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Dalla redazione
venerdì 27 agosto 2021

Taurasi di Perillo: una storica verticale

EMOZIONANTI ANNATE

Alessandro Capasso


Metti insieme appassionati di “vini vivi” e una verticale di Taurasi di Perillo, il risultato è una serata “storica”.

Per “vini vivi” intendiamo vini che non vengono qualificati come “fatti bene”, ma capaci di emozionare e di farsi ricordare.   

Serata “storica” per l’appassionato, perché l'emozione delle annate più vecchie del Taurasi di Perillo è rara per la difficoltà di reperire le poche bottiglie prodotte. 

Perillo è un'azienda a conduzione familiare: produce meno di 20.000 bottiglie, in pochi anni (la prima annata prodotta è la 1999)  è riuscita ad accreditarsi tra le poche aziende di riferimento della denominazione.

Michele Perillo è un artigiano-contadino dal carattere timido, schivo e riservato. Ha lavorato come operaio alla Ferrero fino al 1999 quando, anche su suggerimento dell’enologo Carmine Valentino, ha deciso di occuparsi delle vigne a tempo pieno. L’enologo era rimasto colpito dalla qualità del vino che produceva per autoconsumo e per la vendita al dettaglio.

La domanda ricorrente di Michele, a chi lo raggiunge nella sua casa- cantina a Castelfranci, in provincia di Avellino, è: “Siete venuti da Napoli fino a qui a vedere un garage?”. Ovviamente la ragione del viaggio, anche per chi proviene da più lontano rispetto alla vicina Napoli, non è la cantina ricavata dal garage dell’abitazione, ma l’interesse per l’alchimia dei vini, e anche per l’eventuale acquisto di queste straordinarie bottiglie.

L’azienda ha le vigne a 550 metri di altitudine, nel quadrante sud orientale della denominazione: 5 ettari in Castelfranci, con piante di 90 anni (piantate dal nonno di Michele), molte a piede franco e 1 ettaro a Montemarano, con piante di 40 anni. Nei vigneti sono presenti diversi biotipi di aglianico, tra questi il “coda di cavallo" poco produttivo, a maturazione lenta, con grappolo spargolo, acini piccoli e acinellatura verde, che dona al vino notevoli aromi fruttati e una fitta trama tannica.

Michele cerca la qualità con la massima attenzione agli aspetti agronomici e alla rigorosa selezione dei grappoli in vendemmia, che insieme alla scarsa produttività delle vigne vecchie porta a rese molto basse di 30/50 q.li per ettaro, a seconda dell’annata. Da questo e da altri fattori come esposizione, giaciture, escursioni termiche di oltre 20 gradi tra il giorno e la notte e ciclo vegetativo lunghissimo (nel 2010 la vendemmia è stata effettuata il 6 dicembre), derivano vini che hanno sempre una storia da raccontare e un motivo per farsi ricordare.

Messi in commercio dopo 10 anni di affinamento, due dei quali in legno, e prodotti con sole uve aglianico, i Taurasi di Perillo sono caratterizzati da aromi nitidi e variegati, tipici del vitigno e del territorio di origine, che  mutano lentamente in una interminabile successione:un sorso dalla sorprendente agilità dovuta alla ricchezza strutturale, tannica e sapida, che trova sempre efficace contrasto nell’ottima spalla acida.   

Oltre al Taurasi, Michele produce una piccola quantità di un bianco da Coda di Volpe, con le poche piante presenti nelle vigne tra i filari di aglianico, retaggio di quando in zona si ricorreva all’uva bianca per stemperare la forza acida e tannica dell’aglianico giovane. Una prima considerazione su questa straordinaria verticale con vini dal 2003 al 2009 è che, in casa Perillo, non ci sono cattive annate, ma vini che leggono e interpretano l’annata. La 2005 riserva, con 15 anni di affinamento, rappresenta un’annata dall’andamento climatico estremamente eterogeneo; si palesa come un grandissimo vino, al top della italica produzione. Esprime una vibrante acidità e la netta sensazione di un vino appena all’inizio di un lunghissimo percorso evolutivo.

Presenza di frutto dolce per la calda e siccitosa 2003. Tanta materia, tannini e sapidità per la calda 2007, troverà migliore equilibrio negli anni a venire. La tardiva 2004 presenta fin dall’inizio un inusuale e cospicuo sentore di erbe aromatiche, oggi accompagnate da interessanti note balsamiche.

Dal 2008, migliore annata del Taurasi del primo decennio, Perillo ha creato un vino perfetto, dalla mirabile armonia e con la suggestiva domanda di come migliorerà con l’evoluzione.

L’annata 2009 si è dimostrata terribile per le frequenti piogge; molte aziende hanno deciso di non produrre Taurasi. Perillo ha invece creato un prodotto godibilissimo, anche se con minor consistenza e persistenza rispetto agli altri vini.

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