali di calcio. Tutto ben espresso in questo Valpolicella teso e asciutto che fa della sapidità il suo punto di forza. In abbinamento a spaghetti turanici al sugo di gallinella, asparagine selvaiche e liquirizia.
Poderecastagne 2018 Valpolicella doc Superiore
Tre ettari circa nell’alta valle, su un’antichissima superficie piana posta in quota. Suoli su rocce calcaree molto evoluti e scarsamente erosi, una caratteristica che li rende simili a quelli della Valpolicella Classica. Il vino, ancora in botte, si esprime con una piacevolezza e un equilibrio gustativo davvero invidiabili. Profumi eleganti di fiori, ciliegia e spezie. Leggiadro e profondo al tempo stesso. In abbinamento ad ali di razza, spinaci, limone, cozze e acqua pazza.
Mithas 2015 Valpolicella Doc Superiore- Corte Sant’Alda
Suoli calcarei, profondi, a tessitura franco-argilloso limosa e scheletro ghiaioso che accompagnano con generosità lo sviluppo della vite. Il frutto, nelle mani di Marinella, diventa un grande vino, generoso anch’esso nei profumi di frutta rossa matura, pepe e cioccolato, corposo ed elegante, con una notevole persistenza sapida. In abbinamento a vitello della Lessinia, biete, patate all’Amarone e gemme d’abete.
foto di Mauro Fermariello